di Paola Dei
SIENA. Una delle memorie più belle della storia, misconosciuta ai più per molti anni, è quella che viene definita La tregua di Natale che ebbe luogo la notte del 25 dicembre 1914, durante la prima guerra mondiale e vide coinvolti eserciti nemici e il tempo… che, miracolosamente, dopo giornate di intensa pioggia, quella notte imbiancò il paesaggio creando magiche atmosfere. Ciò che accadde é ben diverso dal semplice “vivi e lascia vivere”, fu un abbraccio universale che, a dispetto di chi giustifica il male come necessario e fa prevalere solo le emozioni negative del proprio piccolo Io, fece prevalere un Io più grande e diventare reale un miracolo.
Uno dei documenti più belli di questi momenti è quello scritto ai propri genitori dal capitano Leon Harris del 13esimo battaglione del London Regement in una lettera: “È stato il Natale più meraviglioso che io abbia mai passato. Eravamo in trincea la vigilia di Natale e, verso le otto e mezzo di sera, il fuoco era quasi cessato. Poi i tedeschi hanno cominciato a urlarci gli auguri di Buon Natale e a metterci sui parapetti delle trincee un sacco di alberi di Natale con centinaia di candele. Alcuni dei nostri si sono incontrati con loro a metà strada e gli ufficiali hanno concordato una tregua fino alla mezzanotte del 25 dicembre 1914. Invece poi la tregua è andata avanti fino alla mezzanotte del 26, siamo usciti dai ricoveri, ci siamo incontrati con i tedeschi nella terra di nessuno e ci siamo scambiati souvenir, bottoni, tabacco e sigarette. Alcuni di loro parlavano inglese. Grandi faló sono rimasti accesi tutta la notte e abbiamo cantato…. È stato un momento meraviglioso e il tempo era splendido, sia la vigilia che il giorno di Natale, freddo e con le notti brillanti per la luna e le stelle”.
Non sappiamo con esattezza dove si trovasse l’unità del capitano Harris ma sappiamo con certezza che gli eventi da lui descritti si ripeterono in molti punti del fronte come dimostrano altre lettere scritte da altri soldati e un libro.
Fra le lettere conservate merita un accenno quella del bavarese Josef Wenzl che scrisse: ”Era commovente; uomini fino a quel momento nemici feroci, stavano insieme intorno a un albero in fiamme a cantare le canzoni di Natale. Non dimenticherò mai questa scena. Si vede che i sentimenti umani sopravvivono persino in questi tempi di uccisioni e morte”.
L’evento fu raccontato in giornali internazionali ma poi dimenticato o osteggiato da generali che minacciavano di morte chi si fosse reso colpevole di fraternizzaizone, poi, improvvisamente, entrò prepotentemente nel mito. Lo si ritrova nello spot di Sainsbury e nel film di Christian Carion intitolato Joyeux Noēl dove vengono raccontati gli episodi accaduti ad Artois, nella Francia del nord. Qui i soldati francesi e scozzesi fraternizzarono, stapparono bottiglie di champagne al suono delle cornamuse scozzesi, un tenore tedesco improvvisò canzoni natalizie per tutti e infine fu celebrata una Santa Messa e fu giocata una partita per completare una delle notti più belle della storia che cambiò, in particolare, la vita di quattro persone; il tenore, la donna da lui amata, un prete e un tenete francese.
Gli alti comandi, saputo l’accaduto, decisero di trasferire i militanti responsabili della fraternizzazione in altre zone per evitare il diffondersi del clima pacifista.
Il regista ha potuto realizzare il suo film grazie al libro di Yves Buffetaut: Batailles de Fiandres et d’Artois 1914-1918, che scoprì nel 1993 dove è racchiuso un capitolo intitolato L’incredibile inverno del 1914.
A seguito della scoperta del libro Carion iniziò altre ricerche negli archivi storici francesi e, nel 2004 completò la sceneggiatura grazie all’aiuto dello storico francese Marc Ferro, esperto della Grande Guerra.
“Ebbene sì, i soldati hanno fraternizzato nel Natale 1914… Era il primo segnale di un risveglio, un modo di godere di un momento di stasi nella battaglia o forse era una soffocata invocazione di pace”. Sono le parole dello storico che hanno confermato l’accaduto.
Il film, dove viene sapientemente evitata la trappola del buonismo parla di vero sentimento, fu presentato fuori Concorso al 58* Festival del Cinema di Cannes regalando forti emozioni al pubblico presente, soprattutto nel momento in cui il tenore tedesco Nikolaus Sprink cantò Stille Nacht accompagnato dal suono delle cornamuse scozzesi.
Non mancano neppure attimi di insensatezza, come quello in cui un gatto, che vagava da una trincea all’altra, viene accusato di spionaggio.
L’opera, che vale la pena di citare in questo periodo natalizio e rivedere leggendo anche il libro, se possibile, è una co-produzione francese, tedesca e belga. Le musiche sono eseguite dalla London Symphony Orchestra e dirette dal compositore Philippe Rombi, i brani sono interpretati da Natalie Dessay e Rolando Villazon. Gli interpreti sono Diane Krüger, Benno Fürman, Guillame Canet, Danny Boom, Daniel Brühl e Gary Lewis
Joyeux NoēL ottenne il premio del pubblico al Leeds International Film Festival e il Premio Fipresci al 50* Valladolid International Film Festival.
Un bellissimo libro è un intramontabile film da vedere o rivedere sul quale il mitico Charlot avrebbe commentato: Il potere serve per fare cose spesso poco belle, per quelle belle basta l’amore. A lui avrebbe fatto eco Spielberg con una frase tratta dal film Schindler’s List “Potere é poter sparare……” “No potere è riuscire a non sparare“….anche quando ne avresti il diritto anche quando ne avresti la possibilità, anche quando incontri chi ti ha ferito… e decidi semplicemente di cambiare strada!