Dalla nostra inviata alla 81° Mostra d'Arte cinematografica di Venezia, Paola Dei
di Paola Dei
VENEZIA. Un travolgente inizio alla 81 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con Tim Burton che ha portato in scena il sequel di Beetlejuice uscito nel 1988. Ad accompagnarlo Monica Bellucci che in tubino nero a pois ha incantato il Lido. “Negli ultimi anni sono rimasto deluso dall’industria cinematografica e forse mi sono perso, ma ora torno a qualcosa che amo” così il regista statunitense ha presentato il suo film di cui sono interpreti anche Michael Keaton, Willem Dafoe e Wynona Rider. Un horror che intreccia l’uso smodato dei social e dei selfie con i morti che tornano nel regno dei vivi. Non era facile costruire il sequel di una opera tanti riuscita e compiuta ma, dopo quasi quaranta anni, Burton ha trovato la formula con una opera complessa eppure semplice con una architettura che vede protagoniste le donne. Storie di madri, di figlie e di presunte amanti che reclamano un vecchio amore. Fantastiche Wynona Rider e azzeccatissima Monica Bellucci con uno strepitoso contrasto fra la bellezza e la malvagità. Il regista californiano che ama Dario Argento, apprezza Fellini e i film giapponesi con i mostri giganti oltre all’ impressionismo tedesco dalle simmetrie sghembe alla Caligari, come ha scritto Zennaro, ha saputo unire tutti questi ingredienti e divertire pubblici e critica.
Fra le esuberanti scene horror spiccano i momenti in cui non economizza con la critica ai social e autoscatti. Un caleidoscopico viaggio nell’oltretomba dove ad accompagnare le donne ci sono figure maschili decisamente strampalate o senza testa, da Da Michael Keaton a Willem Dafoe e Justin Theroux.
Inenarrabile la trama così come lo sono gli effetti speciali: tutto va semplicemente visto.