Via delle Volte rappresenta il primo esempio di percorso di guardia interrato della storia
CASTELLINA IN CHIANTI. Il Gruppo Archeologico Salingolpe, associazione culturale di volontariato avente sede legale a Castellina ma operante in tutta l’area Chianti, organizza per sabato 27 ottobre, ore 17.30, presso la Sala Niccolai del Circolo Italia a Castellina, una pubblica conferenza per divulgare l’importante scoperta riguardante l’intervento brunelleschiano nelle fortificazioni di Castellina in Chianti.
Le indagini che hanno portato a individuare ampi tratti delle mura attribuibili al genio del Brunelleschi si devono al professor Massimo Ricci, che terrà la conferenza “L’intervento di Brunelleschi a Castellina” per illustrare i risultati del suo studio.
«Come è noto agli storici – dichiara Vito De Meo, presidente del Gruppo Archeologico Salingolpe – dopo la devastante invasione viscontea del 1397, Firenze delibera fin dal 1400 la riedificazione fortificata di Castellina in Chianti, un processo in verità molto lento. Ciò che non sapevamo però è che l’intervento brunelleschiano non si limitò semplicemente a una generica supervisione ma, al contrario, rappresentò la parte fondamentale di tutto l’impianto fortificato. Via delle Volte, da sempre considerata una conseguenza dovuta a un successivo sviluppo edilizio con il progressivo addossarsi delle case sulle mura perimetrali, è in realtà un’opera finita, così concepita dal genio di Brunelleschi fin dal principio. Un unicum nel suo genere.
Questa scoperta, che si deve al professor Ricci, ovviamente cambia molte cose: Castellina è un centro fortificato in tutto e per tutto dall’opera del celebre architetto. Consideriamo, inoltre, questo studio anche come un’utile occasione di valorizzazione territoriale, poiché oltre a produrre un contributo importante in termini meramente storici e scientifici, arricchisce la consapevolezza civica della popolazione nonché l’attrattività turistica e culturale verso i numerosi visitatori che ogni anno trascorrono le vacanze qui in Chianti»
«I lavori di fortificazione della Castellina – specifica il professor Massimo Ricci – si protrassero per diversi anni senza giungere a una conclusione. Nel frattempo, la guerra con la solita nemica Siena aumentò l’importanza strategica di Castellina, Rencine e Staggia, che costituivano il primo avamposto di Firenze. Proprio per questo motivo fu incaricato Filippo Brunelleschi, che per queste contrade effettuò un sopralluogo documentato nel 1431. Si può affermare che proprio alla Castellina mise in pratica, prima volta nella storia, i suoi concetti formali arrivando a concepire i primi dispositivi murari che potevano sostenere l’impatto delle prime armi a polvere da sparo. Ne sia prova il percorso interrato protetto da “volte in pietra” che inventò alla Castellina e che rivoluzionò i canoni della difesa Medievale (difesa piombante). Nel corso di alcuni sopralluoghi eseguiti personalmente ho potuto appurare che questo dispositivo difensivo, unitamente a tutto il disegno generale del castello, porta la firma del Grande architetto. Come sarà evidenziato nel corso della conferenza, l’opera di Giuliano da Sangallo, che si verificò quasi mezzo secolo più tardi (1478), si limitò solamente a lievi modifiche ai “vivi di volata” che furono semplicemente allargati per permettere l’utilizzo di armi a polvere da sparo, ormai del tutto presenti in ambito miliare e anche più potenti rispetto a quelle dei tempi del Brunelleschi. Dobbiamo ascrivere al Brunelleschi, dunque, anche i primi archetipi di fortificazioni attive contro la polvere da sparo.
A Castellina in Chianti, Via delle Volte rappresenta il primo esempio di percorso di guardia interrato della storia. Durante la conferenza presenterò un breve compendio sugli archetipi dell’architettura militare del grande architetto che, proprio nelle mura della Castellina, ebbero il battesimo e aprirono la strada all’architettura militare del ‘500».