SIENA. Il grande dipinto realizzato dal pittore senese Bruno Bonci (1914-1944), raffigurante una figura di donna che, portando alta una bandiera bianca, marcia con fierezza verso la rinascita, trascinandosi dietro la schiera del popolo martoriato, e da anni conservato nei depositi del Museo Civico, è ora visibile nella Sala lettura dell’Accademia dei Rozzi.
Per una strana coincidenza questo importante olio (tre metri per quattro), tra i più rappresentativi della produzione di Bonci, morto prematuramente in guerra nel 1944, è stato affidato all’Accademia che figura tra i nominativi della sottoscrizione pubblica promossa dall’Associazione Cultori e Amatori d’Arte di Siena, che permise all’Amministrazione Comunale di venire in possesso dell’opera nel 1952.
La nuova collocazione, accolta con piacere dall’Arcirozzo Giovanni Cresti che ha ringraziato il Sindaco Maurizio Cenni, ha permesso non solo di rendere nuovamente visibile un quadro che, per le dimensioni, era difficilmente collocabile negli spazi museali del comune ma, soprattutto, di evitare che il tempo minacciasse il suo stato
conservativo e rendere il degno omaggio ad un artista che iniziò la sua carriera artistica all’Istituto senese di Belle Arti proseguendo gli studi a Firenze con Felice Carena, rivelando nella sua produzione un’elevata compiutezza artistica.
Per una strana coincidenza questo importante olio (tre metri per quattro), tra i più rappresentativi della produzione di Bonci, morto prematuramente in guerra nel 1944, è stato affidato all’Accademia che figura tra i nominativi della sottoscrizione pubblica promossa dall’Associazione Cultori e Amatori d’Arte di Siena, che permise all’Amministrazione Comunale di venire in possesso dell’opera nel 1952.
La nuova collocazione, accolta con piacere dall’Arcirozzo Giovanni Cresti che ha ringraziato il Sindaco Maurizio Cenni, ha permesso non solo di rendere nuovamente visibile un quadro che, per le dimensioni, era difficilmente collocabile negli spazi museali del comune ma, soprattutto, di evitare che il tempo minacciasse il suo stato
conservativo e rendere il degno omaggio ad un artista che iniziò la sua carriera artistica all’Istituto senese di Belle Arti proseguendo gli studi a Firenze con Felice Carena, rivelando nella sua produzione un’elevata compiutezza artistica.