
E’ con queste bellissime parole che Benedetta Tobagi si rivolge al padre, Walter Tobagi, il giornalista del Corriere della Sera, assassinato a Milano il 28 maggio 1980 in un attentato perpetrato dalla “Brigata XXVIII marzo”, gruppo terroristico di estrema sinistra in cui militavano anche figli della Milano bene.
A lui dedica il suo “Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre” (Einaudi editore) che verrà presentato il prossimo lunedì (8 febbraio) alle 18 nella Cappella del Manto del Complesso Museale Santa Maria della Scala.
L’appuntamento apre la quarta edizione di Lunedìlibri, la rassegna, ad ingresso libero, di incontri dal vivo con autori contemporanei, organizzata dall’Assessorato alla Cultura, che nella sua prima parte (fino al 15 marzo), e con la collaborazione del Centro Gabrio Avanzati, affronterà temi di attualità come democrazia, terrorismo, legalità.
Benedetta all’epoca dell’attentato aveva solo tre anni, conserva pochissimi ricordi della figura paterna, ma rischia che “l’immagine pubblica di Walter Tobagi”, anziché aiutarla a conoscerlo, lo allontani da lei, “come quando insegui un pallone tra le onde”.
L’esigenza di “scoprire chi fosse quell’uomo sconosciuto che aveva occhi così simili ai miei” e capire il perchè della sua uccisione la spinge a scavare negli articoli, nei diari, nelle pagine di appunti, nei libri, negli atti processuali, a intromettersi, turbata, come “aprendo sbadatamente una porta”, nelle sue carte personali.
Benedetta, con amore ed obiettività, ne traccia un ritratto, ispirata da quelle stesse parole che avevano guidato l’attività del padre e tratte dall’Etica di Spinoza: humanas actiones non ridere, non lugere, neque detestari, sed intelligere – non bisogna deridere le azioni umane, né piangerle, né disprezzarle, ma comprenderle.
E Walter Tobagi questo aveva cercato di fare nella sua attività di giornalista, coraggiosamente, secondo coscienza, non arrendendosi alle minacce ed assumendo anche posizioni impopolari per l’epoca: l’Italia degli anni di piombo, dove anche l’aria “puzza di chiuso e di troppa morte” e forse, proprio per questo, aveva pagato con la vita.
La scrittrice oggi si dedica a studi storici, svolge collaborazioni editoriali e giornalistiche, lavora con numerose associazioni che operano per documentare il terrorismo.
Come mi batte forte il tuo cuore è un libro dolce ed emozionante, scritto dalla mano di una donna che si è immersa nel passato per non rimanerne schiacciata e ne è uscita vincente: finalmente la bambina di ieri e la donna di oggi si sono prese per mano per andare incontro alla vita.