di Paola Dei
SIENA. Arrivato nelle sale cinematografiche il 7 dicembre distribuita da BIM, un’opera irriverente, coraggiosa, fuori dagli schemi che, dopo La Favorita del regista greco Yorgos Lanthimos, riesce ad essere capace di sondare nell’interiorità di una donna che vive di inquietudini e turbamenti. Una rilettura della tradizione che stupisce e ci mostra una donna indipendente, amante della libertà, disincantata e incallita fumatrice.
Diretto da Marie Kreutzer con Vicky Krieps, Colin Morgan, Finnegan Oldfield, Tamás Lengyel, Aaron Friesz, Jeanne Werner, Alma Hasun, Florian Teichtmeister, Raphael von Bargen, Alexander Pschill, Ivana Urban, Manuel Rubey, Norman Hacker, Katharina Lorenz, Regina Fritsch, Eva Spreitzhofer, il film mostra una immagine totalmente diversa da quella che ci siamo abituati a vedere in Tv quasi ogni anno, interpretata dalla stupenda Roma Schneider, romantica e pazzamente innamorata del suo Franz, nonostante le vicende drammatiche della propria vita.
Marie Kreutzer ce la presenta in tutt’altro modo, una indomabile che sappiamo ebbe come interlocutore prediletto il cugino Lufwig di Baviera, proprietario del meraviglioso castello di Neuschwanstein.
Sissi è interpretata da Vicky Krieps che ha ricevuto il Premio come Miglior Attrice al Festival di Cannes ed il Film è risultato vincitore al London Film Featival.
L’opera si concentra sul momento in cui l’Imperatrice compie 40 anni, siamo nel 1877 ed è il 24 dicembre. In quel momento storico la sua età rappresenta una sorta di passaggio fra la gioventù e l’anzianità. Lei non ama questa condizione, non è felice e inscena propizi svenimenti nei momenti in cui non ama affrontare certe situazioni come le parate ufficiali. Il film scartavetra ogni perbenismo per mostrarci una donna che cerca di passare da un momento in cui le donne venivano scelte e subivano le sorti preparate per loro, ad un momento in cui vogliono scegliere come essere amate, come essere rispettate, com e essere valorizzate. Elizabeth smette di mangiare e tutti sostengono che sia pazza, ma non lo è affatto, questo è l’unico modo che ha per urlare a chi le è vicino quanto deve subire. Vogliono che si assoggetti al ben e iamo ipocrita ed apparente della società ma lei non lo fa. Pensa al suicidio e cerca in altri sguardi maschili quell’attenzione che Franz sembra non avere più nei suoi confronti, nonostante lei sia bellissima, come ci racconta anche la storia. Viene rimproverata, e i tentativi di ricordarle il suo rango in ogni situazione non mancano, ma è tutto inutile e lei, in perenne digiuno, si concentra sul corsetto che fa stringere sempre più dalle sue dame di compagnia fino ad arrivare nel punto vita alla misura di circa 40 cm, una sineddoche più che un simbolo attraverso il quale l’imperatrice racconta se stessa. Le dame di compagnia si perdono nei suoi sbalzi d’umore, ora empatico, ora furioso ma lei senza fame, senza tregua e senza quell’attenzione che desidera, ignora i bisogni del corpo ma sente la passione, desidera rimanere giovane, essere guardata con lo stesso sguardo con cui Francesco Giuseppe l’ha guardata nel primo periodo del loro amore. Ma questa è solo la metafora del suo bisogno di essere guardata e rispettata nei suoi veri bisogni per troppo tempo negati alle donne che vivono di verità e passione. Lui da parte sua non sa più come relazionarsi con lei. La regista sceglie di concentrarsi sulla parte ribelle di Sissi che non ama sottostare ai voleri dell’uomo dominante ed evidenzia tutte le contraddizioni di una anoressia che non è mancanza di fame ma risultato delle attese altrui non soddisfatte, una inquietudine, un turbamento e un campanello d’allarme all’epoca ancora sconosciuto ai medici in un mondo dove non vengono tollerate intermittenze fra le luminarie di una festa che sotto sotto è tutt’altro. L’opera, oltre ad evidenziare tutto ciò che era stato eluso nei film interpretati da Romy Schneider ha il grande merito di offrirci la complessità di un personaggio a tutto tondo con le proprie fragilità e la propria forza, la ricerca disperata dei propri spazi. L’unico in grado di capirla è Lufwig di Baviera, il bellissimo principe innamorato di Wagner, che a causa della sua omosessualità, viveva le stesse contraddizioni dell’Imperatrice con lo stesso amore per le arti. Con lui Sissi passa momenti di gioia tanto che si pensa anche ad una storia fra di loro, ma Ludwig ha altri gusti e il legame fra di loro è soltanto a livello di anime.