SIENA. Dopo una settimana di spettacoli in cui si sono succedute compagnie nazionali e internazionali in quattro luoghi suggestivi di Siena, il festival conclude la rassegna, domani (26 giugno), con il "Trattato dei Manichini" della compagnia Teatropersona, progetto vincitore della scorsa edizione del Premio Lia Lapini e coprodotto dal festival Voci di Fonte. Quest'anno la compagnia vincitrice del premio è Isola Teatro con il progetto "Senza Lear" premiato, mercoledì 24 presso la sala Lia Lapini (via Aretina), da una giuria di operatori e critici teatrali.
Alle ore 21.15 in una delle sale del Santa Maria della Scala i quattro attori – Valentina Salerno, Chiara Casciani, Alessandra Cristiani e Silvia Malandra – diretti dal giovane regista di Civitavecchia, Alessandro Serra, vestiranno i panni di manichini che con i loro movimenti celebreranno i luoghi segreti dell'infanzia e della morte. I lavori di Teatropersona, dal "Principe Mezzanotte" (scritto per un pubblico di bambini), a "Beckett Box" (spettacolo vincitore del progetto Beckett&puppet 2005/2006), sono influenzati da "una sviscerata passione per la pellicola cinematografica" che richiama le immagini visionarie e oniriche di Tim Burton. Immagini evocate da una gestualità meccanica, contratta, e da costumi che sembrano disegnati sui corpi quasi robotici delle attrici.
Lo spettacolo, ispirato dall'omonimo racconto di Bruno Schulz, l'autore de "Le botteghe color cannella", è un susseguirsi di scene che non hanno uno svolgimento temporale né dialogico. In scena solo "corpi gratificati, in uno stato di grazia". La mancanza di una drammaturgia di parole non agevola la fruizione concettuale dell'evento ma concorre allo smarrimento dello spettatore, condotto a occhi aperti nel bosco della propria fanciullezza, e lì abbandonato, in attesa di incontrare se stesso bambino.
Alle ore 21.15 in una delle sale del Santa Maria della Scala i quattro attori – Valentina Salerno, Chiara Casciani, Alessandra Cristiani e Silvia Malandra – diretti dal giovane regista di Civitavecchia, Alessandro Serra, vestiranno i panni di manichini che con i loro movimenti celebreranno i luoghi segreti dell'infanzia e della morte. I lavori di Teatropersona, dal "Principe Mezzanotte" (scritto per un pubblico di bambini), a "Beckett Box" (spettacolo vincitore del progetto Beckett&puppet 2005/2006), sono influenzati da "una sviscerata passione per la pellicola cinematografica" che richiama le immagini visionarie e oniriche di Tim Burton. Immagini evocate da una gestualità meccanica, contratta, e da costumi che sembrano disegnati sui corpi quasi robotici delle attrici.
Lo spettacolo, ispirato dall'omonimo racconto di Bruno Schulz, l'autore de "Le botteghe color cannella", è un susseguirsi di scene che non hanno uno svolgimento temporale né dialogico. In scena solo "corpi gratificati, in uno stato di grazia". La mancanza di una drammaturgia di parole non agevola la fruizione concettuale dell'evento ma concorre allo smarrimento dello spettatore, condotto a occhi aperti nel bosco della propria fanciullezza, e lì abbandonato, in attesa di incontrare se stesso bambino.