di Paola Dei
VENEZIA. Bilancio positivo per questa prima settimana di Mostra al Lido di Venezia. Grandi star e film di una strepitosa bellezza sono gli ingredienti che fino ad ora hanno caratterizzato la kermesse targata 2019.
I film e gli artisti presenti hanno infiammato gli animi dei partecipanti, in particolare Polanskij come il suo meraviglioso J’accuse, che tutti noi ricordiamo per averlo letto sui libri di scuola a proposito di Emile Zola. Pochi però conoscono fino in fondo tutta la storia collegata a questo verbo francese. Il suo gesto fu legato ad una delle storie più controverse che segnò l’inizio della persecuzione degli ebrei già fin dal 1894: il caso Dreyfus che divenne il maggior conflitto politico e sociale della Terza Repubblica, scoppiato in Francia sul finire del XIX secolo, che divise il Paese dal 1894 al 1906, a seguito dell’accusa di tradimento nei confronti del capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus, che era – ovviamente – innocente. Il vero responsabile era il colonnello Ferdinand Walsin Esterhazy.
A far riaprire il caso di Georges Piquard, un ufficiale che non aveva in simpatia né Dreyfus né il popolo ebraico ma che si batté strenuamente per la giustizia.
Un insegnamento di cui oggi si avverte grande necessità, come ha ricordato Luca Barbareschi, produttore e attore nel film che ha scatenato polemiche e discordie mosse dalla presidente di giuria Lucrecia Martel, che sembra poi essersi scusata. Nel cast del film fra gli altri un perfetto Louis Garrel, un fiero Jean Dujarden, una sempre splendida Emmanuelle Seigner che ha fatto furore indossando uno scollatissimo abito di paillettes.
Altro film che ha ricevuto grandi applausi é Joker con Joaquin Phoenix, una recitazione strepitosa al punto che, in conferenza stampa ho fatto fatica a scindere il personaggio dalla persona. Dimagrito al punto da diventare pelle e ossa, con una risata che dice molto più di mille parole, l’attore per tutti gli spettatori e per i critici ha già ricevuto l’Oscar per la migliore interpretazione. Nessuno più ha dubbi, è di certo il miglior attore al mondo.
Oltre a questi due capolavori, temi sociali come nel film Marriage Story, dove viene affrontata la storia di un divorzio con estrema lucidità e ironia che permette a chi lo vede di digerire ogni momento, compresi quelli più drammatici. Impeccabile la recitazione di Adam Driver e Scarlett Johansson. Un piccolo capolavoro che intreccia lo stile di Ingmar Bergman a quello di Woody Allen.
In mezzo a loro non sfigura l’opera di Mario Martone: Il sindaco del rione sanità, una pièce teatrale di Edoardo de Filippo, in cui il regista ha la capacità di rovesciare le apparenze come si rovescia un guanto e mostrarci come dietro un abito di grisaglia e un illusorio perbenismo si nasconda spesso un animo arido e privo di scrupoli.
Sono inoltre stati proiettati La veritè con Catherine Deneuve e Juliette Binoche, splendide e impeccabili, The perfetto candidate, un piccolo grosso film che riscatta la donna in quelle culture in cui c’é una grande necessità di rivalutazione del corpo e della mente femminile.
E infine Ad astra con Brad Pitt, sempre stupendo anzi più stupendo che mai con il fascino che gli anni gli hanno regalato. Ema di Pablo Larrain, che non ha convinto molto e The Laundromat di Sodeberg, che ha il merito di aver affrontato un tema scabroso come quello delle società off shore, ma sviluppandolo in un modo che non ha convinto.
Vedremo cosa ci riservano i prossimo giorni.