SIENA. Gianni Resti, oltre alle sue cariche pubbliche rivestite in tanti anni a Siena, ha sempre portato avanti la sua attività di insegnante. Attento ai cambiamenti della società, ha sempre creduto in una scuola basata oltre che sulla didattica, sulla promozione dei rapporti umani.
La sua esperienza decennale nelle scuole senesi è alla base di questa sua fatica letteraria. Un libro che raccoglie 31 brevi racconti che sono uno spaccato di vita popolare nel territorio senese in un arco temporale che và dalla fine dell’Ottocento all’alba della nostra epoca, caratterizzata dall’ingresso dell’informatica nelle aule scolastiche. Per molti anni la scuola ha rappresentato un’occasione, spesso l’unica, di avanzamento sociale ed è stato l’unico punto di riferimento per quanto riguarda l’apprendimento, la disciplina e anche l’aggregazione sociale.
Il racconto che dà il titolo al libro è ambientato nel Ventennio e narra delle esperienze di vita scolastica di Vanna, una bambina figlia di contadini il cui primo luogo di istruzione fu la stanza più grande della sua casa dove la zia maestra e la nonna insegnavano a contare a tutti i bambini delle famiglie vicine. Vanna poi inizia a frequentare una pluriclasse, con il ritratto di Mussolini appeso alla parete dietro la cattedra, la distribuzione dell’olio di fegato di merluzzo agli alunni, le punizioni inflitte agli alunni più vivaci e talvolta a tutta la scolaresca come nel “gravissimo” episodio del lancio del calamaio e della conseguente formazione sulla parete di una grande macchia d’inchiostro tra il ritratto del Duce ed il Crocifisso. Nel racconto “Sassi” c’è la storia di Rosa, una piccola contadina che impara a leggere e scrivere ascoltando le lezioni impartite dal maestro ai soli maschi e scolpendo sulla superficie dei sassi del bosco le lettere dell’alfabeto. In “ La maestra amica di Fanfani” si parla invece di una maestra di San Gimignano che offriva la sua terrazza sulla piazza del Duomo per i comizi dell’onorevole a cui segnalava i problemi delle famiglie più bisognose. Ci sono poi racconti struggenti come “ La scuola interna al Manicomio” che narra delle condizioni di vita di alcuni bambini, poveri, con disagi familiari o semplicemente figli di ragazze madri, che comunque venivano internati. “ I racconti sono stati scritti dopo ricerche d’archivio e alcune conversazioni con gli insegnanti – spiega Gianni Resti –perché desideravo che la fonte del mio lavoro non fossero soltanto le carte ingiallite d’archivio ma le persone che avevano trascorso una vita intera ad educare generazioni di alunni e di studenti. C’è anche molto della mia esperienza personale d’insegnante – aggiunge – e questo mi ha permesso di scrivere alcuni episodi che mi hanno coinvolto direttamente”. Il libro è la seconda edizione del volume “Racconti di Scuola”, edito dalla casa editrice le Balze, che nel 2007 ha vinto il Premio Letterario Internazionale “Il Molinello” a Rapolano Terme.
La sua esperienza decennale nelle scuole senesi è alla base di questa sua fatica letteraria. Un libro che raccoglie 31 brevi racconti che sono uno spaccato di vita popolare nel territorio senese in un arco temporale che và dalla fine dell’Ottocento all’alba della nostra epoca, caratterizzata dall’ingresso dell’informatica nelle aule scolastiche. Per molti anni la scuola ha rappresentato un’occasione, spesso l’unica, di avanzamento sociale ed è stato l’unico punto di riferimento per quanto riguarda l’apprendimento, la disciplina e anche l’aggregazione sociale.
Il racconto che dà il titolo al libro è ambientato nel Ventennio e narra delle esperienze di vita scolastica di Vanna, una bambina figlia di contadini il cui primo luogo di istruzione fu la stanza più grande della sua casa dove la zia maestra e la nonna insegnavano a contare a tutti i bambini delle famiglie vicine. Vanna poi inizia a frequentare una pluriclasse, con il ritratto di Mussolini appeso alla parete dietro la cattedra, la distribuzione dell’olio di fegato di merluzzo agli alunni, le punizioni inflitte agli alunni più vivaci e talvolta a tutta la scolaresca come nel “gravissimo” episodio del lancio del calamaio e della conseguente formazione sulla parete di una grande macchia d’inchiostro tra il ritratto del Duce ed il Crocifisso. Nel racconto “Sassi” c’è la storia di Rosa, una piccola contadina che impara a leggere e scrivere ascoltando le lezioni impartite dal maestro ai soli maschi e scolpendo sulla superficie dei sassi del bosco le lettere dell’alfabeto. In “ La maestra amica di Fanfani” si parla invece di una maestra di San Gimignano che offriva la sua terrazza sulla piazza del Duomo per i comizi dell’onorevole a cui segnalava i problemi delle famiglie più bisognose. Ci sono poi racconti struggenti come “ La scuola interna al Manicomio” che narra delle condizioni di vita di alcuni bambini, poveri, con disagi familiari o semplicemente figli di ragazze madri, che comunque venivano internati. “ I racconti sono stati scritti dopo ricerche d’archivio e alcune conversazioni con gli insegnanti – spiega Gianni Resti –perché desideravo che la fonte del mio lavoro non fossero soltanto le carte ingiallite d’archivio ma le persone che avevano trascorso una vita intera ad educare generazioni di alunni e di studenti. C’è anche molto della mia esperienza personale d’insegnante – aggiunge – e questo mi ha permesso di scrivere alcuni episodi che mi hanno coinvolto direttamente”. Il libro è la seconda edizione del volume “Racconti di Scuola”, edito dalla casa editrice le Balze, che nel 2007 ha vinto il Premio Letterario Internazionale “Il Molinello” a Rapolano Terme.