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ROMA – È in corso di svolgimento, alla Galleria Angelica di Roma (via San’Agostino), la personale di Gastone Bai, celebre artista sarteanese. La mostra (realizzata con il supporto del Ministero delle attività culturali e dell’associazione Turismoculturale) espone circa 40 opere – tra quelle realizzate recentemente insieme a qualche grande realizzazione del passato – a testimoniare il lungo e geniale percorso creativo del maestro (fino al 28 febbraio 2014. Orario: lunedì e venerdì: 10.30 – 16.15 – martedì, mercoledì e giovedì: 10.30 – 18.45 – sabato: 10.30 – 17.00).
Lo studio di Gastone Bai si affaccia su una via nuova della sua Sarteano. Ha lasciato da tempo il laboratorio di Castiglioncello del Trinoro, arroccato tra gli abeti in faccia alla val d’Orcia, troppo solitario, un romitaggio, ma anche un disagio per chi, come lui stesso confessa, preferisce convivere, immergersi nella babele quotidiana, più espressiva, più coinvolgente rispetto alla sua sensibilità di artista votato alla comunicazione immediata e trascinante.
Dopo una prima generale consultazione si affaccia così l’idea che il filo conduttore sia tutto racchiuso nella lussuria del colore e nello sperimentalismo continuo, che ha indotto l’artista a cercare e trova- re, nel corso del tempo, una propria maniera di dipingere, originale ed unica, attraverso la quale lo spazio dell’opera viene elaborato con tutti gli strumenti possibili, dal pennello alle mani o al fuoco del forno ceramico, in un furor creativo davvero singolare.
Quindi figure di uno spazio mentale o onirico che si compiacciono di alludere a un tema, più che di sviluppare un racconto. E gli stessi colori si contrastano, combattono, si sfidano, si accostano come personaggi autonomi di un teatro immaginario, disponibili alla ricerca di senso.
Altre ceramiche, altri gres si espongono all’astrazione informale, articolando nel formato rettangolare del quadro soluzioni tridimensionali nelle quali alcuni elementi geometrici si staccano dai fondali a strisce più o meno regolari, emulando gli effetti materici della stoffa, della plastica, del cartone, della juta, dell’argilla fresca, dei capelli, delle conchiglie, delle venature di un tronco. Infine altre ceramiche si compongono in sofisticati paesaggi onirici ispirati al surrealismo più visionario e inquieto, o rielaborando icone assolute come quella della Gioconda, ora attaccata da virus assurdi e malefici, nella decomposizione avanzata a stadi estremi, da miasmi letali che si intuiscono nello sfondo e che corrodono la figura, irrecuperabile, assurda ormai mentre si accampa nello spazio.
Lavoro fondato sul paradosso e sulla sfida; guerriglia di colori, arte dell’imboscata, azioni inaspettate e improvvise, zapping ad oltranza. Le superfici cromatiche, piatte e lucide, purgate da qualsiasi intenzione critica, appaiono piuttosto come oggetti imperscrutabili e pesantemente oggettivi, risolti con spietata efficacia.
Un abbandono crescente alla pittura, nei fondali più complessi, nel protagonismo degli elementi tridimensionali, che assumono, pare, una propria autonomia e una drammaticità inedita, quasi come feticci o simulacri. Forse è un punto nuovo di arrivo: figurazione e astrazione sono infine legate, l’una procede dall’altra, e così nella figurazione si smarriscono gli elementi della realtà, come nell’astrazione si recuperano tracce, segni, ricordi, fantasmi di immagini.
L’arte di Gastone Bai è segnalata anche sul sito www.sarteanoliving.it, il progetto di promozione territoriale fortemente voluto dall’amministrazione comunale di Sarteano, guidata dal sindaco Francesco Landi.
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