Sasson mette in mostra le sue opere, Bellucci racconta la storia
di Annalisa Coppolaro
RAPOLANO TERME. ‘‘Le molte ferite di Garibaldi’’ è l’emblematico titolo dell’evento, mostra e convegno, che ha chiuso le festività della commemorazione del 150o anniversario dell’Unità d’Italia. Un evento non convenzionale dove l’arte di Daniele Sasson ha trovato un suo pendant nella storia, che vede l’Eroe dei due Mondi legato proprio a queste terme antiche. La ferita di Aspromonte infatti fu curata proprio alle Terme di Rapolano, ma qui Garibaldi meditò anche sull’impresa della conquista di Roma con I garibaldini, successivamente impedita da Cavour.
Le opere d’arte di Daniele Sasson (la cui mostra rimane aperta fino al 31 ottobre), e la conferenza di Gualtiero Bellucci, docente universitario e storico del Risorgimento italiano, hanno narrato questo importante periodo della nostra storia. La conferenza del professor Bellucci ha inchiodato alla sedia i partecipanti a questa serata: il suo resoconto dettagliato delle ferite di Garibaldi, non solo fisiche ma anche simboliche, di una lotta portata avanti concoraggio e determinazione per creare il paese che oggi conosciamo, ha appassionato I convenuti. Bellucci ha narrato di come Garibaldi abbia rischiato la vita, oltre che in Aspromonte, anche in America del Sud, quando fu colpito al collo e salvato da Luigi Carniglia da morte certa – la pallottola per pochi millimetri non aveva leso organi vitali. Ma molto altro abbiamo appreso dalla sua conferenza: delle tempeste in mare, dei collaboratori che lo circondavano prima nel sud America e poi in Italia, ma anche, tramite gli stessi scritti di Garibaldi, di tanti episodi pressochè sconosciuti della sua vita. Come ricorda Bellucci, ‘’A grande merito di Garibaldi va ricordato come le alterne sorti della guerra gli offriranno la possibilità di infierire sui suoi torturatori, caduti prigionieri, cosa che non fece. “ Oltre alle ferite fisiche, apprendiamo di altri tipi di dolore, come quello provocato dalla scoperta, dopo le nozze della marchesina Giuseppina Raimondi, della infedeltà della moglie e quindi dell’attesa dell’annullamento delle nozze, che non giungerà se non molti anni dopo. Ferite al malleolo, al calcagno, al ginocchio e molte altre peripezie perseguitarono Giuseppe Garibaldi, senza falro desistere dai suoi importanti obiettivi. Fu dopo l’operazione alla gamba avvenuta a Pisa che Garibaldi fu inviato dai chirurghi alle Terme Antica Querciolaia, dove la ferita guarì del tutto grazie alle acque curative, tanto che qualche anno dopo ci tornò e ne scrisse nei suoi diari: ‘’I bagni di Rapolano mi hanno tolto un resto d’incomodo al piede sinistro e l’effetto fu istantaneo, in ciò mi dà buona opinione di questi bagni che penso di continuare per alcuni giorni’’.