La mostra dedicata a tre giovani artiste italiane

SIENA. Nella sua prima mostra collettiva a Bruxelles, la galleria FuoriCampo presenta tre giovani artiste italiane esponendo in anteprima le loro ultime produzioni. Istallazioni, sculture e tele, opere, alcune, realizzate specificamente per lo spazio temporaneo della galleria senese, sviluppano un percorso teorico svolto quasi a ritroso, sulle orme delle conseguenze, alla ricerca dell’origine della figura e della sua percezione.
Anna Mostosi unisce ad una grande abilità manuale, la capacità progettuale con la quale realizza le sue istallazioni, conducendo il rapporto con lo spazio secondo una prospettiva scultorea ed architettonica. I suoi prototipi aerodinamici esaltano la forma a discapito dell’uso mentre concedono all’opera una dignità indirizzata ad una nuova possibile funzione. Una tensione tipicamente scultorea che Eugenia Vanni riconduce ad un tentativo di comprensione dello spazio oltre la figura, oltre l’opera, come risultato di un processo condiviso tra l’artista e persone con competenze diverse, riportando alla dimensione contemporanea una tecnica antica come l’incisione a punta secca, oppure avvalendosi di innesti e accostamenti che ampliano lo spettro di un uso comprensibile del materiale e degli strumenti. Nello stesso senso, anche i lavori di Serena Vestrucci si distinguono per la conoscenza e una tecnica molto accurata, riportate ad uno stadio iniziale, prima ancora del segno, l’esperienza cromatica, come per testare le capacità compositive ed espressive dell’insolito materiale con cui realizza il make-up delle sue tele. Opere che sembrano essere il risultato di un gioco con la polvere di colore, in cui accade di ritrovare, tra i vapori cromatici, l’atmosfera di certi momenti della storia dell’arte e dei nostri ricordi.
La mostra intende tracciare un possibile itinerario attraverso i luoghi e le cose più o meno comuni che abitano il nostro immaginario. Il procedere “sperimentale” e una certa volontà di accedere empiricamente agli effetti osservabili dei loro gesti è forse ciò che accomuna maggiormente la ricerca delle artiste presenti in mostra; così come la necessità di saper maneggiare con grande padronanza le tecniche con cui vengono realizzate, ognuna rispettivamente riportata al proprio campo di applicazione frutto di successivi tentativi e perfezionamenti, cui non difettano una certa dose d’ironia nello stesso luogo dove risiede il loro concetto e senso estetico.