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di Tobia Bondesan
SIENA. E’ l’ultimo pezzo dell’ultimo gruppo: dopo un’intera giornata passata a lavorare intorno all’evento gestito autonomamente i ragazzi dell’UdS (Unione degli Studenti) e dell’UdU (Unione degli Universitari) salgono sul palco esausti, ma soddisfatti. Tutto è andato per il meglio.
Il “Free Rock Festival” è una kermesse che nella sua terza edizione ha ormai raggiunto la popolarità, diventando, dal semplice concerto della prima edizione, un evento completo: dalle 16:30 fino alle 24 sul palco si alternano gruppi provenienti da tutta la provincia. Si esibiscono spaziando nei vari generi musicali: Nemesi Ultima, Adrenaline Wave, Rivolte Popolari, Half Full, the Burnin'Bright Band, Profusion, Miyagi's Dead sono i musicisti di musica popolare, progressive rock, alternative core, metal, rock classico, che sabato scorso hanno fatto ballare centinaia di ragazzi.
La musica si alterna per tutta la serata con le esibizioni della Palestrastratta, il gruppo di giocolieri che ha già strabiliato il pubblico della scorsa edizione con i giochi infuocati. Sul palco sale anche la compagnia teatrale "i Postumi" con "Choròs", scritto da Simone Lippi, Tiziano Rovai, Costantino Buttitta, e diretto da Simone Lippi. Per tutta la giornata si è potuta visitare anche la “RiotArt”, una mostra di fotografie, disegni e scritti di artisti emergenti che ha già aveva trovato spazio nell’Entrone del Palazzo Pubblico.
Hanno partecipato con alcuni stand anche la libreria autogestita “Fahrenheit451”, il ben noto circolo culturale senese “SingSing”, il Gruppo d'Acquisto Solidale (GAS) di Siena, il “Calaveras”, il “MondoMangione”, il “Comitato contro l’ampliamento di Ampugnano”.
Sponsor della manifestazione la Banca di Credito Cooperativo di Monteriggioni, “Sonar”, “Libreria Becarelli”, “the B Side”.
“L'evento – ci spiegano i volontari dell’Unione degli Studenti – è più di un concerto: è un laboratorio culturale, di scambio e di contaminazione tra le diverse arti (…) Abbiamo costruito un festival multicolore, nel quale all'esibizione sul palco di musica, danza, teatro, arti visive e dibattiti culturali si affianchi la promozione artistica del territorio, il commercio equo e solidale, l'OpenSource”.
Non è dunque il classico panem et circensem che distrae dalle preoccupazioni quotidiane per i ragazzi che sabato 3 ottobre si sono radunati nei giardini della Lizza: l’evento è stato un momento di consapevolezza e di contestazione di un mondo nel quale la cultura diventa troppo difficile da fruire. Ed è proprio questo il senso del festival, completamente gratuito e "stendardo" della liberazione dei saperi.
I ragazzi delle due associazioni organizzatrici protestano: “La conoscenza è bellissima e fondamentale: è lo strumento che ci permette di essere quello che vogliamo. Però i libri di scuola costano 500 euro, un CD o un DVD circa 20, un ingresso al cinema o al teatro 10…! Noi studenti, che non abbiamo reddito, veniamo esclusi dai percorsi culturali. Proprio noi che ne abbiamo più bisogno! Il mercato impedisce l'accesso ai saperi – continuano gli organizzatori – e non solo ai consumatori (noi, il pubblico), ma anche ai produttori (gli artisti). E’ il cartello degli editori che sceglie la hit del momento, in base a quanto profitto può procurare. E quando si è mercificato e spremuto il più possibile, gli artisti vengono sbattuti nel dimenticatoio. Noi vorremmo che la creazione fosse un processo collettivo, che tutti potessero accedere ai saperi”.
SIENA. E’ l’ultimo pezzo dell’ultimo gruppo: dopo un’intera giornata passata a lavorare intorno all’evento gestito autonomamente i ragazzi dell’UdS (Unione degli Studenti) e dell’UdU (Unione degli Universitari) salgono sul palco esausti, ma soddisfatti. Tutto è andato per il meglio.
Il “Free Rock Festival” è una kermesse che nella sua terza edizione ha ormai raggiunto la popolarità, diventando, dal semplice concerto della prima edizione, un evento completo: dalle 16:30 fino alle 24 sul palco si alternano gruppi provenienti da tutta la provincia. Si esibiscono spaziando nei vari generi musicali: Nemesi Ultima, Adrenaline Wave, Rivolte Popolari, Half Full, the Burnin'Bright Band, Profusion, Miyagi's Dead sono i musicisti di musica popolare, progressive rock, alternative core, metal, rock classico, che sabato scorso hanno fatto ballare centinaia di ragazzi.
La musica si alterna per tutta la serata con le esibizioni della Palestrastratta, il gruppo di giocolieri che ha già strabiliato il pubblico della scorsa edizione con i giochi infuocati. Sul palco sale anche la compagnia teatrale "i Postumi" con "Choròs", scritto da Simone Lippi, Tiziano Rovai, Costantino Buttitta, e diretto da Simone Lippi. Per tutta la giornata si è potuta visitare anche la “RiotArt”, una mostra di fotografie, disegni e scritti di artisti emergenti che ha già aveva trovato spazio nell’Entrone del Palazzo Pubblico.
Hanno partecipato con alcuni stand anche la libreria autogestita “Fahrenheit451”, il ben noto circolo culturale senese “SingSing”, il Gruppo d'Acquisto Solidale (GAS) di Siena, il “Calaveras”, il “MondoMangione”, il “Comitato contro l’ampliamento di Ampugnano”.
Sponsor della manifestazione la Banca di Credito Cooperativo di Monteriggioni, “Sonar”, “Libreria Becarelli”, “the B Side”.
“L'evento – ci spiegano i volontari dell’Unione degli Studenti – è più di un concerto: è un laboratorio culturale, di scambio e di contaminazione tra le diverse arti (…) Abbiamo costruito un festival multicolore, nel quale all'esibizione sul palco di musica, danza, teatro, arti visive e dibattiti culturali si affianchi la promozione artistica del territorio, il commercio equo e solidale, l'OpenSource”.
Non è dunque il classico panem et circensem che distrae dalle preoccupazioni quotidiane per i ragazzi che sabato 3 ottobre si sono radunati nei giardini della Lizza: l’evento è stato un momento di consapevolezza e di contestazione di un mondo nel quale la cultura diventa troppo difficile da fruire. Ed è proprio questo il senso del festival, completamente gratuito e "stendardo" della liberazione dei saperi.
I ragazzi delle due associazioni organizzatrici protestano: “La conoscenza è bellissima e fondamentale: è lo strumento che ci permette di essere quello che vogliamo. Però i libri di scuola costano 500 euro, un CD o un DVD circa 20, un ingresso al cinema o al teatro 10…! Noi studenti, che non abbiamo reddito, veniamo esclusi dai percorsi culturali. Proprio noi che ne abbiamo più bisogno! Il mercato impedisce l'accesso ai saperi – continuano gli organizzatori – e non solo ai consumatori (noi, il pubblico), ma anche ai produttori (gli artisti). E’ il cartello degli editori che sceglie la hit del momento, in base a quanto profitto può procurare. E quando si è mercificato e spremuto il più possibile, gli artisti vengono sbattuti nel dimenticatoio. Noi vorremmo che la creazione fosse un processo collettivo, che tutti potessero accedere ai saperi”.