SIENA. Il mito di Filemone e Bauci, i due sposi poveri, che sono gli unici ad accogliere Zeus ed Ermes che viaggiano in Frigia sotto sembianze umane, è stato oggetto nei secoli di una serie pressoché infinita di letture e rivisitazioni. Queste hanno messo in luce soprattutto l’elemento della fedeltà nell’amore coniugale, divenuta la chiave di lettura principale del mito.
Donatella Puliga, ricercatrice del Centro interdipartimentale di studi antropologici sulla cultura antica dell’Università di Siena, nel volume “Ospitare dio. Il mito di Filemone e Bauci tra Ovidio e noi”, pubblicato dalla casa editrice Il Melangolo, di Genova, offre ora uno studio del mito di Filemone e Bauci da un punto di vista lasciato generalmente in secondo piano, quello dell’ospitalità: un tema antico che si ripropone anche drammaticamente nella nostra contemporaneità, come rapporto con l’estraneo, come rapporto con l’altro.
“Ricollocare il mito in questa dimensione che, seppure non del tutto misconosciuta, non è stata comunque considerata centrale e primaria nel racconto – scrive l’autrice –
significa restituirlo appunto ai termini di una più profonda interpretazione. Non di una
interpretazione più corretta”.
Il volume “Ospitare dio. Il mito di Filemone e Bauci tra Ovidio e noi” sarà presentato da Antonio Prete, domani (14 aprile), alle ore 15, presso il Collegio Santa Chiara, in via Del Refugio, 4, a Siena. La presentazione è stata organizzata dal Centro interdipartimentale di studi antropologici sulla cultura antica, dal Dipartimento di studi classici, dalla scuola di dottorato “Antropologia, storia e teoria della cultura”, e dall’associazione antropologia del mondo antico.
Donatella Puliga, ricercatrice del Centro interdipartimentale di studi antropologici sulla cultura antica dell’Università di Siena, nel volume “Ospitare dio. Il mito di Filemone e Bauci tra Ovidio e noi”, pubblicato dalla casa editrice Il Melangolo, di Genova, offre ora uno studio del mito di Filemone e Bauci da un punto di vista lasciato generalmente in secondo piano, quello dell’ospitalità: un tema antico che si ripropone anche drammaticamente nella nostra contemporaneità, come rapporto con l’estraneo, come rapporto con l’altro.
“Ricollocare il mito in questa dimensione che, seppure non del tutto misconosciuta, non è stata comunque considerata centrale e primaria nel racconto – scrive l’autrice –
significa restituirlo appunto ai termini di una più profonda interpretazione. Non di una
interpretazione più corretta”.
Il volume “Ospitare dio. Il mito di Filemone e Bauci tra Ovidio e noi” sarà presentato da Antonio Prete, domani (14 aprile), alle ore 15, presso il Collegio Santa Chiara, in via Del Refugio, 4, a Siena. La presentazione è stata organizzata dal Centro interdipartimentale di studi antropologici sulla cultura antica, dal Dipartimento di studi classici, dalla scuola di dottorato “Antropologia, storia e teoria della cultura”, e dall’associazione antropologia del mondo antico.