di Gianni Basi
SIENA. Il penultimo concerto della III^ edizione del Festival dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Rinaldo Franci, in programma nella Sala San Pio del Santa Maria della Scala alle ore 21 di domani (20 ottobre), presenterà al pubblico due interpreti di spicco della propria scuderia: il soprano Anastasia Tomaszewska Schepis e il pianista Fabrizio Corona. Docenti da anni presso la scuola di musica senese, i due artisti hanno al loro attivo un curriculum di assoluto prestigio in campo internazionale. La Schepis, che risiede in Italia dal ‘73 dopo aver conseguito brillantemente il diploma in arte vocale nella natia Polonia, ha frequentato a Roma in Santa Cecilia e alla Chigiana di Siena i corsi di perfezionamento interpretando sin da giovanissima i più celebri capolavori del repertorio operistico. Grandi direttori nel suo cammino, fra i quali Prétre, Gelmetti e Abbado, e incisioni di primissimo piano come le liriche di Cilea e Mascagni, e in particolare quelle sotto la direzione di Claudio Scimone e Günter Neuhold che hanno impreziosito i suoi successi nel classico. Considerata fra le migliori esecutrici del belcanto sia per la qualità sopraffina di voce che per l’espressività e l’eclettismo in scena, tra i vari riconoscimenti le è stato assegnato il premio internazionale “Apollo Musagete”, uno dei più ambiti, per “l’eccezionale contributo dato all’interpretazione della musica classica”. Al contempo, oltre a tournée e masterclasses in Giappone, la soprano polacca si è costantemente dedicata con passione alla gioia dell’insegnamento del canto lirico arricchendo, con la sua esperienza, sia gli allievi dell’Istituto Franci che quelli di molte città italiane e tenendo corsi ai giovani cantanti del Teatro Verdi di Pisa e presso i laboratori di tecnica vocale promossi dalla Società Dante Alighieri di Siena.
Fabrizio Corona, diplomatosi in pianoforte col massimo dei voti e tanto di lode al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, debutta nel ‘91 nella autorevole enclave cameristica del “Concerto Compositori di San Pietroburgo” e si perfeziona prima nel “Lied” con pianisti come Irwin Gage e Berneard Renzikowski, poi nella “Mélodie” con François Le Roux, Nöel Lee e Jeff Cohen dell’Accademia “Francis Poulenc” di Tours. Distintosi al Festival Puccini di Torre del Lago, Corona ha poi collaborato per sette stagioni alla direzione artistica del Teatro Bellini di Catania sino alle acclamate performances pianistiche, negli anni recenti, allo Staatstheater di Stoccarda con l’Orfeo di Monteverdi e in Accademia Chigiana col Te Deum di Dvorák. Al Rinaldo Franci è pianista accompagnatore nella classe di canto della Tomaszewska Schepis e, nell’edizione del festival dello scorso anno, ha tenuto un concerto di qualità e spessore in cui si sono messe in mostra le voci delle giovani allieve Silvana Bartolotta, Cinzia Nardozza e Elisa Bartalini, nonchè quella di un formidabile contraltista, Alessio Barni, che avemmo occasione di apprezzare per abilità bitonale, duttilità, scioltezza vocale impressionante.
Le pagine in esecuzione nella serata in Sala San Pio, che comprenderanno arie scelte fra un insieme di splendidi capolavori romantici, appartengono al repertorio di Fryderyk Chopin [brani dalle XIX Melodie per canto e pianoforte op. 74], Felix Mendelssohn Bartoldy [Venetianisches Gondellied op. 57 n. 5 (Moore,) Neue Liebe op. 19 n. 4 (Heine), Das Madchens Klage Nachlass (Schiller)] e Franz Liszt [Pace non trovo (Petrarca), Die Loreley (Heine)]. L’ultimo appuntamento al Franci Festival 2009 cadrà il prossimo martedi, 27 ottobre alle ore 21, nell’Auditorium dell’Istituto di Prato Sant’Agostino. Protagonista in assolo la pianista francese Muriel Chemin, con musiche di Beethoven e Schumann. Ma intanto grande lirica e grande pianoforte, con Schepis e Corona – presentati dal professor Cesare Orselli e introdotti alle arie da Matteo Bocci – in un duo piano-voce che rappresenta storicamente una delle prime e più efficaci espressioni del melodramma, la nicchia sonora più limpida dell’esposizione live, in piena sintonia di dialogo e talento. Una forma musicale, questa, tipica delle chiese, delle sale concertistiche e dei teatri del centro e nord Europa, che in quei luoghi si ripete da sempre a cadenze settimanali ad una o più voci e col pianoforte in alternanza ad organo e clavicembalo. Un modo semplice di avvicinare alla musica facendone la più naturale delle abitudini.
SIENA. Il penultimo concerto della III^ edizione del Festival dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Rinaldo Franci, in programma nella Sala San Pio del Santa Maria della Scala alle ore 21 di domani (20 ottobre), presenterà al pubblico due interpreti di spicco della propria scuderia: il soprano Anastasia Tomaszewska Schepis e il pianista Fabrizio Corona. Docenti da anni presso la scuola di musica senese, i due artisti hanno al loro attivo un curriculum di assoluto prestigio in campo internazionale. La Schepis, che risiede in Italia dal ‘73 dopo aver conseguito brillantemente il diploma in arte vocale nella natia Polonia, ha frequentato a Roma in Santa Cecilia e alla Chigiana di Siena i corsi di perfezionamento interpretando sin da giovanissima i più celebri capolavori del repertorio operistico. Grandi direttori nel suo cammino, fra i quali Prétre, Gelmetti e Abbado, e incisioni di primissimo piano come le liriche di Cilea e Mascagni, e in particolare quelle sotto la direzione di Claudio Scimone e Günter Neuhold che hanno impreziosito i suoi successi nel classico. Considerata fra le migliori esecutrici del belcanto sia per la qualità sopraffina di voce che per l’espressività e l’eclettismo in scena, tra i vari riconoscimenti le è stato assegnato il premio internazionale “Apollo Musagete”, uno dei più ambiti, per “l’eccezionale contributo dato all’interpretazione della musica classica”. Al contempo, oltre a tournée e masterclasses in Giappone, la soprano polacca si è costantemente dedicata con passione alla gioia dell’insegnamento del canto lirico arricchendo, con la sua esperienza, sia gli allievi dell’Istituto Franci che quelli di molte città italiane e tenendo corsi ai giovani cantanti del Teatro Verdi di Pisa e presso i laboratori di tecnica vocale promossi dalla Società Dante Alighieri di Siena.
Fabrizio Corona, diplomatosi in pianoforte col massimo dei voti e tanto di lode al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, debutta nel ‘91 nella autorevole enclave cameristica del “Concerto Compositori di San Pietroburgo” e si perfeziona prima nel “Lied” con pianisti come Irwin Gage e Berneard Renzikowski, poi nella “Mélodie” con François Le Roux, Nöel Lee e Jeff Cohen dell’Accademia “Francis Poulenc” di Tours. Distintosi al Festival Puccini di Torre del Lago, Corona ha poi collaborato per sette stagioni alla direzione artistica del Teatro Bellini di Catania sino alle acclamate performances pianistiche, negli anni recenti, allo Staatstheater di Stoccarda con l’Orfeo di Monteverdi e in Accademia Chigiana col Te Deum di Dvorák. Al Rinaldo Franci è pianista accompagnatore nella classe di canto della Tomaszewska Schepis e, nell’edizione del festival dello scorso anno, ha tenuto un concerto di qualità e spessore in cui si sono messe in mostra le voci delle giovani allieve Silvana Bartolotta, Cinzia Nardozza e Elisa Bartalini, nonchè quella di un formidabile contraltista, Alessio Barni, che avemmo occasione di apprezzare per abilità bitonale, duttilità, scioltezza vocale impressionante.
Le pagine in esecuzione nella serata in Sala San Pio, che comprenderanno arie scelte fra un insieme di splendidi capolavori romantici, appartengono al repertorio di Fryderyk Chopin [brani dalle XIX Melodie per canto e pianoforte op. 74], Felix Mendelssohn Bartoldy [Venetianisches Gondellied op. 57 n. 5 (Moore,) Neue Liebe op. 19 n. 4 (Heine), Das Madchens Klage Nachlass (Schiller)] e Franz Liszt [Pace non trovo (Petrarca), Die Loreley (Heine)]. L’ultimo appuntamento al Franci Festival 2009 cadrà il prossimo martedi, 27 ottobre alle ore 21, nell’Auditorium dell’Istituto di Prato Sant’Agostino. Protagonista in assolo la pianista francese Muriel Chemin, con musiche di Beethoven e Schumann. Ma intanto grande lirica e grande pianoforte, con Schepis e Corona – presentati dal professor Cesare Orselli e introdotti alle arie da Matteo Bocci – in un duo piano-voce che rappresenta storicamente una delle prime e più efficaci espressioni del melodramma, la nicchia sonora più limpida dell’esposizione live, in piena sintonia di dialogo e talento. Una forma musicale, questa, tipica delle chiese, delle sale concertistiche e dei teatri del centro e nord Europa, che in quei luoghi si ripete da sempre a cadenze settimanali ad una o più voci e col pianoforte in alternanza ad organo e clavicembalo. Un modo semplice di avvicinare alla musica facendone la più naturale delle abitudini.