La commozione di Pamela Villoresi
SIENA. Apre la stagione teatrale “Eva contro Eva” di Mary Orr, nella versione italiana di Maurizio Panici (regista) e Marzia G. Lea Pacella. In scena Pamela Villoresi e Romina Mondello, i due personaggi principali, che nel famoso film del ‘50 erano interpretate rispettivamente da Bette Davis e Anne Baxter. In un momento in cui la scrittura teatrale langue, le incursioni del cinema nel teatro si dimostrano valide e di grande effetto per rappresentare il mondo con le sue terribili lotte e ambizioni. Mi riferisco a “I pugni in tasca” di Marco Bellocchio e “Il discorso del re” di Tom Hooper su testo di Seidler, nel cartellone delle passate stagioni. La storia vede due donne a confronto: una giovane, che, assunta come segretaria da una famosa attrice di teatro, piano piano attraverso piccoli sotterfugi la sostistuisce fino a prenderne il posto; l’altra nel pieno della sua fama, ma ormai in fase calante a causa dell’età. La rappresentazione suscita inevitabilemente un paragone con la società di oggi, popolata da esseri in lotta tra loro pur di realizzare i propri desideri. Espressioni di Margo pronunciate con stupefatto dolore contro Eva “Tu mi hai usata”, oppure ripetute con incredulità al drammaturgo Lloyd Richards “La donna-attrice come strumento: solo corpo e voce!?!” fanno emergere le ossessioni ed il clima velenoso dei nostri tempi, privi di valori etici. Si impone la scelta consapevole e controcorrente di Margo “E’ sempre meglio farlo all’apice del successo” (ritirarsi dalla scena), rinunziando a tutti i privilegi che produce la fama, agli incensamenti del bel mondo, per vivere una vita vera, fatta di affetti sposando Bill (M. Franciosa). Nel teatro della nostra politica quanti attori dovrebbero ritirarsi dalla scena e non lo fanno! E fa piacere che la scelta di vita vera venga da una donna. Inevitabile il paragone con il film “Il diavolo veste Prada”, che propone lo stesso tema, solo che il mondo del teatro viene sostituito da quello della moda. La scelta di vita consapevole viene fatta anche qui da una donna, questa volta il personaggio più giovane.
Le scene di Giorgio Gori risultano in sintonia con i costumi, degni di una delle più importanti maison, di Lucia Mariani: rosso e nero metaforicamente accompagnano la vicenda. La scelta musicale di Stefano Saletti tra gli anni cinquanta e ottanta risulta di grande effetto. Sebbene abbiano minore spazio, i ruoli maschili risultano convincenti: incisiva la recitazione di Luigi Diberti. Il sipario si chiude tra uno scrosciare di applausi da parte del pubblico accorso numeroso ed una Pamela Villoresi che inaspettatamente si commuove, ritirandosi piangendo dietro il sipario. Ecco perché è una delle nostre migliori attrici: riesce ancora a commuoversi e a donarsi al pubblico con generosità. Con impegno e disinvoltura Romina Mondello sostiene il compito non facile di “antagonista” della Villoresi. E’ lei quella che in futuro potrà prendere il posto di Pamela Villoresi? Ovviamente senza alcuna allusione al personaggio di Eva.
(Foto di Emiliano Pona)