Aperto il ciclo di iniziative promosse dall
di Aurora Mascagni
SIENA Si è aperto ufficialmente oggi pomeriggio (20 aprile) il ciclo di iniziative promosse dall’Associazione culturale ‘La Diana’ in vista della presentazione del Masgalano per i Palii del 2011. La Sala degli Specchi dell’Accademia dei Rozzi ha infatti ospitato la prima delle due conferenze inserite nel programma delle celebrazioni e dedicate alla storia senese dell’acqua.
Il professor Duccio Balestracci ha tenuto una lezione dal titolo “A caccia dell’acqua. Siena, le città dell’Italia centro settentrionale e i problemi idrici: bisogni, saperi, soluzioni fra Medioevo ed età moderna”. Argomento centrale la riflessione storica sull’approvvigionamento idrico nelle città comunali alla luce della documentazione storica e dei saperi ingegneristici. Balestracci ha illustrato una serie di esempi di città (Verona, Piacenza, Ferrara, Genova, Perugia,ecc..) impegnate a partire dall’epoca medievale nella realizzazione di sistemi idrici efficienti e congeniali all’ambiente, recuperando le metodologie antiche e integrandole con una serie di nuove conoscenze.
E’ in particolare nel periodo comunale che si assiste ad un’espansione delle strutture legate all’acqua: la crescita demografica rappresenta il motivo principale della notevole applicazione di energie e conoscenze nel settore idrico. L’assunzione da parte delle realtà comunali dei diritti sulla gestione dei beni demaniali- prerogativa ottenuta a seguito della Pace di Costanza del 1183- fu uno dei fattori principali che permise alle città dell’Italia centro-settentrionale di portare avanti una politica integrale di controllo delle acque. La gestione dei corsi d’acqua e degli acquedotti, così come della viabilità terrestre, rientra all’interno di un più vasto programma di monitoraggio del territorio da parte dei centri urbani.
Attraverso un brillante excursus storico-geografico, il professor Balestracci ha spiegato che alla base delle conoscenze sia medievali che moderne sulla regolazione e il rifornimento delle risorse idriche vi fu una convivenza di saperi empirici, nozioni ingegneristiche di epoca romana e tecniche introdotte dall’estero. Un sapere ‘diffuso’ dunque, basato su tradizioni popolari e nuove acquisizioni. Il XIV secolo rappresenta senza dubbio il momento di massima espansione dei saperi; è in questo secolo che il ‘Governo dei Nove’ a Siena risolve in maniera efficace il problema della penuria di acqua realizzando il bottino di Fonte Gaia. Con gli ingegneri idraulici e militari del ‘400- uno degli esempi più eminenti fu il senese Mariano di Jacopo, detto il Taccola- i saperi legati alla regimentazione delle acque raggiungono un notevole livello di applicazione in molti contesti; lo stesso avviene in epoca rinascimentale. Il trattato del 1628 ‘Della misura delle acque correnti’, scritto da Benedetto Castelli, è una delle opere di ingegneria idraulica più importanti dell’età moderna.
Balestracci ha inoltre messo in luce l’importanza delle fonti, luoghi dell’acqua per eccellenza, come veicoli mediatici e manifesti politici, concludendo la conferenza con un suggestivo raffronto tra il messaggio trasmesso dalle allegorie del ‘Buongoverno’ di Lorenzetti e quello veicolato dalle statue della Fonte Gaia.
E’ previsto per giovedì (5 maggio), sempre presso l’Accademia dei Rozzi, il secondo incontro culturale, dal titolo “L’acqua a Siena tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento: fonti, bottini, acquedotto del Vivo”; interverranno Enzo Mecacci e Luca Luchini