Dal 10 luglio
SIENA. Nove “Scoperte del Giovedì” e tre appuntamenti “Scoperte&Dintorni” nel weekend: sono queste “LE SCOPERTE”, ovvero la caccia ai tesori nascosti dell’arte e della storia senese allestita per l’estate 2014, e presentata oggi (8 luglio) a Siena nella sede della Fondazione Conservatori Riuniti. Dopo i consensi dell’anno passato, dal 10 luglio e fino al 20 settembre ritornano e si estendono le passeggiate guidate a passo ‘comodo’ per scoprire o riscoprire aspetti singolari della città e del suo circondario. Avvio prestigioso giovedì 10 luglio (ore 19) dalla Chiesa di San Raimondo al Refugio, che torna per l’occasione ad aprire le sue porte ripresentando la “Natività” di Alessandro Casolani e Francesco Vanni, reduce da restauro. Tre giorni più tardi, primo insolito itinerario fuori le mura cittadine: domenica 13 luglio (ore 15) il percorso guidato si snoderà nella Montagnola senese alla ricerca delle cave di marmo senese, tra un secolare castagneto, la sorgente del fiume Elsa e la chiesa di Molli.
DAL “GIOVEDI’”AI “DINTORNI”. A seguire, dal 17 luglio e fino all’11 settembre le Scoperte del Giovedì muoveranno alle ore 21.30 da Fonte Gaia (piazza del Campo) verso temi ed angoli del centro storico sempre diversi: le donne celebri della storia di Siena (17 luglio), il gotico vero e quello artefatto (31 luglio), i grandi artisti (21 agosto). Farà eccezione il 24 luglio, quando partenza e arrivo coincideranno con due vinai contemporanei, in linea con il tema della serata; ed i due giovedì di settembre, quando il ritrovo sarà anticipato alle 18 per sfruttare la luce del tramonto. Tra i tesori protagonisti ci saranno anche quelli di Contrada, in particolare quelli del Nicchio (7 agosto). Quanto alle Scoperte&dintorni, le successive saranno dedicate al rapporto tra natura e arte contemporanea, destinazione Crete senesi (13 settembre) ed all’evoluzione del cristallo a Colle val d’elsa (20 settembre), vista sia da un punto di vista tecnico che sociale.
Promosse e realizzate dalla guide turistiche Federagit di Siena e provincia, coordinate da Barbara Cucini, le SCOPERTE 2014 saranno il risultato di un impegno condiviso tra soggetti pubblici (il Comune di Siena con il patrocinio, nell’ambito delle iniziative a sostegno di Siena 2019, la Regione con Vetrina Toscana) e privati (Wall Street English, Antica Querciolaia), che ne faciliteranno la fruizione tanto al pubblico locale che ai visitatori. Oltre ad una illustrazione bilingue (italiano e inglese), i partecipanti alle historic walks potranno assaporare proposte gastronomiche ad hoc in 10 ristoranti scelti da MangiareaSiena.it; sei strutture ricettive ed un tour operator predisporranno soluzioni d’alloggio e trasferimento per chi coglierà nelle SCOPERTE un’occasione per visitare Siena. Per maggiori info, dettagli e prenotazioni: tel. 349 2613881 – www.facebook.com/scoperte .
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La chiesa di San Raimondo al Refugio sorse nel 1601 sotto il patrocinio di Aurelio Chigi, allora camarlengo della congregazione delle povere Abbandonate. La facciata della chiesa, invece, fu patrocinata alla metà del 1600 dal papa Alessandro VII Chigi e mirava a dare importanza al complesso. Davanti alla chiesa, fu realizzato uno spazio per valorizzare adeguatamente il nuovo prospetto, importando così a Siena la scenografica concezione urbanistica già promossa a Roma.
I Chigi acquistarono alcuni edifici affacciati sull’odierna via Roma e li fecero abbattere, al fine di creare delle ‘quinte’ che valorizzassero il prospetto della chiesa. Anche la notevole altezza della facciata fu studiata per compensare il lieve dislivello della via che conduce alla medesima. Si tratta di un intervento da ascriversi a pieno al gusto barocco per la scenografia, che portò a Siena una ventata di novità legata strettamente al pontificato di Alessandro VII. In questa zona della città
La chiesa, al suo interno, è caratterizzata da una decorazione molto ricca a marmi policromi e da tre cicli di tele che riguardano S. Galgano, S. Caterina e S. Raimondo di Pennefort. Sono presenti inoltre l’Adorazione dei Magi di Astolfo Petrazzi e la Natività di Alessandro Casolani e Francesco Vanni, recentemente restaurata sotto la direzione di Monica Mancini, che tornerà visibile al pubblico giovedì 10 luglio dalle ore 19 per la prima delle SCOPERTE 2014. L’intervento è stato fortemente voluto dalla Fondazione Conservatori Riuniti, attuale proprietaria della chiesa.
IL RESTAURO: LO STATO DI CONSERVAZIONE INIZIALE. L’opera si presentava complessivamente in un precario stato di conservazione; erano infatti riscontrabili diverse patologie di degrado che interessavano sia il supporto tessile sia gli strati di preparazione e colore. Tali patologie suggerivano la necessità di un intervento di restauro e conservazione.
Il dipinto, di notevoli dimensioni, è ancorato su di un tavolato ligneo composto da numerose tavole assemblate; a causa della naturale perdita di tensione, nel tempo, della tela dipinta era visibile, sul recto del dipinto, la rimarcatura delle tavole lignee che compongono il tavolato. Sulla superficie dipinta erano visibili alcuni circoscritti sollevamenti del film pittorico individuabili soprattutto in corrispondenza dei nodi lignei presenti sul tavolato sottostante. Il substrato pittorico, tuttavia, non presentava complessivamente particolari fenomeni di degrado riconducibili ad una perdita del potere legante degli strati di preparazione e colore.
Sulla tela dipinta erano presenti diverse bruciature di candela in corrispondenza delle quali erano individuabili dei vecchi restauri pittorici alterati e mal eseguiti.
Il degrado di maggiore rilievo era imputabile alla presenza su tutta la superficie dipinta di una patina consistente di sporco costituita da particellato di polvere, nero fumo e vernice ingiallita, che alterava la corretta lettura dei valori cromatici e pittorici dell’opera.
L’INTERVENTO DI RESTAURO. In seguito allo smontaggio del dipinto dall’altare, con l’ausilio di personale specializzato, si è posizionata l’opera in orizzontale su dei cavalletti rinforzati al fine di procedere all’intervento di restauro.
La prima operazione effettuata è stata la velinatura della superficie pittorica allo scopo di proteggere il film pittorico durante i successivi interventi conservativi. In seguito si è proceduto, attraverso mezzi meccanici, alla separazione della tela dipinta dal supporto ligneo; di conseguenza è stato possibile posizionare la tela sul verso adagiandola su degli appositi piani di lavoro. Sul verso della tela è stato eseguito, attraverso l’inumidimento del supporto ed una conseguente leggera stiratura, un miglioramento delle disuniformità del supporto tessile. Sono stati poi effettuati degli intarsi di tela, in corrispondenza delle lacerazioni e delle bruciature del supporto tessile, attraverso l’utilizzo di una tela simile a quella originale applicata con organza di seta e Beva film. Conseguentemente sono state applicate, sul perimetro del supporto tessile, delle strisce di tela, mediante l’utilizzo di Beva Film, utili al successivo ritensionamento della tela dipinta sul tavolato. Contemporaneamente alle operazioni conservative effettuate sulla tela dipinta è stato eseguito il risanamento del tavolato ligneo.
In una prima fase sono state consolidate le parti lignee mobili ed è stata effettuata una carteggiatura del supporto in corrispondenza dei dislivelli più accentuati. In una seconda fase è stata eseguita la disinfestazione del supporto ligneo mediante l’applicazione di una soluzione antitarlo a base di permetrina e il successivo nutrimento del supporto tramite la stesura di una cera microcristallina. Successivamente si è proceduto al ritensionamento del dipinto sul tavolato di supporto. In seguito, dopo aver posizionamento l’opera in verticale, è stato possibile svelinare la superficie pittorica con acqua tiepida e spugne naturali. In seguito, dopo aver eseguito alcune prove preliminari al fine di stabilire il corretto utilizzo dei materiali e la corretta metodologia d’intervento, è stata effettuata la pulitura della superficie dipinta mediante solventi idonei in soluzione gelificata. Il corretto grado di pulitura è stato valutato e messo a punto in accordo con la Direzione Lavori.
L’operazione di pulitura ha consentito, attraverso l’asportazione dello spesso strato di sporco e di vernice ingiallita che erano presenti sulla superficie pittorica, di restituire la corretta lettura dei valori stilistici e cromatici dell’opera. Conseguentemente si è proceduto alla stuccatura delle lacune presenti sul dipinto con uno stucco a base di colla di coniglio e gesso di Bologna. Successivamente è stata effettuata una prima verniciatura a pennello dell’opera. In seguito è stata effettuata la reintegrazione pittorica delle lacune con colori ad acquarello e a vernice stesi per velature. Infine è stata eseguita una verniciatura protettiva dell’opera mediante l’applicazione a spruzzo di una vernice idonea.
