Nella storia anche il conservatorio femminile di Siena. La presentazione del libro è fissata per sabato 30 settembre
SIENA. È stato definito “uno dei più formidabili romanzi scritti negli ultimi tempi”. Autentico caso letterario ha saputo raccontare un pezzo della storia d’Italia dimenticata, compresa tra l’avventura coloniale in Africa e il crollo dell’impero fascista, in mezzo mille complotti e il documentato resoconto della rovinosa campagna di guerra.
“I fantasmi dell’impero” (Sellerio editore), uscito da pochi mesi, verrà presentato a Siena sabato 30 settembre nella Chiesa di San Raimondo al Refugio (via del Refugio, 4, ore 17.30) nell’ambito del programma di iniziative comprese nel progetto MuSST(Musei e sviluppo di sistemi territoriali), finanziato dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo e curato dalla Pinacoteca Nazionale di Siena – Polo Museale della Toscana, in collaborazione con molte istituzioni culturali, compresa laFondazione Conservatori Riuniti, proprietaria della connessa chiesa del Refugio.
Gli autori Marco Consentino, Domenico Dodaro, Luigi Panella saranno presenti alla presentazione e spiegheranno come quel pezzo di storia italiana sia intrecciato con la vita quotidiana del Conservatorio femminile di Siena attivo dal Settecento fino al Novecento e che si è occupato della educazione di giovani donne, compresa la madre di uno dei protagonisti del romanzo.
L’occasione permetterà di visitare anche la mostra allestita in occasione di “La Storia per immagini”, con l’esposizione di oggetti diversi appartenenti alle collezioni conservate e che descrivono la vita e lo svolgersi delle attività di educazione delle giovani.
SEGUE SCHEDA DEL LIBRO:
Marco Consentino, Domenico Dodaro, Luigi Panella
I fantasmi dell’Impero
In un romanzo la storia dell’Africa italiana e del crollo dell’impero fascista. Le tracce di un complotto, il resoconto di una rovinosa campagna di guerra. Un libro di straordinaria potenza visiva.
Etiopia, Africa Orientale, 1937. Da un anno Benito Mussolini ha proclamato l’Impero. Ma la propaganda tace che il popolo e il territorio sono tutt’altro che sottomessi. Più di prima infuria la guerra coloniale, anche con l’impiego dei gas, contro gli arbegnoch, i patrioti, ed è tanto più feroce quanto più incapace di successi. Dietro la brutalità degli occupanti e contro il vertice del regime coloniale serpeggia una trama oscura. Ciò che rende I fantasmi dell’Impero qualcosa di più di un romanzo storico è il modo in cui l’intreccio è costruito, dando la sensazione di una cronaca in presa diretta. È un miscuglio di finzione e storia che usa tutti i mezzi letterari disponibili: la narrazione immaginaria assieme al documento, le lettere e i telegrammi, il rapporto militare, l’informativa dei servizi, sigle protocolli e gerarchie, verbali di dialoghi e interrogatori. Una polifonia di testi che riproduce tutta la tensione della contemporaneità: attesa, affetto, paura, pena, rifiuto, raccapriccio. E insieme offre – attraverso crimini, sconfitte tenute nascoste, viltà e sadismi burocratici, ma anche gesti generosi e nobili persone – il quadro e il sentimento della mortificazione nazionale che fu la costruzione, irrealizzata, dell’«Impero».
La storia si dipana seguendo l’inchiesta di Vincenzo Bernardi. Magistrato militare integerrimo, è lì per capire qualcosa delle azioni, da criminale di guerra, di un ufficiale, un certo Corvo. C’è stato l’attentato al viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani, a cui gli italiani hanno risposto con una violentissima rappresaglia. Sulla scia della repressione, si è saputo di eccessi, in lontane province, che rinfocolano e rafforzano la tenace resistenza etiope. Seguendo le tracce di villaggio in villaggio, cercando i colpevoli, Bernardi entra nel cuore di tenebra del colonialismo italiano; ne conosce gli orrori, le bassezze, il conflitto sotterraneo che oppone la milizia fascista agli ufficiali dell’esercito. «Lei era dalla parte sbagliata, Bernardi».
I fatti, i personaggi con i nomi cambiati, i nomi autentici, i luoghi, le battaglie, gli agguati, le esecuzioni e il resto, tutto quanto è vero, in questo romanzo; ma al centro è una finzione. Una congettura che però tracce d’archivio, coincidenze, atmosfere e certi esiti nel dopo fascismo rendono quasi plausibile.