Lama azavtani e Blanka sugli schermi della mostra
di Paola Dei
VENEZIA. Film di Hadar Morag, una giovanissima regista alla sua opera di esordio, con Muhammad Daas,Yuval Gurevich, Lama Azavtani in italiano Perché mi hai abbandonato, si presenta con una sceneggiatura scarna, dai dialoghi quasi inesistenti e senza musica aggiunta. Il senso immerso in un totale abbandono di luoghi e personaggi é totalmente affidato ai gesti ed agli eventi. Il tempo si dilata in quei luoghi dal sapore aspro e informe dove le identità si confondono ed é difficile trovare quel briciolo di speranza che permetta di costruirsi un futuro e dove i diritti degli esseri umani vengono violati continuamente, soprattutto quelli del femminile. Una scritta emblematica su un muro: Le donne sono negri del medio oriente, ci permette di cogliere il degrado culturale e simbolico che alberga in quei territori sperduti e abbandonati come lo é il protagonista alla ricerca di un padre che non mostri tutte le caratteristiche di maschilismo ed efferatezza che appartengono al suo reale genitore chiuso in carcere. La citazione ad una frase di San Matteo all’inizio del film, forte e densa di pietàs ci torna alla mente nel finale, quando il ragazzo per riscattarsi da una strada segnata compie un gesto forte ed emblematico in contrasto con la mancanza di parole e l’incapacità di comunicare un disagio che non ha la possibilità di essere espresso a parole.
Blanka
Film inserito nella sezione Biennale College Blanka di Kohki Hasei con Cydel Gabuteron e Peter Millari, è la tenerissima storia di una bambina di undici anni senza famiglia che a Manila, dove vive, incontra un anziano cieco, Peter e trova in lui quel genitore e quell’affetto mai avuti, mentre fra le lacrime racconta di aver avuto dei genitori tutt’altro che rassicuranti che l’hanno abbandonata.
Fra peripezie di ogni sorta mentre cerca di cavarsela derubando e chiedendo l’elemosina, Blanka non perde mai l’innocenza e con la forza tipica dei bambini trova sempre un modo per ripartire e ricominciare dall’inizio la sua vita felice di un semplice abito arancio e di un pezzo di anguria mangiato decentemente al tavolo di un ristorante mentre decide di comprarsi una mamma e tappezza tutta la città con manifesti nei quali promette una lauta cifra a chi le farà da genitrice. La scoperta del suo affetto per Peter sarà l’avvio di una nuova vita alla quale si unisce un altro piccolo giovane ladruncolo, è fatta di piccoli gesti onesti e delle note della musica che il vecchio cieco Peter diffonde con le note della sua chitarra.
Temi pregnanti e situazioni che mettono in evidenza anche la vendita dei bambini, deliziosa la frase della bambina quando Peter le fa notare che non si possono comprare genitori: “Ho visto adulti comprare i bambini ed io non posso comprare una mamma.” Deliziose anche alcune frasi della canzone cantata da Blanka in vari momenti del film e alcune citazioni del cieco che ricordano le frasi dei vecchi saggi capaci di parlare per immagini simboliche: quando il sole russa taglia anche la mano!
Un piccolo gioiello di tenerezza, dove l’amicizia e l’affetto vincono su tutto, che auguriamoci possa arrivare nelle nostre sale.