di Gianni Basi
SIENA. Prosegue a ritmo sostenuto la 65^ Settimana Musicale Senese, i concerti si succedono uno più entusiasmante dell’altro tanto che bisognerebbe non perderne uno. Che la musica classica sia puro divertimento e non solo dell’anima ce lo dimostrano, stavolta, i 14 elementi del “Divertimento Ensemble” di Sandro Gorli. Con Bruno Canino al piano e Vittorio Ceccanti al violoncello questi valenti strumentisti eseguiranno giovedi (10 luglio), in Palazzo Chigi Saracini alle 21,15, tre composizioni di Sir Peter Maxwell Davies, uno dei massimi compositori in attività.
Ma, a sorpresa, l’indomani venerdi (11 luglio), alle ore 21,30 nella quiete dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore anche la 77^ Estate Musicale Chigiana aprirà i battenti con un sobrio flauto-pianoforte ad opera di Patrick Gallois e Cécilia Löfstrand su brani di Pierné, Gaubert, Desbrière e Poulenc. Un avanti tutta che conquista perchè le musiche in esecuzione sono davvero belle, senza contare che quelle del concerto di giovedi rappresentano l’omaggio che l’Accademia Chigiana fa al loro stesso eccezionale autore, Peter Maxwell Davies. Il Maestro, che ha oggi 74 anni, si è ritirato a vita privata su una verdeggiante isola scozzese e compone un’aria sull’altra inorgogliendo i compatrioti britannici che, in certo modo, si erano fermati a un concertista del calibro di Sir John Barbirolli o, più indietro, alla grandezza di Purcell. Dai tempi dei corsi che seguì in Italia alla guida di Goffredo Petrassi, Sir Peter non ha fatto altro che scrivere sinfonie, lavori di teatro musicale, il leggero e persino canzoni per bambini. Tutto meticolosamente curato, e ingegnoso. Ora, da qualche tempo, dopo aver conseguito ogni conseguibile sino all’altissima onorificenza di “Compositore Ufficiale di Sua Maestà la Regina”, pare si sia dedicato solo alla musica da camera. Ma vengono più dal musical i suoi strani “Eight Songs for a Mad King”, la composizione più particolare della serata. Queste “Otto canzoni per un re pazzo” sono una sorta di ottovolante canoro in cui sarà impegnata la voce del baritono Maurizio Leoni: registri alti e poi bassi, vicendevoli, in sintonia con l’ensemble, una diavoleria. Pare che Maxwell la ricavò da un bizzarro esperimento di re Giorgio III° che si piccava di far cantare gli uccelli a comando.
A proposito dell’ensemble e della propensione a “divertirsi” suonando, l’anno scorso, assieme al suo direttore nonchè fondatore Sandro Gorli, alla Palazzina Liberty di Milano stupirono gli spettatori con “Sequel”, un pezzo incredibile in cui pareva che ognuno suonasse per conto proprio, eppure tutto quadrava alla perfezione. Per cui fate attenzione perchè, coi loro piano e chitarra, tromba e trombone, flauto e corno, violoncello, fagotto, violino, arpa, oboe, insomma un po’ di tutto, questi strumentisti si divertono davvero e contagiano che è un piacere.
Questo momento, comunque, arriverà come gran finale. Prima si ascolterà la “Fantasia da un tema principale e due Pavane”, che Maxwell trasse da un lavoro di Henry Purcell su un tipo di danze di corte d’origine mezza padovana e mezza spagnola molto di moda nel medio barocco. Poi, in prima esecuzione assoluta, una splendida “Sonata per violoncello” che Vittorio Ceccanti regalerà al pubblico col suo prezioso cello “Tononi” del 1720. Su tutto, e con tutto quello che si sentirà o quasi, le note del pianoforte di Bruno Canino, specialista indiscusso di ogni genere di musica e, in particolare nei lavori fatti con Boulez, Berio, Stockausen e Ligeti, di quella contemporanea. Tempo di chiudere il sipario su questi capolavori di Sir Maxwell Davies, ed ecco, la sera dopo, all’Abbazia di Monte Oliveto, i suoni raffinati di quattro rappresentanti francesi della musica di confine tra otto e novecento. Col più giovane dei quattro Jacques Desbrière e i suoi “Cinq pieces étranges” – poi non così tanto “stranieri” data la forte impronta transalpina – che anni addietro scrisse una partitura per flauto proprio all’amico Patrick Gallois.
Di Gabriel Pierné, Philippe Gaubert e Francis Poulenc, tutti assai prolifici nelle arie per piano e flauto, ascolteremo tre “Sonate” a tema. Di Pierné si apprezzerà la tecnica certosina, di Gaubert i frequenti richiami classici, di Poulenc la sorprendente vivacità. A suonare, oltre ad un Gallois solista e direttore tra i più famosi al mondo, insegnante di master class in Chigiana e reduce dai successi ottenuti nel 2007 in Germania e Giappone, vedremo al pianoforte la giovane svedese Cécilia Löfstrand. Alla tastiera è un’onda bionda che suona ininterrottamente da quando aveva quattro anni. Oggi si divide nelle ospitate fra le grandi orchestre e negli ultimi tempi ha fatto parte, saltando da un estremo all’altro dell’Europa, dell’Orchestra Nazionale Svedese, la Filarmonica degli Urali e la Filarmonica Siciliana. Sir Neville Mariner, che dirigerà l’O.R.T. a giorni in Sant’Agostino, non riesce a frenare l’ammirazione quando la sente suonare i concerti di Beethoven. Con Patrick Gallois ha appena inciso tutte le Sonate di Gaubert. Di una, fra le più romantiche, ne avremo prova venerdi sera nella magnifica cornice dell’Abbazia di Monte Oliveto.
In caso di pioggia, lo spettacolo si svolgerà in Sant'Agostino a Siena. Stessa ora. Ma non pioverà.