La pellicola è candidata all’Oscar come miglior film straniero
SIENA. Partenza alla grande della 19. Terra di Siena International Film Festival. Questa sera, martedi 29 settembre alle 20.30 al Cinema Nuovo Pendola (Via San Quirico, 13), sarà proiettato, infatti, “Corn Island”, un film di George Ovashvili, con Ilyas Salman, Mariam Buturishvili, Tamer Levent e Ylias Salman, candidato all’Oscar come miglior film straniero. Saranno presenti in sala il regista e l’attrice Mariam Buturishvili. “Corn Island” è un toccante racconto di affetti che si intreccia con la macrostoria, quella di un conflitto tra due popoli.
La Repubblica di Abkhazia reclama l’indipendenza dalla Georgia, cacciando i georgiani dai territori limitrofi al fiume Inguri. La storia si svolge in primavera, quando si sciolgono i ghiacciai e la natura combina un bello scherzetto, quello di formare piccole isole itineranti. In una di queste andranno a vivere un vecchio contadino saggio e prudente e sua nipote affamata di vita e di emozioni. Sono tre le chiavi di lettura del film. Innanzitutto il rapporto umano tra il vecchio e la ragazzina, uniti e divisi dalla routine quotidiana di una vita che all’adolescente sta un po’ stretta. Poi, sullo sfondo, la macrostoria, il conflitto tra i due popoli, che nel lungometraggio si mostra attraverso la presenza dei soldati georgiani alla ricerca dei ribelli. Ma il punto di forza è sicuramente l’intenso rapporto uomo – natura. Il vecchio e la ragazzina, infatti, combattono un ambiente che dona (poco) e subito dopo sottrae (molto) di quello che precedentemente aveva dato. Quest’ultima caratteristica del film, che si rivela particolarmente adatto ad un festival, si traduce in un ritmo dilatato e in una riduzione all’osso dei dialoghi. Si parla, quindi, con gli occhi, per enfatizzare un realismo che sconfina nel documentario.
“Corn Island” sarà preceduto, alle 18.30, da “One rock, three religions”, prodotto da Valentina Castellani Quinn e diretto da Isaac Hertz. Il docu-film dedicato al dialogo tra i Paesi, in particolare tra Palestina e Israele, e tra le religioni, mette a fuoco il valore della cultura e dell’arte concepiti come elementi imprescindibili dell’identità dei popoli e come straordinari veicoli di pace. Obiettivo del docufilm il rispetto delle differenze tra le nazioni ed, insieme, la cultura dell’unità.
Durante la giornata ci sarà anche la proiezione di “Sexocracy”, docufilm su vallettopoli, “Of Sinner and Saints”, film di Ruben Maria Soriquez (in concorso), i corti “No limits” e “Vegan Love” e un altro film “Psychomentary” sempre in concorso.
Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.