CASOLE D'ELSA. Questa sera (17 luglio) in Piazza Luchetti a Casole d'Elsa, a partire dalle ore 21 si terrà il concerto di Stefano Corsi che si esibirà con la sua arpa celtica.
Stefano Corsi è uno dei fondatori dello storico gruppo di musica irlandese Whisky Trail, con il quale ha prodotto undici CD. Già docente di Storia e Letteratura negli Istituti superiori, si è da sempre dedicato allo studio di molteplici strumenti musicali come autodidatta, divenendo virtuoso nelle esecuzioni per arpa celtica e armonica che, unite alla voce, offrono nell’esibizione dell’artista, le emozioni di un concerto appassionante. Compositore di testi e musiche insieme agli altri componenti del gruppo, ha approfondito lo studio della mitologia celtica avvalendosi della preziosa collaborazione di Melita Cataldi, docente di Letteratura irlandese all'Università di Torino. Nel 2003 a Monza, è stato premiato come Arpista Emerito della musica irlandese insieme a Vincenzo Zitello e al bretone Myrdhin, nell'ambito del concerto “Omaggio a Dereck Bell dei Chieftains”. Dei vari concerti tenuti memorabili quello con il grande violinista irlandese Frankie Gavin a Fermo nel 2007 davanti a migliaia di persone e quello con il bluesman inglese Johnny Dickinson a Camerano di Ancona nel 2008, nell'ambito di Folk Concerto organizzato dal Centro studi Oriente Occidente . Nel 2009 pubblica il suo primo CD da solista: 'Trails for Celtic Harp'.Il Concerto“La musica dei boschi è suonare di arpe,melodia che induce pace perfetta”(da un’antica lirica irlandese)Sul palco Stefano Corsi si propone con due arpe a corde di metallo, l'armonica e l'harmonium e la voce, in brani tratti dalla tradizione irlandese che spaziano da quelli più antichi ad alcuni più recenti. Spiccano fra questi le composizioni del leggendario Turlough O’ Carolan (1670-1738) e di Sean O’Riada (1930-1971), il cui brano ‘Mna na Eirinn’ è stato colonna sonora del film di Stanley Kubrick ‘Barry Lindon’. Le atmosfere che si susseguono durante il concerto, dalle più dolci e sognanti, alle più frenetiche, derivano dalle suggestioni della grande tradizione musicale e letteraria irlandese. Quella in cui la storia attraverso la musica e le liriche dei bardi e dei poeti è andata sviluppandosi nei secoli sconfinando nei miti e nelle leggende. Una storia che ha dato vita prima alla grande lirica antica in lingua gaelica poi alle fiabe celtiche e ai versi dei grandi poeti irlandesi. E nella poesia di uno dei più grandi di loro, il poeta W.B. Yeats , si ha uno dei momenti più alti e significativi del concerto.l’arpa celticaAntichissima è la storia dell’arpa, la cui origine si perde nei miti e nelle leggende. Simbolo di tutta una cultura, la sua storia è la storia dell’Irlanda. Suonata da musicisti professionisti che ne fecero un vanto ed una gloria nazionale, rimase in uso soltanto a pochi quando, nella prima metà del '600, Cromwell ne fece distruggere una gran parte poiché esaltava il sentimento nazionale irlandese. A fine ‘700 i romantici cominciarono ad interessarsene con ideale entusiasmo.Lo strumento attuale ricalca i pochi modelli antichi rimasti ed ha una scala diatonica con un numero di corde variabile da 30 a 34 che con l’applicazione di variatori è possibile programmare per diverse tonalità.In passato lo studio dell’arpa era una lunga trafila che durava dall’età di 10 anni a 18; il difficile apprendimento dell’arte dello strumento passava attraverso 3 requisiti: il primo livello, quando nessuno può ascoltare senza sciogliersi in lacrime; il secondo livello quando nessuno può ascoltare senza essere preso da un irrefrenabile riso; il terzo livello quando nessuno può ascoltare senza dolcemente cadere in un sonno meraviglioso…
la mia prima arpaLa mia prima arpa uscì dalla magia delle mani di Michele Sangineto nell'anno 1983. Con le sue corde di metallo, l’impressione che dava sotto le dita era quella di uno strumento dell’ acqua e del fuoco, dolcezza e forza in un solo suono. Grazie all'arpa cresceva il desiderio di scavare nell'antica cultura irlandese, quella delle fiabe e delle leggende che prendevano forma nel lavoro con i Whisky Trail. Grande l'emozione nello scoprire che un tempo ogni corda dell'arpa coincideva con un albero della foresta, una lettera dell'alfabeto, un mese dell'anno lunare… e ancora più bello fu, durante la lettura de "La follia di Suibhne", scoprire che dietro ai nomi degli alberi, in quei versi, potevano essere nascoste le note di uno spartito musicale.
Quello spartito finalmente suonò: la mia arpa aveva risvegliato un mondo che era rimasto addormentato per più di 1000 anni. Durante quel lungo periodo altri arpisti avevano pizzicato su corde di metallo melodie dell'acqua e del fuoco ma anche dell'aria e della terra d'Irlanda. Molti furono lodati e acclamati ma altri furono perseguitati e costretti a nascondersi quando il potere sembrò averla vinta sulla musica dell'arpa. A questi va la mia riconoscenza per essere riusciti a tramandare il miracolo delle loro infinite melodie, i segreti dei magici abbellimenti, le armonie che ancora evocano le immagini del cosmo celtico.
