
CETONA. Un dizionario delle emozioni e dei ricordi, un susseguirsi di “vocaboli e modi di dire corposi e stagionati” ripercorso con una vena di nostalgia cui l’autore non si abbandona, ma che inevitabile emerge dal confronto con un passato che è il proprio e della propria terra. E’ il “Dizionario popolare del Monte Cetona – 1000 espressioni della parlata dei Comuni di Cetona, Sarteano, San Casciano dei Bagni e Chiusi” che Gianfranco Barbanera – nato a Le Piazze, Cetona, ma residente a Chiusi dove è stato prima docente e poi Dirigente scolastico del locale Istituto comprensivo – ha ricostruito per Thesan&Turan e presentato di recente a Le Piazze.
Da allazzito a schicchignoso, da grezzo come ‘l pane de granturco a uscì da gangheri, il Dizionario propone “parole che nascono dalle viscere e guizzano fuori come strali”, espressioni e modi di dire che consentono di riscoprire le proprie origini, che affondano in una realtà oggi profondamente cambiata, in una dimensione in cui i ritmi erano legati alla natura, al susseguirsi dei raccolti, al succedersi del giorno e della notte e la saggezza popolare si esprimeva in motti che al loro riaffiorare confermano oggi la stessa validità di un tempo. Forse anche perché maturati attorno a questa montagna, il monte Cetona, che non è aspra ma “bonaria, accessibile a tutti, a forma di mammella” come la definisce Luca Ceccobao nella sua prefazione, “una madre” che allora come oggi accoglie e culla i suoi abitanti, ma anche che, allora come oggi, deve essere rispettata.
Gianfranco Barbanera, otto i libri pubblicati, è un amante della scrittura nel senso letterale del termine. “Faccio parole a mano” dice di sé, “faccio scorta di carta e penne e appunto per questo, posso definirmi scrittore, oltre che per le pubblicazioni”. Il computer rigorosamente spento e la sua Lettera 22 ormai accantonata, Barbanera segue ispirazione e suggestioni della propria esperienza, realizzando ogni volta un’opera a sé stante in cui la ricerca e la documentazione risultano però sempre basilari. Diversi i generi affrontati dal Barbanera in questi anni: dai libri per l’infanzia – come “Ceccobao e l’astrocarro” con cui vinse il primo premio Rodari – ai libri per docenti e soprattutto i saggi.
Attualmente sta già lavorando ad una nuova opera con cui intende quanto meno avvicinarsi al romanzo. Si tratta de “La storia di Iacopo da Montepulciano prigioniero alle Stinche”, un lavoro ambientato tra il 1300 e il 1400, quando il Medioevo era finito e il Rinascimento ancora non c’era, che partendo da una solida documentazione storica intende ricostruire ambientazioni e stili, tratteggiando il personaggio e le sue vicende.
Da allazzito a schicchignoso, da grezzo come ‘l pane de granturco a uscì da gangheri, il Dizionario propone “parole che nascono dalle viscere e guizzano fuori come strali”, espressioni e modi di dire che consentono di riscoprire le proprie origini, che affondano in una realtà oggi profondamente cambiata, in una dimensione in cui i ritmi erano legati alla natura, al susseguirsi dei raccolti, al succedersi del giorno e della notte e la saggezza popolare si esprimeva in motti che al loro riaffiorare confermano oggi la stessa validità di un tempo. Forse anche perché maturati attorno a questa montagna, il monte Cetona, che non è aspra ma “bonaria, accessibile a tutti, a forma di mammella” come la definisce Luca Ceccobao nella sua prefazione, “una madre” che allora come oggi accoglie e culla i suoi abitanti, ma anche che, allora come oggi, deve essere rispettata.
Gianfranco Barbanera, otto i libri pubblicati, è un amante della scrittura nel senso letterale del termine. “Faccio parole a mano” dice di sé, “faccio scorta di carta e penne e appunto per questo, posso definirmi scrittore, oltre che per le pubblicazioni”. Il computer rigorosamente spento e la sua Lettera 22 ormai accantonata, Barbanera segue ispirazione e suggestioni della propria esperienza, realizzando ogni volta un’opera a sé stante in cui la ricerca e la documentazione risultano però sempre basilari. Diversi i generi affrontati dal Barbanera in questi anni: dai libri per l’infanzia – come “Ceccobao e l’astrocarro” con cui vinse il primo premio Rodari – ai libri per docenti e soprattutto i saggi.
Attualmente sta già lavorando ad una nuova opera con cui intende quanto meno avvicinarsi al romanzo. Si tratta de “La storia di Iacopo da Montepulciano prigioniero alle Stinche”, un lavoro ambientato tra il 1300 e il 1400, quando il Medioevo era finito e il Rinascimento ancora non c’era, che partendo da una solida documentazione storica intende ricostruire ambientazioni e stili, tratteggiando il personaggio e le sue vicende.