SIENA. Sala S.Pio, all'interno del complesso museale S.Maria della Scala, ha ospitato il 22 ottobre il primo di un ciclo di incontri per "Classici per l'Italia", la manifestazione culturale dedicata alla letteratura promossa dall'ADI, l'Associazione degli Italianisti (ADI) che si è costituita nel 1996, con l'obiettivo di riunire le categorie professionali degli universitari italiani che operano nell'ambito delle discipline afferenti agli studi dell'Italianistica.
Il primo incontro ha visto Gabriele Frasca e Riccardo Held raccontare e leggere i classici che hanno amato ed amano, gli autori e le opere che li hanno formati: dopo una breve introduzione della professoressa Tonelli, docente di lettere all'università di Siena, Frasca ed Held (scrittori, poeti e traduttori) si alternano al microfono illustrando e recitando poesie di autori legati a loro per questioni di forma e contenuti.
Gabriele Frasca (Napoli, 1957) è uno scrittore, saggista e traduttore.
Ha lavorato presso la Facoltà di Lettere dell’Università “Federico II” di Napoli e attualmente insegna Letterature Comparate all’Università degli Studi di Salerno. Ha fondato i gruppi poetico-musicali Asilo Poetico e i ResiDante e ha collaborato a più riprese con musicisti e registi.
Riccardo Held è nato a Venezia nel 1954. Ha studiato letteratura francese con Francesco Orlando. È stato fino al 1996 responsabile della narrativa straniera Marsilio ed ha promosso la creazione della collana "Marsilio-Poesia". Si è occupato dei Meridiani dedicati a Celan e a T. Mann e del secondo Meridiano dedicato a Musil. È tradotto in francese, tedesco, spagnolo ed è attualmente in corso la traduzione in inglese.
Sono una coppia “sperimentata”, scelgono il materiale da leggere lì per lì, lasciando la netta sensazione che in mezzo a quelle carte ci vivano da sempre.
Iniziano con Arnault Daniel, per proseguire con l'invenzione e l'uso della sestina, il suo carattere ossessivo ed il suo legame con la tematica amorosa.
Poi Dante: la modernità dovuta alla sua economia formale, allo stile che, secondo i relatori, ”non è nient'altro che sapere qual'è la qualità affettiva di una parola…”
Si parla della Commedia dantesca e la si legge (qualche canto sparso: inferno,purgatorio,paradiso), si discute della “macchina perfettamente funzionante” che proprio per l'eternità dei fatti che racconta rende il lettore protagonista dell'azione, dopo tanti secoli ci rende nuovamente interpreti.
La conversazione con il pubblico spazia: si argomenta della difficoltà nel tradurre Shakespeare nel quarto centenario della pubblicazione dei sui sonetti, e di come si possano rispettare le “cellule ritmiche della poesia” traducendo da altre lingue; ci si trova ad ascoltare di come la società barocca, la prima società di massa, abbia destinato l'arte a tutti gli strati sociali.
E poi via: Cavalcanti, Rilke, Shakespeare, Dylan Thomas, qualche verso inedito e traduzioni dei due autori.
La manifestazione si conclude con un rinfresco dove abbiamo avuto l'occasione di parlare con Riccardo Held: “La mia generazione è una generazione che ha mandato all'aria un sacco di strutture: il problema è che non le ha sostituite con niente di concreto… Ora, per quanto riguarda la poesia: imparare a memoria i testi è il modo più stupido…ma almeno è un modo. Conoscere a fondo i testi, saperli sviscerare, dà la capacità di entrare da soli dentro le cose: è forse l'unico modo di sapere davvero cosa hanno scritto gli altri. Oggi poi che nasce un manierismo ogni due settimane non si può sedimentare nulla: ho colleghi di trentadue anni che scrivono “alla maniera” di altri poeti che ne hanno trentaquattro! Quindi quello che può apparire costrizione e negazione di fantasia, come l'imparare a memoria, dà in realtà le basi per essere liberi di sapere, liberi di elaborare conoscendo a fondo il materiale su cui si lavora, liberi di creare a nostra volta.”
Classici per l’Italia: Held e Frasca al Santa Maria della Scala
di Tobia Bondesan