La mostra d'arte cinematografica inaugurata da Kasia Smutniak
di Paola Dei
VENEZIA. Ha avuto inizio la 69a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con la suggestiva cerimonia di apertura presenziata dalla madrina attrice polacca Kasia Smutniak, a seguire la proiezione del FILM di Mira Nair: The Reluctant Foundamentalist nel quale la regista affronta la tematica del fondamentalismo islamico e non solo attraverso la storia di un giovane professore che prima dell’11 settembre era in carriera nel mondo della finanza e che dopo gli avvenimenti che ben consociamo perderà le connotazioni di essere umano per divenire invece soltanto e sempre un islamico.
La novità quest’anno è stata la passerella sul red carpet aperta al pubblico e così, come sosteneva Andy Wharol, ognuno degli invitati ha
potuto avere i suoi 15 minuti di celebrità. Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, ha ricordato l’80esimo compleanno della Mostra di Venezia, che verra’ “festeggiato sulla terrazza dell’Excelsior”, così come verra’ festeggiato “il ritorno di Alberto Barbera”, direttore di questa edizione che non è salito sul palco ed ha invece lasciato parlare le immagini dei film, con trailer che hanno incuriosito i presenti lasciando
ild esiderio di vedere le versioni integrali. Fra gli ospiti per il mondo dello spettacolo ha colpito Marina Ripa di Meana, sempre giovane e piena di energia, diavolessa con corna d’ordinanza in testa, poi Valeria Marini con un abito in linea con al sua linea Seduzioni, la splendida Violante Placido, che indossava un abito di chiffon rosso, la giurata Laetitia Casta, in pizzo nero su nudo. Fra i vip (fra gli altri Daniela Santanche’ accompagnata dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti, Isabella Ferrari, Matteo Garrone), e personaggi come il direttore di Dagospia, Roberto D’Agostino, in cerca di notizie per il suo Dagospia.
Primo Film in concorso nella sezione ufficiale nella giornata del 30: Superstar, una pellicola di Xavier Giannoli con un exprit de genialitè che però ha avuto breve durata per incartarsi poi con mille epripezie raccontate in maniera troppo scontata e troppo analizzata senza lasciare spazio al suspance ed all’immaginazione. A seguire (Betrayal) Izmena, Tradimento in italiano di Kirill Serebrennikov, una pellicola ricca di suspence con spunti e rilessioni che incidevano attraverso una sceneggitura elegante e piena di colpi di scena. Se si considera che il regista viene dal Mondo della fisica stupisce la grande abilità, già scoperta al estival di Roma, del cineasta che ha conermato la capacità intimistica e la acilità di scavare nel profondo dei cineasti russi. Una pellicola che di certo avrà modo di salire sul palco delle premiazioni. Sempre nello stesso giorno: At Any Price di Ramin Baharani, un ilm che aronta la tematica degli agricoloti americani, rindondante e mancante di sintesi e di tutte le gradazioni intimistiche non ha entusiasmato nè pubblico nè critica, a parte qualche eccezione.
Subito dopo è entrata in scena l’Austria con Paradise del regista Ulrich Seidi, con una protagonista passivo-aggressiva che instaura con e Croci
rappresentanti Il Cristo un legame emotivo tanto forte da considerarlo suo amante e riiutare il marito che due anni prima in un incidente ha
perso l’uso delle gambe. Un integralismo religioso che lascia attoniti e lo stupore di fronte all’effetto catartico suscitato nel pubblico presente.
Stamattina è stata invece la volta del primo Fil italiano in concorso di Daniele Ciprì con uno stupendo Tony Servillo che atttraversa tutti iregistri con una facilità da grande attore. Chi lo ricorda nel compunto personaggio de La ragazza del Lago di Molaioli qui a Venezia lo ritrova sgangherato e sopra tono nella pellicola di Ciprì dal titolo E’ stato il figlio. Non male ma troppo folclorica e grottesca per assumere connotazioni di universalità.In mezzo alle pellicole in concorso alcune all’interno di altri concorsi a partire da quella di Lo Cascio: La città perfetta girata a Siena che purtroppo mette in luce una perfezione solo di superficie mostrando come la soluzione del protagonista ci sarà soltanto quando egli tornerà nella sua Palermo. Lo Cascio però nella conferenza stampa dopo la proiezione ha tenuto a precisare che il sogno della città ideale
vuole continuare a mentenerlo laddove le bellezze artistiche architettoniche ed ambientali hanno poco da invidiare ed altre città.
L’idea di fondo è buona ma sviluppata con troppa dovizia di particolari senza lasciare spazi all’immaginazione.Stupenda e piena
di energia invece la pellicola di Spike Lee Bad 25 dove il cineasta racconta la storia di Michael Jackson.
In attesa di vedere The master.
VENEZIA. Ha avuto inizio la 69a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con la suggestiva cerimonia di apertura presenziata dalla madrina attrice polacca Kasia Smutniak, a seguire la proiezione del FILM di Mira Nair: The Reluctant Foundamentalist nel quale la regista affronta la tematica del fondamentalismo islamico e non solo attraverso la storia di un giovane professore che prima dell’11 settembre era in carriera nel mondo della finanza e che dopo gli avvenimenti che ben consociamo perderà le connotazioni di essere umano per divenire invece soltanto e sempre un islamico.
La novità quest’anno è stata la passerella sul red carpet aperta al pubblico e così, come sosteneva Andy Wharol, ognuno degli invitati ha
potuto avere i suoi 15 minuti di celebrità. Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, ha ricordato l’80esimo compleanno della Mostra di Venezia, che verra’ “festeggiato sulla terrazza dell’Excelsior”, così come verra’ festeggiato “il ritorno di Alberto Barbera”, direttore di questa edizione che non è salito sul palco ed ha invece lasciato parlare le immagini dei film, con trailer che hanno incuriosito i presenti lasciando
ild esiderio di vedere le versioni integrali. Fra gli ospiti per il mondo dello spettacolo ha colpito Marina Ripa di Meana, sempre giovane e piena di energia, diavolessa con corna d’ordinanza in testa, poi Valeria Marini con un abito in linea con al sua linea Seduzioni, la splendida Violante Placido, che indossava un abito di chiffon rosso, la giurata Laetitia Casta, in pizzo nero su nudo. Fra i vip (fra gli altri Daniela Santanche’ accompagnata dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti, Isabella Ferrari, Matteo Garrone), e personaggi come il direttore di Dagospia, Roberto D’Agostino, in cerca di notizie per il suo Dagospia.
Primo Film in concorso nella sezione ufficiale nella giornata del 30: Superstar, una pellicola di Xavier Giannoli con un exprit de genialitè che però ha avuto breve durata per incartarsi poi con mille epripezie raccontate in maniera troppo scontata e troppo analizzata senza lasciare spazio al suspance ed all’immaginazione. A seguire (Betrayal) Izmena, Tradimento in italiano di Kirill Serebrennikov, una pellicola ricca di suspence con spunti e rilessioni che incidevano attraverso una sceneggitura elegante e piena di colpi di scena. Se si considera che il regista viene dal Mondo della fisica stupisce la grande abilità, già scoperta al estival di Roma, del cineasta che ha conermato la capacità intimistica e la acilità di scavare nel profondo dei cineasti russi. Una pellicola che di certo avrà modo di salire sul palco delle premiazioni. Sempre nello stesso giorno: At Any Price di Ramin Baharani, un ilm che aronta la tematica degli agricoloti americani, rindondante e mancante di sintesi e di tutte le gradazioni intimistiche non ha entusiasmato nè pubblico nè critica, a parte qualche eccezione.
Subito dopo è entrata in scena l’Austria con Paradise del regista Ulrich Seidi, con una protagonista passivo-aggressiva che instaura con e Croci
rappresentanti Il Cristo un legame emotivo tanto forte da considerarlo suo amante e riiutare il marito che due anni prima in un incidente ha
perso l’uso delle gambe. Un integralismo religioso che lascia attoniti e lo stupore di fronte all’effetto catartico suscitato nel pubblico presente.
Stamattina è stata invece la volta del primo Fil italiano in concorso di Daniele Ciprì con uno stupendo Tony Servillo che atttraversa tutti iregistri con una facilità da grande attore. Chi lo ricorda nel compunto personaggio de La ragazza del Lago di Molaioli qui a Venezia lo ritrova sgangherato e sopra tono nella pellicola di Ciprì dal titolo E’ stato il figlio. Non male ma troppo folclorica e grottesca per assumere connotazioni di universalità.In mezzo alle pellicole in concorso alcune all’interno di altri concorsi a partire da quella di Lo Cascio: La città perfetta girata a Siena che purtroppo mette in luce una perfezione solo di superficie mostrando come la soluzione del protagonista ci sarà soltanto quando egli tornerà nella sua Palermo. Lo Cascio però nella conferenza stampa dopo la proiezione ha tenuto a precisare che il sogno della città ideale
vuole continuare a mentenerlo laddove le bellezze artistiche architettoniche ed ambientali hanno poco da invidiare ed altre città.
L’idea di fondo è buona ma sviluppata con troppa dovizia di particolari senza lasciare spazi all’immaginazione.Stupenda e piena
di energia invece la pellicola di Spike Lee Bad 25 dove il cineasta racconta la storia di Michael Jackson.
In attesa di vedere The master.