SIENA. Un’indagine nella “Natura dell’Anima”, guidata dalle impalpabili architetture create dal suono elettronico e dalla materica e passionale concretezza del colore e del gesto pittorico nel suo farsi, Sono questi gli ingredienti del nuovo evento di “Sound & Action Painting” in programma questa sera (22 luglio), alle 21.15, alla Chiesa di S. Agostino per il Chigiana International Festival. Una produzione originale dell’Accademia Chigiana che ripropone un “format” performativo accolto con molto successo già nell’edizioni 2017 e nel 2018 del Festival, con gli eventi dedicati, nel primo caso a Carter e Sciarrino e a Scelsi e, nel secondo a Kathinka’s Gesang di Stockhausen. Ritorna a Siena, la pittrice e performer finlandese Tiina Osara, in un set musicale in live electronics a cura Alvise Vidolin e Nicola Bernardini, su musiche di due pionieri dell’avanguardia elettronica europea, Varèse, con Le Poème electronique (1958) e Xenakis con il suo capolavoro La Légende d’Eer (1977).
“La prima esecuzione del Poème électronique di Edgar Varèse avvenne a Bruxelles il 2 maggio del 1958. Fu un vero e proprio evento multimediale, un’esperienza immersiva e disorientante per gli spettatori. La parte visiva era costituita da immagini raccolte da Le Corbusier e proiettate sulle pareti, che illustravano il corso di una civilizzazione sempre più meccanizzata, e la conquista di un’armonia futura. La musica elettronica, realizzata da Varèse, elaborava su nastro suoni di strumenti a percussione, campane, accordi di pianoforte, di organo, voci umane, fischietti e sirene, insieme a elementi “concreti”, come rumori meccanici e motori, e a suoni sintetici prodotti da diversi oscillatori. Fondendo insieme questi elementi, il compositore dava forma a nuovo tipo di “poema sinfonico”, dove cadeva la distinzione tra suono e rumore, dove tutti i materiali cambiano costantemente in forma, direzione e velocità, dove la spazializzazione del suono diventava una parte integrante della composizione.
Venti anni dopo Xenakis compose un lavoro elettronico e multimediale, La légende d’Eer, che fu eseguito nella sua prima versione nel 1977, in un altro spazio molto suggestivo, il Planetarium di Bochum. Pezzo elettronico per nastro a 8 piste, commissionato dalla Westdeutscher Rundfunk, questo lavoro fu poi presentato nella sua versione definitiva nel 1978 al Centre Pompidou di Parigi. Basato sul concetto di «Diatope» (con cui Xenkis descriveva le sue istallazioni sonore e luminose), La légende d’Eer era pensata per uno spazio con 11 altoparlanti, 4 raggi laser e centinaia di specchi. Nei tre quarti d’ora di durata si coglieva una chiara drammaturgia con suoni intermittenti, acutissimi, quasi impercettibili, che si addensavano progressivamente, per poi dissolversi alla fine nella stessa dimensione rarefatta dell’inizio. Questa forma musicale ampia e coerente sfruttava ogni gradualità nel passaggio tra le differenti immagini sonore, giocando anche su una certa ambiguità tra suoni elettronici e suoni concreti (attingeva anche a strumenti extraeuropei e ad una vasta gamma di rumori), sul dislivello tra un macrocosmo di lunghe fasce armoniche e un microcosmo di effetti puntillistici e di sonorità al limite dell’udibile, integrando lo spettacolo con 5 testi (La leggenda d’Er tratta dal X libro della Repubblica di Platone, un estratto dai Pensieri di Pascal, una pagina di Jean-Paul Richter, un testo greco del II secolo d.C., un articolo del 1976 sulla scoperta delle supernove) che si sovrapponevano alle luci e ai suoni creando un vero e proprio mondo semantico tridimensionale.”
Si ringrazia Gianluigi Mattietti per il contributo musicologico, tra virgolette.