di Giulia Tacchetti
SIENA. Daniele Pitteri nel giorno dell’inaugurazione del Chigiana International Festival (8 luglio) presenta al SANTA Maria della Scala insieme con Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Musicale Chigiana, e Federico Fusi, coordinatore inner room, una sezione speciale del Festival dedicata a Radio e Sound Art. Per l’intero periodo del Festival estivo 2016 sarà attiva a Siena una web radio con trasmissioni continue a palinsesto variabile. Sono previsti in vari punti della città installazioni spot con punti di ascolto mediante altoparlanti olofonici, che riproducono le trasmissioni web-radio all’interno dei principali luoghi di cultura della città (S.Maria della Scala, Pinacoteca Nazionale, Palazzo Pubblico, Unisi e Unistrasi). Basta un smartphone per fruire della radio, digitando www.radioarte.it, ma anche dal sito dell’Accademia Chigiana www.chigiana.i . I relatori si dichiarano soddisfatti della collaborazione sorta tra il Complesso Museale di S. Maria della Scala e il Chigiana Festival che ha prodotto “Sound in Space”, mostra sound e video-art, in cui dialogano linguaggi diversi, sonoro e visivo. Il rapporto tra il suono e lo spazio, le più avanzate forme della nuova comunicazione intermediale sono alla base dei lavori di artisti internazionali. Portare il suono in maniera autonoma nello spazio alla maniera della scultura con gli oggetti da essa prodotti è un punto di arrivo. Nel caso del S.Maria della Scala il risultato con la mostra è doppio: l’incontro tra arte contemporanea e classica abbatte le barriere del tempo; quello tra suono e figuratività produce una nuova espressione. Secondo Sani perla prima volta la Sound Art (arte sonora) entra prepotentemente alla Chigiana attraverso il S.Maria della Scala. Nel XX sec. si è sviluppata una società del suono che si è sovrapposta alla società che predilige la vista. Il ‘900 è il secolo dell’audiovisivo. Il suono produce uno stato emozionale che a volte l’immagine priva del suono non produce. Questa è la potenza evocativa del sonoro: suoni e rumori presi dalla casualità possono causare emozioni, dialogare con il pubblico. L’artista Alvin Curran ( Usa 1938) ambienta in una sorta di sala di concerto la Tuba Sonora , in cui si diffondono suoni del porto di New York , le sirene delle navi nella nebbia, mirando a creare un paesaggio sonoro, insieme alla risata di John Cage. Interessante è l’installazione di Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) che per Sound in Space presentano l’opera video “Input”. Questa negli spazi del Museo di S. Maria della Scala è così scomposta : le immagini si vedono nella sala che ospita le statue originali della Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, il suono si ascolta in concomitanza con la teca che custodisce le “reliquie parlanti” posta in un’altra area del museo. Il sound designer dell’opera video, realizzato da Davide Tomat e G.U.P. Alcaro, è realizzato trasformando in traccia sonora due immagini tratte da due famosi film: “Monica il desiderio” (1953 Ingmar Bergman) e “Zabriskie Point” (1970 Michelangelo Antonioni). Audio e video , suono e immagine si perdono e si ritrovano in un processo di destrutturazione e ricollocazione spaziale. Grazie all’aiuto di G.U.P. Alcaro abbiamo scoperto che per una di quelle casualità, a cui aveva fatto riferimento in maniera generica Federico Fusi parlando della Sound Art durante la conferenza stampa , il suono di questa installazione viene chiaramente udito anche nella Cappella di S. Caterina, creando un’atmosfera ancora più suggestiva ed evocativa di antiche presenze, che attraverso i muri giungono dal passato.