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CHIUSI. Al Mascagni di Chiusi venerdì (11 dicembre) alle 21,15 è di scena la fiaba più famosa dei fratelli Grimm, proposta sulle note di Gerog Friedrich Haendel dal Balletto di Roma.
Ci si ispira alla più nota delle storie che legano ogni uomo alla sua infanzia per poi dimenticarla nell'intero coinvolgimento del balletto e ritrovarla a tratti.
Nella "Cenerentola" di Fabrizio Monteverde, regista, coreografo e autore delle scene (i costumi sono di Santi Rinciari, le luci di Carlo Cerri), è cambiata l'atmosfera, il sapore e l'ambientazione ma i veri valori, quelli immutabili, rimangono, persistono e trionfano, non nelle esplosioni di colori o in passaggi musicali travolgenti, ridondanti e pomposi, bastano pochi tratti di riferimento e il tutto si riesce a cogliere con l'umana sensibilità.
Azzurra Schena e Bledi Bejleri sono i protagonisti di una Cenerentola nella quale si percepisce, nei brividi di Haendel, una malinconica tristezza che caratterizza l'oggi, svelata dalle angosce dei soprusi familiari.
Come ad immortalare una fotografia svilita dal tempo, farla rivivere, rianimare nel presente, l'atmosfera è tetra, è consapevole, ricca di travagli psicologici, di percorsi umani, di anime. Ad una prima lettura sommaria segue a tempo di danza l'introspezione, ed è proprio scavando a fondo a quella apparente semplicità che emerge una massa tumultuosa di materiale complesso ed in gran parte inconscio; questo crea un contrasto fra la sua superficiale semplicità e la sua sostanziale complessità, un contrasto che suscita un profondo interesse per la storia e spiega come, durante i secoli abbia conquistato milioni di persone. C'è ingiustizia, ripristino di quell'innocenza, quell'umiltà destinata a durare per sempre. Forse si è matti nel credere ai veri valori, e soprattutto che questi possano esplodere ed esprimersi in sentimenti puri come l'amore, la felicità; tutto nello spettacolo, dalle luci ai costumi e al trucco, sino alla scarna scenografia, fa pensare ad un manicomio. Come è noto da sempre, nella tradizione teatrale solo i matti dicono la verità: questo ne è l'esempio danzato contemporaneo, nel palco del Mascagni, piccola perla da 450 posti della cittadina di Chiusi.