A Sarteano la Compagnia Teatro Arrischianti porta in scena un ironico e commovente spettacolo. Il debutto il 29 dicembre e a seguire tre repliche con buffet di mezzanotte il 31 dicembre
SARTEANO. Torna, come ormai da tradizione, il Capodanno al Teatro Arrischianti di Sarteano e questa volta, in attesa dello scoccare della mezzanotte, la Compagnia Teatro Arrischianti porta in scena “Il silenzio grande” di Maurizio de Giovanni per la regia di Gabriele Valentini, che firma anche le scene, le luci sono di Fabrizio Nenci ed i costumi di Vanessa Armellini. Il debutto è fissato per il 29 dicembre ore 21.15 al Teatro Comunale degli Arrischianti, per proseguire in replica il 30, il 31 – quest’ultima con inizio alle 22.00 e buffet di mezzanotte – e il 2 gennaio 2024 ore 21,15.
Lo spettacolo – Nel descrivere lo spettacolo il regista Gabriele Valentini inizia a parlarci di una pagina bianca, come quella che, da anni, vede Valerio Primic – interpretato da Gianni Poliziani – un tempo scrittore prolifico e di grande fama, ora preda del “blocco dello scrittore”. Vive con la moglie Rose, Francesca Fenati, i figli Adele e Massimiliano – rispettivamente Martina Belvisi e Guido Dispenza – e la governate Bettina, Maria Pina Ruiu, a Villa Primic, un tempo lussuosa dimora, ora magione scalfita dai segni del tempo. Per questo Rose, dopo averci riflettuto e sofferto a lungo, ha deciso di metterla in vendita, sostenuta dai figli. Una scelta che vede contrari Valerio e Bettina, e che aprirà ad una serie di confronti che faranno capire all’uomo di non aver davvero conosciuto i suoi cari.
Il regista Gabriele Valentini – «Questa pièce scritta da Maurizio De Giovanni stupisce per l’uso magistrale della parola, non ce n’è una fuori posto. Non c’è un dialogo di troppo. Tutto è calibrato alla perfezione, Il silenzio grande è un intreccio perfetto. Un testo sempre in bilico tra la commedia e la tragedia e che sottolinea l’importanza e l’uso della parola, della comunicazione, dello scambio mentre parla di legami e confronti rimandati. “Il silenzio è una brutta malattia” sentenzia Bettina. Raffinato, ironico e commovente, “Il silenzio grande” sembra un testo d’altri tempi, ricorda i classici di Eduardo De Filippo, ma il pregio forse più grande della commedia è ricordarci che le cose, anche se si incasinano, poi trovano il modo di tornare al loro posto, in un modo o nell’altro e mi sembra un ottimo pensiero con il quale finire ed iniziare un nuovo anno» – conclude Valentini.