Dalla maniera moderna al lume caravaggesco
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di Giulia Tacchetti
SIENA. Nella sala Aurora del Palazzo della Provincia di Siena è stata presentata una mostra particolare, che verrà aperta al pubblico il 18 marzo contemporaneamente a Montepulciano, San Quirico d’Orcia e Pienza fino al 30 giugno 2017. La novità secondo l’assessore alla Cultura del Comune di Montepulciano Rossi consiste nella fattiva collaborazione fra le tre amministrazioni in questione, senza la quale non sarebbe stato possibile realizzare un evento come questo, nato da un’idea della Fondazione Musei Senesi, in collaborazione con Vernice Progetti Culturali. L’altro merito della mostra è il “metodo”, nel senso di studiare, approfondire quelle ricchezze che sono presenti nella nostra provincia, senza portare opere da fuori. Nasce così il “museo diffuso”, che parte dalla realtà del territorio per valorizzarlo al meglio, con progetti culturali come questi. Infatti P. Colombini, Assessore alla Cultura del Comune di Pienza, chiarisce la necessità di mostrare non solo ai cittadini, ma anche ai numerosi turisti, che la storia di Siena, e del suo territorio, non si ferma al 1400, proprio attraverso questo percorso espositivo che va dalla prima metà del ‘500 alla seconda metà del ‘600, durante il quale è possibile vedere per la prima volta opere d’arte, non perché abbiano mai cambiato collocazione, ma perché poco conosciute al grande pubblico. U. Sani, assessore alla Cultura del Comune di San Quirico d’Orcia, fa presente che ha aderito all’iniziativa con qualche difficoltà in più rispetto agli altri Comuni: non disponeva di un luogo adatto all’esposizione. Così sono state reperite tre sale nel Palazzo Chigi Zondadari, proprio per questo evento, in modo che le opere d’arte possano dialogare con le pareti del palazzo, raggiungendo una visione dinamica. Aggiunge che le tre amministrazioni puntano molto a realizzare un turismo “culturale”, rispettoso del paesaggio e delle opere d’arte. E. Bruni, rappresentante della Fondazione Musei Senesi, conclude parlando di coralità di intenti , che non sarebbe stata possibile senza l’intervento dei curatori: Angelini e Longhi per il Museo Civico Pinacoteca Crociani di Montepulciano; Fattorini e Martini per il Palazzo Chigi Zondadari di San Quirico d’Orcia; Ciampolini e Roggeri per il Conservatorio San Carlo Borromeo di Pienza.
A Montepulciano la mostra prende le mosse dalla tela con S. Agnese Segni, conservata presso il Museo Civico. Da un documento conservato nell’Archivio Comunale di Montepulciano siamo venuti a conoscenza che la tela, forse un gonfalone civico, fu commissionata da Lorenzo Beccafumi, podestà del comune nel 1507, a Domenico di Jacopo di Pace, che poi avrebbe adottato lo stesso nome del suo patrono. Questo documento è importante per la storia politica della Montepulciano rinascimentale e per la fase giovanile, finora incerta, del grande pittore senese. Alla tela poliziana si può ormai riferire il gruppo del “Maestro delle Eroine Chigi Saracini”, realizzato da Domenico tra il 1505 e il 1510 (una di queste figure si trova al Museo Statale di Berlino). A San Quirico d’Orcia l’esposizione riserva una particolare attenzione al Riccio ed alla tarda attività del Sodoma. A Pienza la mostra riguarda principalmente l’attività del Rustici, uno dei maggiori esponenti del naturalismo caravaggesco a Siena, insieme a pittori senesi contemporanei come Rutilio e Domenico Manetti e Bernardino Mei.
In tutto circa 80 opere, provenienti anche da collezioni pubbliche e private, chiese e istituti religiosi del territorio senese.