Il film risveglia sensazioni che toccano corde profonde

di Paola Dei
Dal 1 maggio nelle sale Benur, un gladiatore in affitto, commedia brillante di Massimo Andrei con Nicola Pistoia, Paolo Triestino, Teresa Del Vecchio, Stefano Fresi, Elisabetta De Vito. Scorrevole e di breve durata pur avendo un altisonante titolo da colossal, la pellicola è godibile e pulita nei suoi significati apparentemente leggeri ma capaci di smuovere vissuti e sensazioni che toccano corde molto piu’ profonde.
I due fratelli cinquantenni Sergio e Maria, vivono alla periferia di Roma fra ristrettezze economiche e ricordi che vedono Sergio con un nobile passato da stuntman a Cinecittà, costretto però dopo un incidente sul lavoro a fare il Centurione nella piazza del Colosseo.
In mezzo a queste atmosfere familiari si introduce Milan, un bielorusso clandestino con grande desiderio di darsi da fare ed entrare a far parte della comunità italiana di Roma. Con il suo entusiasmo dettato dal bisogno e la voglia di farsi accettare Milan riporta energia e speranza ai due fratelli, la donna si innamora e riacquista una bellezza che appariva ormai perduta e il fratello riacquista la speranza di poter fare una vita migliore.
Ma tutto sembra andar perduto quando la moglie di Milan emerge dallo sfondo e si scoprono verità misconoscite per necessità. Ecco allora che esplode la cattiveria di Sergio e Maria che vedono in Milan una risorsa da usare ma anche un concorrente da temere.
Dal 1 maggio nelle sale Benur, un gladiatore in affitto, commedia brillante di Massimo Andrei con Nicola Pistoia, Paolo Triestino, Teresa Del Vecchio, Stefano Fresi, Elisabetta De Vito. Scorrevole e di breve durata pur avendo un altisonante titolo da colossal, la pellicola è godibile e pulita nei suoi significati apparentemente leggeri ma capaci di smuovere vissuti e sensazioni che toccano corde molto piu’ profonde.
I due fratelli cinquantenni Sergio e Maria, vivono alla periferia di Roma fra ristrettezze economiche e ricordi che vedono Sergio con un nobile passato da stuntman a Cinecittà, costretto però dopo un incidente sul lavoro a fare il Centurione nella piazza del Colosseo.
In mezzo a queste atmosfere familiari si introduce Milan, un bielorusso clandestino con grande desiderio di darsi da fare ed entrare a far parte della comunità italiana di Roma. Con il suo entusiasmo dettato dal bisogno e la voglia di farsi accettare Milan riporta energia e speranza ai due fratelli, la donna si innamora e riacquista una bellezza che appariva ormai perduta e il fratello riacquista la speranza di poter fare una vita migliore.
Ma tutto sembra andar perduto quando la moglie di Milan emerge dallo sfondo e si scoprono verità misconoscite per necessità. Ecco allora che esplode la cattiveria di Sergio e Maria che vedono in Milan una risorsa da usare ma anche un concorrente da temere.
Milan non impietosisce ma commuove e la regia appare pulita e priva di pruderie e facili sentimentalismi, cosa che la rende denso di quella ironia sociale incomparabilmente superiore a quella di altre commedie passate nei cinema italiani.
Fra il tregico e il comico si esplorano le miserie di una famiglia costretta a vivere di espedienti e creatività al limite della legalità ma con animo sempre semplice e mai sinistro.
Una soluzione registica che esprime in maniera efficace, precisa e rillante la struttura compositiva dell’opera educando alla riflessione senza educare.
La pellicola accostata da molti a Reality di matteo Garrone, mostra anche un mix di tradizione e modernità, di solidarietà e conflitto, alla ricerca di ciò che è comune all’intero gruppo dei personaggi e che si riassume poi nel significato di miseria e ricorda per certi versi anche Miseria e Nobiltà dove l’italiano pieno di creatività ed espedienti cerca di guadagnarsi la pagnotta e se possibile, trovare anche un pò di esntusiasmo e una briciola di amore.
Una soluzione registica che esprime in maniera efficace, precisa e rillante la struttura compositiva dell’opera educando alla riflessione senza educare.
La pellicola accostata da molti a Reality di matteo Garrone, mostra anche un mix di tradizione e modernità, di solidarietà e conflitto, alla ricerca di ciò che è comune all’intero gruppo dei personaggi e che si riassume poi nel significato di miseria e ricorda per certi versi anche Miseria e Nobiltà dove l’italiano pieno di creatività ed espedienti cerca di guadagnarsi la pagnotta e se possibile, trovare anche un pò di esntusiasmo e una briciola di amore.