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di Tobia Bondesan
SIENA. Un nome come quello di Marco Bellocchio, regista di fama internazionale, autore di film storici come “I pugni in tasca”, non può passare inosservato.
E’ così che giovedì 13 maggio alle 10:30 l’aula magna della facoltà di lettere e filosofia (palazzo di Fieravecchia, via Roma) è gremita di studenti e professori, che aspettano la lezione del regista piacentino. In preparazione dell’incontro, mercoledì 12, i ragazzi di Lettere Occupata hanno dedicato un cineforum alle sue maggiori opere: adesso è il momento di conoscere l’autore di alcuni capolavori del cinema italiano e di entrare nel mondo singolare della cinematografia. A portarlo a Siena (anzi, a riportarlo) il fatto di essere autore della campagna “Una storia italiana” del Gruppo Montepaschi.
L’incontro universitario, intitolato “C’è ancora spazio per il cinema d’autore?” e realizzato grazie alla collaborazione fra la Facoltà di Lettere e Filosofia, CatoniAssociati e Banca Monte dei Paschi di Siena, ha preso spunto da una riflessione sulla qualità dei prodotti cinematografici nella società culturale di massa contemporanea, per spaziare su diversi argomenti: tecnica cinematografica, attualità e storia, con citazioni e aneddoti.
La lezione è stata introdotta dal preside della Facoltà di Lettere Roberto Venuti, che ha presentato Marco Bellocchio, sottolineando il passaggio, negli anni, di personaggi importanti nella facoltà. Quando ha preso la parola il regista c’è stato un attimo di esitazione. Ma Bellocchio ha sdrammatizzato subito: l’introduzione è stata semplice, breve. Quasi subito Marco ha lasciato la parola ad una platea incuriosita dal suo essere personaggio alla mano, che non vuole incutere timore. Piano piano l’imbarazzo iniziale svanisce ed iniziano a fioccare le domande, a cui Bellocchio risponde con originalità e franchezza, fino ad aggiungere ridacchiando: “Non auguro a nessuno di fare il regista, è un lavoro troppo faticoso!”.
L’autore soddisfa le numerose curiosità di tutti quelli , soprattutto degli studenti, che si alternano al microfono. Si è fatto riferimento spesso ai suoi ultimi film, “Buongiorno, notte”, ma soprattutto a “Vincere”, che ha riscosso il successo della critica mediatica, senza ignorare i lavori del passato, a partire dal suo primo lungometraggio “I pugni in tasca”.
In chiusura dell’incontro il regista allude ad un prossimo progetto che miri sulla contemporaneità: il viaggio di una ragazza nell’Italia degli anni 2000, che prende il titolo da un componimento di Petrarca …
Nel pomeriggio la visita senese di Bellocchio si è conclusa con un secondo incontro al Teatro dei Rozzi. a
SIENA. Un nome come quello di Marco Bellocchio, regista di fama internazionale, autore di film storici come “I pugni in tasca”, non può passare inosservato.
E’ così che giovedì 13 maggio alle 10:30 l’aula magna della facoltà di lettere e filosofia (palazzo di Fieravecchia, via Roma) è gremita di studenti e professori, che aspettano la lezione del regista piacentino. In preparazione dell’incontro, mercoledì 12, i ragazzi di Lettere Occupata hanno dedicato un cineforum alle sue maggiori opere: adesso è il momento di conoscere l’autore di alcuni capolavori del cinema italiano e di entrare nel mondo singolare della cinematografia. A portarlo a Siena (anzi, a riportarlo) il fatto di essere autore della campagna “Una storia italiana” del Gruppo Montepaschi.
L’incontro universitario, intitolato “C’è ancora spazio per il cinema d’autore?” e realizzato grazie alla collaborazione fra la Facoltà di Lettere e Filosofia, CatoniAssociati e Banca Monte dei Paschi di Siena, ha preso spunto da una riflessione sulla qualità dei prodotti cinematografici nella società culturale di massa contemporanea, per spaziare su diversi argomenti: tecnica cinematografica, attualità e storia, con citazioni e aneddoti.
La lezione è stata introdotta dal preside della Facoltà di Lettere Roberto Venuti, che ha presentato Marco Bellocchio, sottolineando il passaggio, negli anni, di personaggi importanti nella facoltà. Quando ha preso la parola il regista c’è stato un attimo di esitazione. Ma Bellocchio ha sdrammatizzato subito: l’introduzione è stata semplice, breve. Quasi subito Marco ha lasciato la parola ad una platea incuriosita dal suo essere personaggio alla mano, che non vuole incutere timore. Piano piano l’imbarazzo iniziale svanisce ed iniziano a fioccare le domande, a cui Bellocchio risponde con originalità e franchezza, fino ad aggiungere ridacchiando: “Non auguro a nessuno di fare il regista, è un lavoro troppo faticoso!”.
L’autore soddisfa le numerose curiosità di tutti quelli , soprattutto degli studenti, che si alternano al microfono. Si è fatto riferimento spesso ai suoi ultimi film, “Buongiorno, notte”, ma soprattutto a “Vincere”, che ha riscosso il successo della critica mediatica, senza ignorare i lavori del passato, a partire dal suo primo lungometraggio “I pugni in tasca”.
In chiusura dell’incontro il regista allude ad un prossimo progetto che miri sulla contemporaneità: il viaggio di una ragazza nell’Italia degli anni 2000, che prende il titolo da un componimento di Petrarca …
Nel pomeriggio la visita senese di Bellocchio si è conclusa con un secondo incontro al Teatro dei Rozzi. a