Un concerto che dà un significato nuovo alla canzone italiana

di Giulia Tacchetti
SIENA. Discutibile per certe sue espressioni rilasciate sulla scena politica, ineccepibile ed incontrastabile sulla scena musicale. Lo conferma il concerto di ieri sera (15 luglio), nella Piazza del Duomo. Straordinaria, mistica, profonda, spirituale questa è la sua musica, fatta di suoni che avvicinano al divino e di parole che fanno pensare al mistero della vita e della morte, al binomio apparenza e realtà, alla sete di potere dei popoli “Ma se ti senti male/rivolgiti al Signore/credimi siamo niente/dei miseri ruscelli senza Fonte” (“Fisiognomica”). Eclettico nella sua ricerca, Battiato si muove tra la sperimentazione e l’avanguardia colta degli anni ’70, il pop, il rock e la musica leggera, fino a giungere alla musica classica ed alla lirica, spinto dal desiderio di fondere i due generi. Lo conferma la presenza dell’orchestra filarmonica “Arturo Toscanini” di 30 elementi, che lo accompagna nelle sue ultime esibizioni. Predominano gli archi, ma si fa sentire con forza la chitarra moderna del giovane Davide Ferrario; al pianoforte il direttore d’orchestra Carlo Guaitoli, alle tastiere Angelo Privitera. I suoi interessi molteplici (l’esoterismo, il pensiero filosofico, la meditazione orientale, la pittura, il cinema) lo portano a dare un significato nuovo alla canzone italiana, anche attraverso l’uso di un linguaggio colto e poliglotta, in cui si fonde lingua araba, inglese, tedesca. Non sappiamo quanto di nuovo verrà prodotto nei prossimi anni, certo che la collaborazione del filosofo Manlio Sgalambro, morto recentemente, è stato proficua.
Canzoni come “Fornicazione”, “La cura”, “Apparenza e realtà”, Tiepido aprile”, “Io chi sono”, per citare quelle cantate durante il concerto di ieri sera, affrontano tematiche esistenziali profonde con un linguaggio certamente non semplice, ma di intuibile significato, che suscitano un intenso senso religioso in chi ascolta. E’ incredibile come i giovani sappiamo subito riconoscere una voce che si stacca dalla massa: ballano, saltano, si concentrano sotto il palco urlando a perdifiato: – Cantaaaaa!! -. E lui, dopo aver cantato circa quaranta canzoni senza interruzione, neppure per raccontare brevi storie della sua vita, come ha fatto ripetutamente Antonello Venditti durante la sua recente esibizione, ha concesso, palesemente volentieri, tre bis. Poi a qualche minuto dalla mezzanotte ha chiesto di andare tutti a letto.
Il concerto si inserisce nel festival musicale “Laudetur”, i cui temi ispiratori misticismo e spiritualità sono stati degnamente rappresentati dal programma della serata, iniziata con l’esecuzione di un concerto per santur – strumento a corde della tradizione classica iraniana – violoncello ed archi di Lamberto Curtoni, giovane musicista allievo del violoncellista Giovanni Sollima, dal titolo “Rinnovato Mistero” e poi è proseguita con le canzoni di Battiato, tutte coinvolgenti, ma particolarmente emozionanti “La cura” e “Ti vengo a cercare”, una moderna preghiera, capaci di innescare riflessioni interiori, in un mondo che ormai ha perso il senso del divino.
(Foto di Mirco Mugnai)