Da Festival di Roma il lungometraggio-opera prima di Lovero
di Paola Dei
SIENA. Direttamente dal Festival del film di Roma nelle sale da qualche giorno: “Il paese delle spose infelici” di Pippo Mezzapesa, regista pugliese che nel 2009 avevamo conosciuto a Venezia in una spassosa pellicola dal titolo: Pinuccio Lovero – Sogno di una morte di mezza estate, documentario sulla vita del becchino di un piccolo paese dove il numero degli abitanti è talmente esiguo da non permettergli mai di esercitare la sua professi0ne. Nella pellicola Pippo Mezzapesa ci mostrava il carattere di Loiero e la sua attesa in maniera spassosa ed allo stesso tempo profonda, quasi un insegnamento ed una riflessione sulla vita. Sempre nel 2009, ha realizzato uno dei corti Per fiducia, promossi da Banca Intesa, che l’anno prima aveva chiesto a Paolo Sorrentino, Gabriele Salvatores ed Ermanno Olmi di produrre tre corti da proiettare al cinema.
Questo è quindi il suo primo lungometraggio-opera prima tratta dal romanzo omonimo di Mario Desiati dove si narra la storia Annalisa, una giovane sposa rimasta vedova prima ancora di aver coronato il suo sogno. Per reagire al dolore Annalisa si dà a tutti senza amore. Nel suo percorso di autodistruzione la ragazza incontra Veleno e Zazà, due amici con grandi sogni di diventare calciatori, Zazà in particolare ha delle doti che gli riconosce anche il “Mister” della piccola squadra locale dove gioca.
Un pò lenta la pellicola si sofferma su squarci del paesaggio pugliese e salentino evocando metafore e vissuti intimi ma senza mai riuscire a coinvolgere fino in fondo. La figura di Annalisa allusiva e onirica decreta il passaggio per Veleno e Zazà dall’adolescenza all’età adulta con il solito rito di passaggio dell’innamoramento della medesima ragazza.
La scena in cui Annalisa sembra gettarsi dal Campanile della Chiesa invita tutti gli abitanti del paese a raccolta, un avvenimento che non lascia indifferenti neppure i due ragazzi e che mostra come in mezzo alla povertà ogni cosa diventi ordinaria nel suo straordinario.
Mezzapesa affronta tematiche di grande spessore come la povertà, la morte, il tradimento, la droga, lo spaccio, tutti temi toccati ma spesso lasciati in sospeso come fili che difficilmente si riescono a dipanare man mano che il tempo scorre. Le inquadrature e i primi piani ricordano a tratti le pellicole di Sorrentino ma manca un punto di forza che renda la storia più universale.
Gli attori: Avlin Prandi, Rolando Ravello, Valentina Carnelutti, Antonio Gerardi, Luca Schipani interpretano con grande naturalezza soprattutto le parti di Veleno e Zazà che sembrano cucite addosso ai due attori che recitano nel film. Una storia dalle tinte tenui e dai contenuti drammatici che come tutte le pellicole tratte dai Romanzi ha il limite di non raccontare fino in fondo ciò che accade all’interno. Un film comunque da vedere non foss’altro per scorgere nell’amicizia fra i due ragazzi un valore indissolubile che pur incrinandosi in un momento si rafforza subito dopo più coesa che mai.