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di Vito Zita
SIENA. In Eritrea il cattolicesimo ha preceduto di diversi decenni l’arrivo dell’amministrazione statale italiana. Infatti era presente una missione nella città di Keren già dalla metà XIX secolo. Quando il generale Baldissera occupò la pianura di Asmara nell’agosto 1889, una missione cattolica fu fondata su un piccolo sito ad ovest del Campo Cintato. In seguito venne occupata un’area molto più ampia sulle rive occidentali del fiume Mai Bela, ad est del Campo Cintato e a nord dell’ex fortezza di Ras Alula. La missione dei frati cappuccini costruì qui la prima chiesa cattolica dedicata a San Marco Evangelista, costruita in stile lombardo nel 1895 e consacrata nel 1897. La chiesa, semplice nella forma, dipinta di bianco e con un campanile accanto, era piccola ma ritenuta più che adeguata per i modesti bisogni della popolazione cattolica italiana di Asmara che alla fine del XIX secolo era composta da poco più di 1500 persone. I frati alloggiavano in un tucul che avevano fatto costruire a ridosso dell’entrata.
Man mano che la popolazione di Asmara cresceva, era chiaro che la chiesa dedicata a S. Marco non sarebbe stata più sufficiente per la popolazione cattolica. Così fu presa la decisione di abbatterla e sostituirla con una grande cattedrale. L’iniziativa per realizzare la nuova costruzione fu presa da monsignor Camillo Francesco Carrara, vescovo titolare di Agatopoli e primo vicario apostolico d’Eritrea. Il progetto fu affidato all’architetto Oreste Scanavini e la costruzione, iniziata nel giugno 1921, venne terminata nel settembre 1923 e il 14 ottobre dello stesso anno la chiesa fu consacrata. Il campanile adiacente, invece, fu completato solo nel 1925 dopo la morte di Mons. Carrara. La nuova cattedrale, fu costruita in mattoni a vista in stile lombardo così come il campanile.
L’edificio, composto da tre navate con transetto e con tre absidi, ha 40 metri di lunghezza, 27 di larghezza e 25 di altezza fino alla lanterna, che è coronata da una statua di bronzo dell’arcangelo Gabriele, interpretata da alcuni come immagine dell’arcangelo Michele, nonostante l’assenza delle armi con le quali questi è solitamente rappresentato. Le campane sono otto e furono fuse a Padova dalla fonderia pontificia Colbachini. L’angelo e le campane del campanile, furono fuse con il bronzo fu ottenuto dai cannoni austriaci catturati dopo la battaglia di Carso nel 1917. Sui muri esterni vi sono decorazioni fatte con la combinazione di mattoni a vista e pietra chiara, e presentano anche vari motivi e dettagli intagliati, come ad esempio quelli presenti nei quattro spicchi sotto la cupola.
Dietro la chiesa si trova un ampio cortile, in cui si erge l’imponente campanile, costruito sempre con gli stessi mattoni a vista che furono stati utilizzati per costruire il cattedrale e molti degli edifici circostanti, come così come molte ville nel quartiere dei Villini costruite nello stesso periodo. Questi mattoni provenivano dalla prima fornace italiana in Eritrea, fondata dall’italiano imprenditore Modesto Colongo. Con i suoi oltre 50 metri di altezza il campanile è la struttura più alta della città, e offre ai visitatori una superba vista sulla zona circostante. Su ciascuno dei quattro lati della torre campanaria vi sono i quadranti di un orologio, e al di sopra sono collocate le campane. Nei pressi della cattedrale si trovano gli edifici della scuola della missione, nell’angolo nord-ovest del complesso, la tipografia, nell’angolo sud-ovest, utilizzata per stampare testi sacri e scolastici sia in italiano che in lingua locale; la residenza del prete, a ovest della Cattedrale; il convento dei Cappuccini, a est.
Una serie di gradini dalla strada conducono all’ingresso formato da una grande porta ad arco posta sotto una bifora, e il tutto domina la parete sud. Sopra il punto in cui la navata centrale e quelle laterali, separate da arcate a tutto sesto, incontrano il transetto è posta una grande cupola a otto facce dipinta di un vivido azzurro e decorata con stelle dorate.
L’interno presenta numerosi affreschi con citazioni; sono raffiguranti angeli, putti e altre figure oltre a scene religiose. L’altare è in marmo bianco e la pala d’altare, raffigurante l’Assunzione di Maria del pittore romano Carlo Maratta (1625-1713) fu donata dal re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia. Molti dettagli raffinati, sia architettonici che storici, sono presenti nella chiesa e fra questi si ricorda la tomba del primo vicario apostolico in Eritrea, Camillo Francesco Carrara e la targa sul muro nord, che ricorda i benefattori che contribuirono con le loro donazioni a finanziare la costruzione della cattedrale, tra cui Benito Mussolini. La volta del soffitto è in legno decorato e modellato a capriate.
Dal 1930 in Eritrea esisteva un ordinariato per i fedeli di rito orientale al servizio pastorale dei molto meno numerosi cattolici di tradizione etiopica. Nel 1940-1941, quasi il 28% della popolazione era di religione cattolica dei quali la grandissima maggioranza erano italiani ed altri membri della Chiesa latina, soggetti perciò al vicariato apostolico.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l’imposizione dell’autorità dell’Etiopia sull’Eritrea, la presenza italiana si ridusse notevolmente. Nel 1971, quando si dimise il quarto ed ultimo Vicario Apostolico, non fu nominato alcun successore. L’ordinariato per i cattolici orientali invece cresceva ed fu elevato al grado di esarcato apostolico nel 1951 e di eparchia nel 1961.
La cattedrale di Asmara, dedicata alla Madonna del Rosario, è stata fino al 21 dicembre 1995 sede del vicariato apostolico di Asmara, ma non sede di un vescovo diocesano, quindi si può chiamare cattedrale solo in un senso lato. La risultante Eparchia di Asmara, la cui cattedrale oggi è la chiesa di Kidane Mehret, fu poi divisa in tre in quell’anno poiché vi fu l’erezione di due nuove eparchie: quella di Barentù e quella di Cheren. Con questa riorganizzazione della Chiesa cattolica in Eritrea il vicariato apostolico, vacante per oltre 24 anni, è stato soppresso. Oggi è una chiesa parrocchiale appartenente all’arcieparchia di Asmara, sede metropolitana della Chiesa cattolica eritrea, una delle Chiese cattoliche orientali in comunione con il papa di Roma. Non contiene la cattedra dell’arcieparca, ma è ancora comunemente chiamata “la cattedrale”.
Vito Zita