I cortometraggi di Forconi, Caciagli e Costa denunciano le tragedie del presente, dimostrando professionalità e sensibilità
SIENA. “Complimenti agli autori”. Questo il commento dell’assessore alle politiche giovanili Tiziana Tarquini, presente, ieri pomeriggio (30 settembre), ad “Apericorto”, per la presentazione di tre cortometraggi, anzi quattro, se si considera tale – e lo possiamo tranquillamente fare – il divertentissimo sketch di apertura di Eugenio Forconi, che insieme ai colleghi Antonio Costa e Andrea Caciagli si sono presentati, con i loro lavori, al pubblico, che ha letteralmente riempito la sala del nuovo Cinema Pendola. Tre giovani registi. Ed è proprio il caso di dirlo: Forconi ha solo 21 anni, Caciagli 22 e Costa 27. Tutti diplomati in regia all’Accademia del Cinema a Cinecittà. Tutti, con la stessa passione: fare cinema.
Hanno iniziato con un genere, come ha detto Giovanni Mazzini, presentatore e moderatore dell’appuntamento “Che sembra più facile, ma che, invece, risulta il più difficile, visto il poco tempo a disposizione per dar vita ad una storia: il corto”. Ma dimostrando “Vero talento, come ha evidenziato la Tarquini, che, sicuramente, va valorizzato incentivando la sinergia con la Toscana Film Commission e l’apertura di nuove opportunità per i giovani. Lo Sportello cinema, il nuovo servizio recentemente attivato dal Comune, potrà essere il primo nucleo su cui sviluppare azioni per attrarre produzioni e dare opportunità di fare esperienza, oltreché la possibilità di dimostrare ancora di più le loro capacità da cineasti”.
Le qualità, sicuramente, non mancano, considerata la facilità con la quale il giovanissimo Eugenio Forconi è riuscito a passare da un genere brillante come il suo Moneta, il frammento di vita di un giovane che sogna di diventare ricco con un gratta e vinci, senza riuscire, però, nonostante svariati e maldestri tentativi, a grattare via la pellicola che ricopre le figure; a Chiffon, la tragedia di una ragazzina violata, per danaro, e uccisa dal freddo e disumano egoismo di una vecchia madre. Forconi, a dispetto (o fortuna?) della sua età anagrafica, riesce a mantenere il suo carattere di genere, pur connotando i fotogrammi girati con una sensibilità tutta femminile. Riesce a entrare, in una manciata di minuti, dentro la disperazione di tante donne costrette a mercificare il loro corpo annientando la propria dignità. E lo fa usando immagini-simbolo, come fossero sarcofagi dell’anima.
Dialogo rarefatto anche nel corto di Caciagli: Origami. Qui il tema trattato è l’isolamento. L’incapacità di comunicare. Di esternare i propri sentimenti, se non, appunto, con degli origami. Quelli creati, tutti i giorni, dal proprietario di un negozio innamorato di una cameriera del ristorante che frequenta. L’uomo, rigidamente chiuso dentro un maniacale schema comportamentale, che lo priva della possibilità di dichiarare il suo amore, rappresenta la denuncia, forte, di Andrea Caciagli, verso le difficoltà relazionali, in contraltare alla facilità di comunicazione che, per i mezzi informatici a disposizione, contraddistingue la nostra epoca.