La vita delle donne afghane dopo un anno di talebani
SIENA. “Devo uscire a comprare del filo, mi serve per il mio lavoro di sarta. La stoffa nera mi inghiotte, tutta coperta, un vecchio corvo, solo gli occhi respirano, vedono…li vedono. Avanzano dal fondo della strada, fermano la macchina, scendono, sono tre, armati. Puntano dritto su di me. La mia mente corre veloce, è tutto a posto? Sono coperta come vogliono loro? Il cuore accelera… no, i guanti neri non li ho. Ci sono 45 gradi all’ombra… Gridano, mi spingono, sono una schifosa puttana, perché sono uscita senza un dannato uomo, senza i guanti…mi sento un pupazzo nelle loro mani”. E’ questa una delle testimonianze raccolte da Cristiana Cella in un recente articolo. Cristiana, giornalista e scrittrice, sarà con noi oggi 17 Ottobre dalle ore 17 presso l’Aula Magna dell’Accademia dei Fisciocritici, ma soprattutto sarà con noi Maryam Rawi la portavoce di RAWA (Associazione Rivoluzionaria Donne Afgane).
Rawa e le sue attiviste hanno da tempo un rapporto privilegiato con Siena e quindi Maryam farà tappa nella nostra città, incontrando le istituzioni e, nell’ultima parte della giornata, tutti e tutte coloro che vorranno ascoltare attraverso le sue parole, la voce di quelle donne che, a rischio della propria vita, si battono tenacemente per la democrazia e la libertà.
Ad un anno di distanza dal ritorno al potere dei Talebani, l’obbiettivo di questa visita è riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica, la tremenda condizione del popolo afgano e in particolare delle donne a cui manca il diritto di vivere, scomparse dietro i drappi neri e tra le pieghe dei loro burka.
L’iniziativa fa parte del percorso Semi di Pace, a cura di NonunadimenoSiena, Circolo ANPI di Atenei “Carlo Rosselli” e Coordinamento per la Democrazia Costituzionale.