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“Stranissimo! Fossi io cambiata durante la notte? Ero la stessa stamattina quando mi sono alzata? Quasi quasi mi sembra di essermi sentita un po’ diversa. Ma se non sono la stessa, la domanda è: Chi sarò mai?”
Alla domanda inquietante di Alice, lo spettacolo prova a rispondere non con delle certezze, ma con altre inquietanti domande. La fluidità di Alice, il suo adattarsi alle innumerevoli nuove situazioni che si trova a vivere, rispecchia la mutevolezza di un passaggio: dal tre, al due e all’uno, dall’essere bambina, adolescente, all’essere donna. La situazione diventa sempre più complessa. Da una sola, le Alici diventano tre.
Così le tre danzatrici Mimma Barra, Cristina Addis, Francesca Duranti, con le musiche degli Elton Junk rileggono attraverso il linguaggio della danza i personaggi della fiaba, in particolare il Coniglio bianco, figura emblematica a metà tra un compagno sempre assente ed eternamente presente; sempre lì, a ricordare ad Alice che è tardi.
Questo lavoro – spiega Francesca Duranti ideatrice dello spettacolo – segna una prima tappa incompleta e ancora frammentaria di esplorazione dell’affascinante e complessa fiaba di Lewis Carroll. Seguendo i tre fili interpretativi che ci consegna Gilles Deleuze in Logica del senso, abbiamo esplorato varie tematiche fisiche: la profondità, la caduta di Alice, il contatto, il fantasma, il senso di un percorso. Ancora prima di arrivare nel Paese delle Meraviglie, Alice, ovvero le Alici, dovrà/nno compiere un passaggio, dovranno cadere, prima di imparare a volare.
Con un estratto di questo spettacolo il gruppo ha vinto una menzione speciale della giuria del Festival Pelago 2009.