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di Andrea Pagliantini
CASTELNUOVO BERARDENGA. Grazie alla vita che ti ha dato tanto, ma rubando dalle pagine del tuo libro appena uscito, si va a venerdi 26 gennaio 2007, ore 18: “Oggi è stata una giornata bruttissima, ho avuto molte crisi di pianto dovute al continuo pensare alla mia piccola adorata moglie, scomparsa tre mesi orsono”.
Una vita, lunga e avvincente, che già nel cognome segna l’impronta di origine e di provenienza della propria famiglia, di lavoratori del ferro, che tanto hanno dato lustro all’estro della Berardenga.
“Al volo” è un volume di Alfiero Chiavistrelli, in cui narra di mezzo secolo di “tassinaro” a Roma, dove non è difficile accompagnare stelle dello spettacolo, politici, campioni dello sport, cialtroni della vita, tirchi inamidati e fuggitivi del tassametro.
Una volta arrivato alla pensione, torna a Castelnuovo, proprio paese di origine, meta delle vacanze fanciullesche e carico di amici e scorribande giocose nei campi.
Il metodo è quello di redigere un rendiconto quotidiano delle proprie giornate a bordo dell’auto gialla, che tiene sempre vivi i ricordi e gli aneddoti, poi condensati in pagine a protocollo, pronte a spiccare il volo, ma senza il battito d’ali necessario a farlo.
A giugno, al banco della verdura del mercato settimanale di Castelnuovo Berardenga, avviene l’incontro fatale che rende possibile il libro. Alfiero incontra Martina Frullanti, una giovane viaggiatrice della memoria e delle emozioni, che in meno di sei mesi riordina le pagine del “tassinaro”, mette in fila degli spassosi episodi che parlano di una Roma romanticamente bella e in più viene teneramente ribattezzata “Nina”, da questo arzillo signore con il papillon, che ha una scrittura precisa e minuta, come la sua ironia e il brindisi finale al suo libro prezioso e a una vita libera e pulita.
“Al volo” di Alfiero Chiavistrelli, a cura di Martina Frullanti con revisione di Emanuela Viezzoli, con la copertina di Alessandro Valdrighi.