Mostra di Marco Borgianni ai Magazzini del Sale fino al 23 agosto
di Giulia Tacchetti
SIENA. I Magazzini del Sale del Palazzo Pubblico ospitano una mostra monografica di Marco Borgianni dal 30 maggio al 23 agosto 2015. Nella gremita Sala delle Lupe, è toccato a Roberto Barzanti e Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, presentare le opere dell’artista ai presenti, un po’ distratti dall’aspetto mondano dell’evento. Barzanti ha ricordato che si festeggia un ritorno: 50 fa Borgianni, allievo dell’Istituto d’Arte della città, esponeva per la prima volta a Siena alla Galleria “Nuova Aminta”. Il tema del “ritorno”, in altra accezione, emerge anche dalle parole scritte di Massimo Vedovelli, Assessore alla Cultura, non presente come il Sindaco per motivi elettorali, che così motiva la scelta di questa esposizione: vuole ricostruire la dialettica tra eventi (alcuni nel passato hanno bruciato risorse e sono stati incapaci di lasciare traccia) e processi strutturali della vita culturale cittadina. La mostra ha il compito di riprendere la tradizione inspiegabilmente interrotta. Dare l’opportunità all’artista, che ha realizzato il Drappellone nel 1997, di esibire le sue opere nelle sale del Palazzo Pubblico significa riprendere un percorso di dialogo tra Siena ed i suoi artisti, ”condizione che rende strutturale il senso della creatività artistica della città, il suo essere attenta a ciò che è arte, il suo essere vitalità estetica”. Il pittore del Palio vive un evento emozionante, che lo lega indissolubilmente alla memoria del territorio con il museo della contrada vittoriosa. Rinnovare il dialogo tra artista e città unisce il passato al futuro attraverso le nuove esperienze dell’uomo, i nuovi sentimenti ed aspirazioni della città.
Ad Antonio Paolucci spetta il compito di spiegare l’arte di Borgianni. Ricompare il tema del “ritorno”, in un’altra accezione ancora, attraverso il forte legame tra l’artista e la tradizione toscana: Jacopo della Quercia e Michelangelo, la classicità reinterpretata. Borgianni è un pittore-scultore vero, che si è formato con minuziosa pazienza, studiando il passato. Ha faticato per realizzarsi come un artista “antico” e come un artista ”antico” con commissioni pubbliche (il monumento in marmo per l’Ospedale di Campostaggia a Poggibonsi). In uno degli spazi espositivi più preziosi ed eleganti d’ Italia le immagini emergono come sfrangiate dagli abissi “…quasi una marcia trionfale di dei ed eroi che la tecnica pittorica consuma..cancella.. ma che svelano e conservano il segreto della bellezza”. Ecco i bronzi di Riace, Jacopo Della Quercia, Michelangelo, Canova, Rodin, Marini. E’ un artista che ama le donne (bronzetti ) dai seni e sederi prosperosi, dalle forme avvolgenti nella linea curva dei loro corpi, evocanti l’origine della vita. Altre volte le donne marciano, come le Amazzoni del mito, alla conquista del mondo, che alle donne appartiene da sempre. Ritorna nelle sue opere l’immagine dell’uomo, tavola espressiva irrinunciabile, che il Novecento ha cercato di cancellare (astrattismi) dopo le bombe atomiche, i campi di concentramento. Si pensi alle immagini dell’uomo in decomposizione di Francis Bacon. Borgianni riparte dall’uomo, accogliendo e reinterpretando la lezione rinascimentale, testimoniando la frammentaria bellezza del mondo visibile.