SIENA. Inaugurata nei locali dei Magazzini del Sale la mostra retrospettiva “Oscar Staccioli. Tra figurazione e astrazione”, promossa dal Comunein collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo senese e con il contributo della Banca Monte dei Paschi di Siena.
La mostra, curata da Massimo Bignardi e Esther Biancotti, ricostruisce il percorso artistico, sottolineando il carattere sperimentale, anticonformista e di grande versatilità sia tecnica sia compositiva dell’artista senese: pittore, scultore, orafo e cesellatore; l’esposizione, al tempo stesso, individua, quale elemento chiave della sua esperienza, la duplice prospettiva di lettura dell’urbano e della sua immagine: polarità senza distanza, consequenziali una all’altra nel lento oscillare tra figurazione e astrazione.
Poco più di ottanta opere danno vita a più sezioni espositive, la pittura, la scultura, il disegno, le arti del cesello e del vetro, tracciando un percorso rigoroso sul piano dell’adesione cronologica, evidenziando il nomadismo che caratterizzerà l’esperienza artistica di Staccioli: da un esordio figurativo alla metà degli anni Cinquanta, in cui la narrazione è affidata ad un cromatismo incisivo che lo accomuna a pittori senesi a lui coevi e caratterizzato, altresì, da opere realizzate con tecnica a sbalzo o incisioni, il percorso si snoda attraverso i guazzi eseguiti in Inghilterra stesi con immediatezza e disinvoltura fino al secondo decennio degli anni Sessanta, in cui l’artista avvia un processo di graduale riduzione dei segni, abbandonando la figurazione, in virtù di un lento affrancamento ad una sorta di astrazione lirica.
In occasione della mostra è stato pubblicato dalle edizioni Protagon un catalogo monografico con saggi introduttivi di Massimo Bignardi ed Esther Biancotti e contributi critici di Roberto Barzanti, Enrico Crispolti e Pietro Torriti, nonché un ampio e dettagliato regesto biografico e bibliografico oltre un ricco apparato di illustrazioni a colori e in b/n.
La mostra sarà aperta al pubblico con ingresso libero dal 20 giugno fino al 19 agosto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18,00.
La mostra, curata da Massimo Bignardi e Esther Biancotti, ricostruisce il percorso artistico, sottolineando il carattere sperimentale, anticonformista e di grande versatilità sia tecnica sia compositiva dell’artista senese: pittore, scultore, orafo e cesellatore; l’esposizione, al tempo stesso, individua, quale elemento chiave della sua esperienza, la duplice prospettiva di lettura dell’urbano e della sua immagine: polarità senza distanza, consequenziali una all’altra nel lento oscillare tra figurazione e astrazione.
Poco più di ottanta opere danno vita a più sezioni espositive, la pittura, la scultura, il disegno, le arti del cesello e del vetro, tracciando un percorso rigoroso sul piano dell’adesione cronologica, evidenziando il nomadismo che caratterizzerà l’esperienza artistica di Staccioli: da un esordio figurativo alla metà degli anni Cinquanta, in cui la narrazione è affidata ad un cromatismo incisivo che lo accomuna a pittori senesi a lui coevi e caratterizzato, altresì, da opere realizzate con tecnica a sbalzo o incisioni, il percorso si snoda attraverso i guazzi eseguiti in Inghilterra stesi con immediatezza e disinvoltura fino al secondo decennio degli anni Sessanta, in cui l’artista avvia un processo di graduale riduzione dei segni, abbandonando la figurazione, in virtù di un lento affrancamento ad una sorta di astrazione lirica.
In occasione della mostra è stato pubblicato dalle edizioni Protagon un catalogo monografico con saggi introduttivi di Massimo Bignardi ed Esther Biancotti e contributi critici di Roberto Barzanti, Enrico Crispolti e Pietro Torriti, nonché un ampio e dettagliato regesto biografico e bibliografico oltre un ricco apparato di illustrazioni a colori e in b/n.
La mostra sarà aperta al pubblico con ingresso libero dal 20 giugno fino al 19 agosto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18,00.