di Patrizia Fazzi
AREZZO. Le mura antiche non cessano mai di riservare sorprese e così un’antica chiesa sconsacrata del quartiere di Porta Crucifera è ritornata ad essere un luogo di grande interesse artistico, grazie ad un affresco raffigurante una Madonna con Bambino, che, dopo un lungo e attento restauro, è ritornato alla luce.
L’opera, la cui paternità stilistica è ancora incerta (ma potrebbe essere del famoso Spinello) Aretino, era rimasto nascosta da successive stratificazioni pittoriche, ma l’intuizione della sua esistenza e valore salvò l’immobile dalla vendita nel 1985, per ordine della Soprintendenza. Ora finalmente, dopo un completo restauro architettonico dell’intero locale, l’immagine della Madonna della Porta, detta anche del Latte, si staglia in tutto il suo splendore e dolcezza cromatica nella parete della piccola ma suggestiva Chiesa di Santa Maria della Porta, affacciata su una piazzetta del centro storico aretino. La piazzetta, a sua volta chiamata a volte Porta Crucifera, è una serena terrazza affacciata sulla città più nuova, mentre alle spalle, più in alto, ci sono la Fortezza Medicea e il Duomo, che custodisce La Maddalena di Piero della Francesca.
In questa Chiesa le donne di molti secoli fa venivano ad invocare la grazia del latte materno per i loro bambini: forse a questo rimanda simbolicamente l’uccellino stretto nelle mani del lattante sulle ginocchia della Vergine, il cui manto ha i colori rossoverdi del quartiere di Porta Crucifera. Certo l’autore dell’affresco ha dato forma, con innegabile perizia artistica, ad un contenuto di fede che pervadeva la comunità riunita intorno alla Chiesa, che successivamente, dal 1684 al 1865, fu assegnata come sede della Compagnia religiosa dei Doganieri della Porta. Anche a loro, che il 2 luglio celebravano la Madonna della Porta come patrona, si deve la salvezza dell’edificio dal degrado del tempo.
Tante sono certamente le storie che l’edificio nasconde come in uno scrigno – e infatti nel corso dei lavori di restauro sono emersi porzioni di strutture murarie medievali – ma l’importante è che, come ha sottolineato durante l’affollata inaugurazione il 7 ottobre, il soprintendente Agostino Bureca, il luogo sia stato recuperato e restituito alla collettività che potrà usufruirne per mostre o altri eventi. Presenti all’inaugurazione gli altri sostenitori e artefici del lungo progetto: Silvano Lazzeri, mitico restauratore degli affreschi pierfrancescani della Cappella Bacci, che ha esposto le fasi del restauro pittorico, Marco Della Ratta, curatore con la Velucchi, del restauro strutturale, un raggiante Don Francesco Bernardini, parroco di Santa Croce e, accompagnato dallo stendardo, un rappresentante del quartiere rossoverde. L’opera, sostenuta economicamente dalla parrocchia, è stata realizzata dall’impresa Zanni. Durante l’incontro ha preso la parola anche Giovanni Moretti, che sulle vicende della Chiesa ha svolto una brillante tesi di laurea in Storia dell’Arte.
Per completare il festeggiamento, sabato 9 ottobre alle ore 21, musica da parte del Coro Tourdion diretto da Gaia Matteini e letture di testi di Pierangelo Mazzeschi, mentre il 16 ottobre l’affresco farà da sfondo ad uno spettacolo teatrale.
(Nella foto, da sin.Giovanni Moretti, Silvano Lazzeri, Lino Zanni, Agostino Bureca, don Francesco Bernardini, Marco della Ratta, Giorgio Zanni. foto Matteo Bendinelli)
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