MONTEPULCIANO. Sarà presentato domani (12 settembre), alle ore 17.30, a Palazzo Tarugi, in Piazza Grande, il volume “Villa Spada” di Carla Benocci, edito dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Interverranno alla presentazione, oltre alla padrona di casa Elena Secchi Tarugi, il sindaco Massimo Della Giovampaola; Federico Carletti, vicepresidente vicario del Consorzio del Nobile; Fabrizio Felici, per la Fondazione Monte dei Paschi; Marco Baglioni, presidente del Club Karl Popper di Siena e Ruggero Martines, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia. Saranno inoltre presenti l’autrice, Carla Benocci, e Noel Fahey, ambasciatore d’Irlanda presso la Santa Sede.
Al termine degli interventi, si esibiranno il soprano Masayo Okada ed il tenore Marco Rencinai in un recital organizzato in collaborazione con la Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano.
La monografia, corredata di immagini attuali e d’epoca e di una ricca appendice con documenti anche inediti (o poco noti), prende in esame la storia della villa costruita a Roma, sul colle Gianicolo, nel 1639 dall'architetto Francesco Baratta su commissione del nobiluomo Vincenzo Nobili di Montepulciano. Nel 1748 la denominazione Villa Spada appare per la prima volta nella pianta di Roma del Nolli; la proprietà appartiene in quel momento al principe Giuseppe Spada Veralli. In seguito, nel 1849, l'edificio divenne il quartier generale di Garibaldi che con il battaglione dei Bersaglieri cercò di resistere all'attacco dei francesi. Dopo la disfatta la villa fu ricostruita secondo i disegni originali. Nel 1946 il Governo della Repubblica d'Irlanda acquista la villa che diviene residenza dell'Ambasciata d'Irlanda presso la Santa Sede.
Il legame tra Villa Spada e Montepulciano è dovuto proprio alla famiglia Nobili che, dopo aver fatto edificare in Piazza Grande il Palazzo ora Tarugi, commissionò la realizzazione della residenza romana. Della proprietà faceva parte anche un ampio appezzamento di terreno che i Nobili destinarono a vigna, “esportando” dunque verso Roma un’attività abituale per Montepulciano e cioè la produzione di vino.
Nell’appendice del volume è possibile leggere estratti di documenti che testimoniano come i Nobili fossero particolarmente attivi anche nella commercializzazione di questo prodotto, un vino di alta qualità, preferito anche dai Papi, che dunque, già dal ‘500, si identificava fortemente con Montepulciano.