Il libro di Claudio Fabbri spiega i molti modi di essere cavalieri
di Roberto Caappelli
MONTALCINO. Dopo L’uomo che sussurrava ai cavalli, L’uomo chiamato Cavallo e tante altre opere – magari meno famose – ispirate all’equino più famoso al mondo, ecco uscire in edicola, dopo la presentazione avvenuta alcuni giorni fa, l’opera del montalcinese doc Claudio Fabbri dal titolo “Il cavallo più bello” ovvero “Diventare cavallo per insegnare al cavallo ad andare a uomo”. Un libro, una storia semplice e ironica per portare il lettore a comprendere che esistono molti modi per praticare l’equitazione ed essere cavalieri.
“Ho scelto una strada diversa, forse più lunga, ma ricca di gioie e soddisfazioni. Con l’aiuto di un maestro e interprete, ho educato corpo e mente trasformandomi in cavallo – ci dice Claudio – per poi apprendere la loro lingua. A quel punto tutto è diventato insolitamente semplice e loro si sono fidati assecondando le mie richieste in sella. Avevo dato il buon esempio, sacrificando qualcosa per primo e i cavalli hanno accettato la mia amicizia. All’inizio si impara tantissimo, ma altrettanto inconsapevolmente viene sprecato e non compreso. Sta nell’intelligenza del cavaliere ritornare ad essere allievo, per recuperare con umiltà quanto sfuggito”.
I fatti, i luoghi, le persone e gli animali citati nel libro sono reali e accaduti veramente e tuttora continuano a combinarne di cotte e di crude. “Questo libro non ha alcuna pretesa di insegnare l’equitazione, poiché non ne avrei le capacità e non è il mio mestiere – si legge nell’introduzione – ma è un punto di partenza, un aiuto per portarvi a riflettere e a comprendere alcuni aspetti fondamentali, con semplicità e ironia. Le storie raccontate dovranno servire per orientarvi e far percepire lo spirito e il giusto approccio per entrare in simbiosi con il cavallo e il suo complesso universo”. Ed è ancora Claudio a darci preziosi consigli: “Non intendo incoraggiare nessuno, anzi al contrario scoraggio e sconsiglio chiunque pensi che un cavallo si possa comprare e lasciare solo in un box o in un pascolo come un animale qualsiasi, credendo che possa provvedere a se stesso da solo. Non è così! Il cavallo, la monta, il lavoro a terra e il suo accadimento sono arte, astuzia, sapienza e amore, ma anche grande abnegazione, sacrificio e tanto tempo da dedicare alle sue necessità. Se pensare di poter rinunciare alle vostre ferie, alle domeniche, se credete che non sia in problema stare tutti i giorni a spingere una carretta colma di letame, girare con la maglietta sempre piena di peli e polvere e camminare sulla melma e sul fango nei giorni grigi e piovosi dell’inverno, allora siete pronti a iniziare”. Il 90% dei problemi e vizi del cavallo nascono dagli errori del cavaliere. Occorre affidarsi prima ad un bravo ed esperto istruttore che, dopo avervi aiutato a colmare gran parte della lacune, vi indicherà quando potrete fare l’agognato acquisto procedendo alla sua “adozione”. Perché è di questo che si tratta, un cavallo dura una vita.
“Pensateci ancora bene, i vostri sbagli e i ripensamenti porteranno a mettere in gioco l’esistenza stessa del vostro animale – continua Claudio – perché cederlo ad un commerciante o a sedicenti intermediari molte volte è sinonimo di macellazione. Uccidere e mangiare cavalli in Italia è legale e ricordate che l’uomo è una bestia fra gli animali”. I pochi spetti tecnici trattati sono stati descritti volutamente in modo semplice e sommario e a volte non proprio in maniera corretta se la mettessimo a confronto con i canoni dell’equitazione classica e accademica, questo affinché potesse solo arrivarvi il messaggio del filo conduttore di questo libro. Per diventare un cavaliere o un’amazzone si inizia dovendo anche applicare metodologie elementari ma concettualmente comprensibili: tuttavia durante l’apprendimento, quanto più si progredisce tanto più si viene affinati modificando progressivamente i comandi con altri. “Tutto diventerà il contrario di tutto e il fare significherà non fare, fino ad acquisire la conoscenza e fino ad essere illuminati dall’essenza dell’equitazione stessa. Può darsi che non diventerete grandi cavalieri in sella – conclude Fabbri – ma sarete dei grandi cavalieri comunque, finché un giorno verrete da loro chiamati, accettati e ascoltati: vi accorgerete di essere diventati cavallo, di far parte del branco e di aver coronato il vostro sogno”.