Domani 20 luglio il più apprezzato dei contrabbassisti al mondo, sarà protagonista insieme Jimmy Greene al sax, Renee Rosnes al piano e Payton Crossley alla batteria
MONTALCINO. Ron Carter, leggenda assoluta della storia del jazz e faro per il jazz contemporaneo arriva sul palco di Jazz & Wine in Montalcino, il festival che – da ormai 25 anni – unisce la grande musica jazz ed il vino di qualità.
DOMANI mercoledì 20 luglio nella suggestiva Fortezza a Montalcino, con il suo stile strumentale unico, perfetto e ricercatissimo, la sua inconfondibile potenza ritmica, Carter, riconosciuto come il più apprezzato dei contrabbassisti al mondo, sarà protagonista di una serata imperdibile insieme Jimmy Greene al sax, Renee Rosnes al piano e Payton Crossley alla batteria.
Ron Carter iniziò l’approccio alla musica all’età di dieci anni studiando il violoncello ed esibendosi in concerti da camera, e successivamente intraprese la Technical School di Detroit, ma nell’ambiente della musica classica trovò molte difficoltà di carattere razziale e così si dedicò al jazz indirizzandosi verso il contrabbasso.
Nel 1959 iniziò la carriera professionistica a fianco di Chico Hamilton, e dal 1962 si unì a un gran numero di musicisti jazz; fra di essi, Cannonball Adderley, Jaki Byard, Bobby Timmons, Randy Weston, Mal Waldron ed Eric Dolphy, col quale spesso registrò suonando il violoncello.
Nel 1963 Carter, che venne reclutato nel quintetto di Miles Davis e rimase un elemento fisso in quella che viene considerata la più grande sezione ritmica della storia del jazz, restando nella formazione fino al 1968 affiancato da Herbie Hancock e Tony Williams, tre strumentisti che fusero il rigore tecnico e il virtuosismo con la duttilità armonica. Accanto alle esperienze statunitensi, Carter ebbe l’occasione di suonare in Europa dove si unì al pianista austriaco Friedrich Gulda.
Nei primi anni settanta, il contrabbassista lavorò a New York assieme a Michel Legrand, con il New York Bass Choir e con il New York Jazz Quartet. Suonò assieme a Hubert Laws, Stanley Turrentine e George Benson fra i tanti, e in quegli anni andò in tournée in Europa e in Giappone, usando talvolta il basso elettrico.
Con il pianista Kenny Barron, il bassista Buster Williams e il batterista Ben Riley, nel 1976 Carter formò il suo primo quartetto, in cui era solista utilizzando un basso “Piccolo”, che ha un’accordatura più alta del basso standard e che perciò emerge nella sezione ritmica. L’anno successivo andò in tournée con il riformato gruppo che riuniva i vecchi amici del decennio precedente Herbie Hancock e Tony Williams, in una formazione che vedeva anche altri strumentisti del calibro di Wayne Shorter e Freddie Hubbard. Nel 1980 Carter si unì al quartetto capitanato da Sonny Rollins, in cui erano confluiti anche McCoy Tyner e Al Foster, e dopo un anno riformò il sodalizio con Hanckock e Williams, con Wynton Marsalis alla tromba; e con questo quartetto andò in tournée in USA, Europa e Giappone.
Nonostante i suoi legami artistici, Ron Carter è stato in tutta la sua carriera un elemento estremamente richiesto per le sessioni di registrazioni, che dettero origine a più di cinquecento album. All’impegno di strumentista, Carter ha abbinato il coinvolgimento nelle attività di formazione musicale di giovani e incarichi nell’ambito accademico.
Il festival prosegue, giovedì 21 luglio, con la prima assoluta dell’Orchestra Nazionale Alexanderplatz. La formazione è composta da una sezione di fiati tipicamente jazzistica e da un ensemble di dieci archi: ventitré giovani musicisti diretti dal Maestro Franco Piana. Nata sotto l’egida dell’Associazione Culturale Sound&Image di Eugenio Rubei, è stata selezionata dal Ministero dei Beni Culturali per l’originalità del progetto in cui le sonorità classiche confluiscono nella musica afroamericana, in una naturale e sorprendente contaminazione.
Di rilievo la partecipazione del Maestro Paolo Vivaldi, importante autore di colonne sonore.
La serata continua sulle note del chitarrista e compositore Francesco Bruno & his 4et con il progetto Blue sky above the dreamers.
A ritmo di New Tango e New Musette, sempre sul palco della Fortezza di Montalcino, venerdì 22 luglio arriva una star mondiale. Riflettori accesi su Richard Galliano che, con la sua fisarmonica, insieme a Adrien Moignard (chitarra) e Diego Imbert (contrabbasso), offrirà al pubblico una serata che si preannuncia imperdibile. Il musicista francese festeggia i primi 50 anni di una carriera che lo ha portato sui palcoscenici più importanti del mondo: con il suo stile geniale, personale e colto Galliano ha letteralmente riscritto il linguaggio della fisarmonica diventando un punto di riferimento assoluto per questo strumento.
Sabato 23 luglio, si continua con John Patitucci Trio Feat. Rogerio Boccato – Yotam Silberstein. Il grandissimo bassista jazz John Patitucci, vincitore di due Grammy Awards, con Rogerio Boccato (batteria) e Yotam Silberstein (chitarra) danno vita a un trio jazz che ha, da poco, rilasciato un album inedito in cui le sonorità ed i ritmi brasiliani si fondono in un equilibrio musicale tra interpretazione e improvvisazione.
La venticinquesima edizione di Jazz & Wine in Montalcino chiude domenica 24 luglio con un concerto straordinario che Mario Biondi e i fratelli Scannapieco, cresciuti musicalmente all’Alexanderplatz Jazz Club di Roma, dedicano alla memoria di Paolo Rubei, amico di una vita e compagno di mille avventure musicali.
Mario Biondi, uno degli artisti italiani più apprezzati a livello internazionale nel panorama della musica jazz/soul, sarà special guest di Daniele Scannapieco 5et, un quintetto di grande impatto sonoro, dal sound molto raffinato capitanato da Daniele Scannapieco (sax) e con Antonio Scannapieco (tromba), Michele Di Martino (piano), Luigi Del Prete (batteria) e Tommaso Scannapieco (contrabbasso).
Il festival che – da ormai 25 anni – unisce la grande musica jazz ed il vino di qualità, nasce dalla collaborazione tra la nota azienda vinicola Banfi, la famiglia Rubei dell’Alexanderplatz Jazz Club di Roma ed il Comune di Montalcino, ed è quest’anno dedicato a Paolo Rubei, indimenticabile e geniale direttore artistico di Jazz and Wine in Montalcino, prematuramente scomparso lo scorso mese di febbraio.
La direzione artistica di Jazz & Wine in Montalcino 2022 è firmata da Eugenio Rubei (Alexanderplatz Jazz Club di Roma, Sound&Image) che, con passione e competenza, raccoglie il testimone dal fratello Paolo, proseguendo il percorso musicale tracciato dal padre Giampiero, ispiratore e ideatore di questo festival musicale unico al mondo.
Tutti gli spettacoli di Jazz & Wine in Montalcino avranno inizio alle ore 21.45.
Direzione artistica
Eugenio Rubei
Informazioni
jazzandwine@fondazionebanfi.it
Prenotazioni
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