Si affianca al prgoetto Pianeta Galileo
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CETONA. Torna, a partire da sabato 8 dicembre, uno degli appuntamenti più attesi e consolidati promossi dal Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona: gli “Incontri con l’archeologia. Conversazioni sulla più antica storia dell’uomo”. Giunto alla XXII edizione, l’evento si sposa quest’anno con la Rassegna del cinema archeologico, realizzata in collaborazione con il Museo Civico di Rovereto e con Archeologia Viva. Tradizionalmente ospitata a Cetona in estate, la rassegna è stata quest’anno cambiata di collocazione in ossequio alla programmazione dei Musei della Val di Chiana che aveva previsto un abbinamento tra Archeofest e Notti dell’Archeologia, nel cui ambito il Museo civico del Monte Cetona aveva ospitato la riproduzione dell’Orca pliocenica scoperta alla fine dell’Ottocento in territorio cetonese e conservata presso il Museo Geologico di Bologna. Orca che era stata protagonista della mostra “Dall’acqua alla terra. Balene e orche fossili in Val di Chiana” tutt’ora visitabile.
Oltre agli “Incontri con l’archeologia” prende il via in questi giorni, a partire dal 7 dicembre e per tre appuntamenti, anche un’altra iniziativa, “Pianeta Galileo”, promossa dalla Regione Toscana, che prevede visite guidate e laboratori didattici sia la mattina che il pomeriggio presso il Museo e presso il Parco archeologico di Belverde. Obiettivo della manifestazione è consentire a studenti anche giovani di seguire le tappe della più antica storia dell’uomo e la sua interazione con il territorio circostante. Il primo appuntamento è dedicato a “I primordi del fuoco”.
Nell’ambito degli “Incontri con l’archeologia”, quattro sono gli incontri previsti, dall’8 al 16 dicembre presso il Museo Civico in via Roma 37, con la proiezione di cinque film.
Il primo, che sarà possibile vedere sabato 8 dicembre alle 17.30, è “Il tesoro di Priamo”, un lavoro realizzato dal regista francese Iossif Pasternak nel 2010 e dedicato al museo Pouchkine di Mosca, in particolare, alla sala dedicata ad una collezione molto particolare: il mitico tesoro di Troia trovato da Schliemann nel 1874. Questa sala in apparenza così tranquilla solleva di numerose domande. La prima è l’esistenza stessa di questa collezione a Mosca. Schliemann aveva, difatti, fatto dono di questa collezione al museo di Berlino, ma questo sparì all’indomani della guerra. Il film si interroga inoltre sulla certezza della datazione esatta dei questi oggetti.
Secondo appuntamento, domenica 9 dicembre alla stessa ora, con la proiezione di “Koul Farah”, regia dell’iraniano Mahvash Sheikholeslami che narra la storia di Biliti (Ticketi), membro del tribù Bakhtiari che, guida e custode di Kool Farah, un sito élamita di 3000 anni prima di Cristo, incontra Romano Grishman e il celebre archeologo francese cambia la sua vita.
Venerdì 14 dicembre saranno ben due i lavori proiettati, sempre a partire dalle 17.30. Il primo è “L’aquila e il serpente” di Alessandro Dardani, una produzione del Museo Civico di Rovereto con la consulenza scientifica di Massimo Vidale, che offre una lettura originale delle raffigurazioni sui vasi scoperti a Jiroft, che testimoniano l’esistenza di una civiltà ancora sconosciuta, ma fiorente sull’altopiano iranico nel IV-III millennio a.C. Secoli prima che in Mesopotamia, dopo una lunghissima tradizione orale, venissero raccolte su tavolette – con la Bibbia e l’epopea di Gilgamesh – le storie delle origini dell’uomo, sull’altopiano iranico viveva un popolo a noi ancora sconosciuto, che aveva una propria lingua e una propria scrittura. Le raffigurazioni dei vasi in clorite trovati a Jiroft sembrano anticipare alcuni miti sumerici, come quello di Etana il re pastore con la storia dell’aquila e il serpente (da cui il titolo del film), l’epopea di Gilgamesh il mito della grande inondazione, il diluvio universale raccontato sia nella Bibbia, sia nell’epopea sumerica di Gilgamesh. Il film propone la straordinaria corrispondenza tra i versetti biblici e le figure incise sui vasi iranici.
Il secondo film è “La storia della ceramica” dell’iraniana Maryam Bayani: una ricerca archeologico-sperimentale effettuata utilizzando modelli preistorici di circa 165 pezzi di ceramica provenienti da diverse regioni di tutto l’altopiano dell’Iran. Questi modelli, che sono ricchi di movimento e presentano storie antiche attraverso la prosecuzione delle immagini. Il racconto attraverso la ceramica in realtà tenta di estrapolare il punto di vista dei nostri antenati, con immagini che sono state dipinte più di 6.000 anni fa su vasi di ceramica con la minima manipolazione.
Le proiezioni saranno commentate da Massimo Vidale, professore di Archeologia all’Università di Padova e importante studioso specializzato in tecnologie artigianali antiche, con numerose pubblicazioni sulle civiltà del bacino del Mediterraneo, uno dei principali esperti sui rapporti tra le antiche civiltà mesopotamiche e quelle indù.
Ultimo appuntamento, domenica 16 dicembre, alle 17.30, con la proiezione de “L’insediamento straordinario di Qumran. Le pergamene del Mar Morto” di Renate Beyer; da oltre 50 anni i ricercatori tentano di decifrare i rotoli di pergamena e cuoio redatti in ebraico, aramaico e greco trovati in alcune grotte impervie sul Mar Morto: sono documenti risalenti al tempo di Gesù. I rotoli contengono testi mistici, canzoni, preghiere e inni, trattati filosofici e anche regole belliche e collettive degli Esseni, una comunità religiosa ebraica ortodossa. Chi erano gli Esseni? Quale sapere segreto conservavano? A quale scopo fondarono il loro insediamento sul Mar Morto? Giovanni Battista e forse anche Gesù appartenevano originariamente agli Esseni? Il battesimo e la comunione venivano già praticati a Qumran molto prima che esistessero i Cristiani?
Per informazioni: Museo civico per la Preistoria del Monte Cetona tel. 0578 237632 – museo@comune.cetona.si.it www.comune.cetona.si.it.