![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/2024/08/IMG_1918-e1725124861513.jpeg)
di Paola Dei
Alla Mostra del Cinema di Venezia nella quarta giornata che annovera fra i suoi ospiti star di rilievo internazionale, sono stati presentati due film che trattano le tematiche della guerra con lo sguardo di Gianni Amelio, primo italiano in concorso, e del terrorismo raccontato da Justin Kurzel.
Durante la conferenza stampa Amelio, su cui già sono piovuti commenti ha tenuto a precisare: “Ho un modo di lavorare che non piace ad altri registi, io le cose le sento nelle viscere e non seguo le mode e neppure lo costruisco a tavolino. Molto spesso infatti il film è molto diverso da come era stato scritto.
Un film di guerra contro la guerra. Le immagini sulla guerra ormai sono usurate e quando dico questo non parlo solamente di ciò che accade a Gaza o a Ucraina. Anche l’affondamento di un gommone è una immagine di guerra.
… La Sala cinematografica dovrebbe essere considerata il tempio delle immagini dove, stando attenti, si ricevono delle emozioni.
Ogni giorno in TV arrivano immagini e suoni di guerra che provocano una assuefazione terribile alla guerra e al concetto di guerra.
Subiamo le emozioni e non le viviamo. E dunque questo film non va visto in tv ma in una Sala Cinematografica per non subirlo. Non è un film di guerra ma sulla guerra e pone domande ed è questo aspetto che aumenta la forza provocatoria del film. Inoltre ho tre attori meravigliosi e un gruppo sterminato di attori che con una sola battuta fanno comprendere moltissimo.
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/2024/08/IMG_1925-300x225.jpeg)
C’è ad esempio una frase bellissima di un personaggio che dice di credere in Dio ma di avere voglia di bestemmiare”
Nel film vengono toccati temi come la pandemia, o la disparità, difficile da estirpare, tra uomo e donna. Lo incarna l’attrice trevigiana Federica Roselllini, nei panni dell’infermiera Anna. Insieme a lei Federica Rosellini, attrice; Gabriel Montesi, attore; Alessandro Borghi, attore. Il regista è molto appassionato nel suo racconto dove elogia molto il lavoro corale dell’opera e Alessandro Borghi gli fa eco: “Amelio è stato la benzina del processo creativo del film. Responsabilizza e rende parte integrante del processo”.