Il programma musicale presenta canti sacri, liturgici e religiosi
MONTALCINO. L’Arcidiocesi di Siena, Colle val d’Elsa e Montalcino assieme alla comunità diocesana di Sant’Antimo propone sabato 1 settembre 2018 alle ore 17.00 AUDI COELUM con il soprano ELISABETTA TISO, all’organo VITTORIO ZANON ed il coro CANTUS ANTHIMI. Direttore LIVIO PICOTTI.
Il programma musicale presenta canti sacri, liturgici e religiosi che invitano con diversi linguaggi musicali e poetici ad entrare, lungo i sentieri tracciati dal sentimento di devozione alla Vergine Madre, in uno stato percettivo più profondo attraverso la simbologia delle immagini testuali e il potere del suono. I brani musicali spaziano dalla monodia gregoriana e medievale alla polifonia rinascimentale. Profonda spiritualità ed accorata devozione, espresse con modalità musicali differenti nei vari brani proposti in questo programma, trovano espressione nella vocalità, strumento primario della musica dei sensi ed unico in grado di far fluire da un’unica fonte suono e parola, sentimento e ragione, senso e significato.
Alcuni dei meriti attribuiti alla Vergine, cantati dal potente inno Agni Parthene, aprono questa riflessione sul legame fra terra e cielo, per cui Maria opera come insostituibile mediatrice.
Il profondo affetto rivolto a questa misteriosa figura, capace di meditare prodigi nel cuore, durante lo scorrere della storia dell’umanità ha suscitato sentimenti espressi con i linguaggi della devota gratitudine.
Maria genitrice, madre del figlio di Dio, ausilio per l’essere umano fallace e a volte privo di coraggio, tiene vicini la terra e il cielo, uniti nel silenzio attonito di fronte alla grandezza del messaggio divino.
Su Josquin Desprez, forse il più antico compositore le cui partiture, almeno fra gli studiosi, non hanno mai conosciuto oblio, non si può che sottoscrivere il parere di uno fra i sui primi editori: “habet enim vere divinum et inimitabile quiddam. Neque hanc laudem
grata et candida posteritas ei invidebit” (Norimberga, 1539): Josquin ha davvero qualcosa di divino e inimitabile. E la posterità, onesta e riconoscente, non potrà negargli questa lode. Paragonato da alcuni suoi contemporanei a Michelangelo o Virgilio, come colui che aveva portato la sua arte ad un picco irraggiungibile; ammirato da Lutero sopra ogni altro compositore per la sua “capacità di farsi obbedire dalle note”, cominciò a comporre, per quel che ne sappiamo, in età adulta dopo anni di defilata presenza fra i biscantores (cantanti di musica polifonica) del duomo di Milano, e prima nella Cappella di Renato d’Angiò. Personalità melanconica, che non si poteva ridurre a comporre entro certa scadenza, meticoloso, perfezionista, nel virtuosismo stesso espressivo e toccante.
Dopo 450 dalla sua nascita, la musica di Monteverdi continua a suonare come moderna, fuori dal tempo e nel pieno della naturale continuità fra parola e suono. Moltissimo è andato perduto, ma quello che ancora abbiamo ci da ampia soddisfazione artistica e sentimentale. Coraggioso e consapevole innovatore ha toccato vertici di grazia e bellezza, raramente superati.
Maestro di cappella presso la basilica di S. Marco a Venezia, direttore anche di gruppi femminili, ha composto molta musica per celebrare la figura della madre di Cristo.