L'antica storia della località oggi in vendita
di Augusto Codogno
SIENA. Sovignano in Val d’Arbia, località storica al confine tra il Comune di Monteroni e quello di Murlo, è salita recentemente alla ribalta delle cronache per la sua Tenuta Agricola che, dopo essere stata confiscata alla mafia, verrà probabilmente dallo Stato, rimessa all’asta. Oltre a questi recenti trascorsi però, pochi conoscono la sua storia antica.
Sovignano infatti, (in passato fu appellato anche con i toponimi di Suvignano, Suignano, Simignano, Savignano), è una località della Valdarbia molto antica. Il suo borgo si trovava proprio dove oggi ha sede la fattoria e la contigua chiesa di Santo Stefano. Questo edificio religioso è ricordato negli elenchi delle Decime Pontificie già a partire dal 1275. Ma “Sovignano” appare nominato gia’ nell’anno 730 in una donazione del Gastaldo Warnefrido al Monastero di S. Eugenio in Pilosiano (Monistero, vicino a Costafabbri).
Nel 1081 (Archivio Opera Metropolitana-Novembre 11. Ind. 5. D. 0,53 1/2 0,21 ½), lo ritroviamo in un contratto con la quale si concede ad Albericolo del fu Costanzo terra e vigna da lavorare di proprietà dei canonici di Siena e tenuta fino ad allora e per conto di essi da tale Corbolino di Bellino.
Nel 1235 (ASS Dipl. Riformagioni ), Sovignano risulta già sede di Comunità e nel 1256 (ASS Dipl. Riformagioni 12-10-1256) è proprio questa gente che nomina un “Procuratore” per delle cause con Siena. Dalla ricerca di O. Redon abbiamo inoltre la conferma che nel periodo 1263/1270 la nostra località era un “Comunello” del Contado di Siena.
Dallo “Statuto dei Domini Viarii”, nel quale sono riportate molte delibere degli uomini addetti alle strade, ponti, fonti, troviamo che, in occasione del rifacimento del Ponte di Quinciano sul torrente Sorra (1290 circa), anche la nostra Comunità doveva concorrere alle spese di realizzazione dell’opera “expensis hominum de Suignano, Sancti Johannis a Popegnano, et illorum qui habent facere in dicti villi…” (vol. Lo Statuto dei Viarii, Ciampoli/Tzabò pag. 250).
Nel 1334 (Patti e Censi delle Comunità-c.16r-dal Vol. “Siena e il suo territorio nel Rinascimento”- di M. Ascheri e D. Ciampoli), sotto il capitolo “Comunità oltre le Masse”, alcuni comunelli e popoli sono, sebbene lontani dalla città, tenuti a sopportare alcune “gravezze” come quella cosiddetta del “Censo”. Tra questi anche Sovignano che, assieme agli altri, deve concorrere “per la loro parte del paglio”.
Indicato stavolta con il toponimo di “Suignano Grete”, pagherà quest’ anno: 1 cero da 6 libre, 6 once di cera per i fiori e 2 ceri da una libra.
Nel 1337 (dal vol. “Siena e il suo territorio” di M. Ascheri e D. Ciampoli), furono costituiti i Vicariati dalla repubblica senese affinchè avessero giurisdizione su “comune et homines”. Del nono “Vicariatus Percene” (Vicariato di Percenna), con sede vicino a Buonconvento, facevano parte nel 1337 anche comune et Homine de Simignano, Santo Laçaro, Quinciano, Licignano Vallis Arbie ecc….Nel 1377 viene aggregato al Vicariato di Lucignano d’Arbia.
Nel 1381 (22 gennaio c.120v. ASS Deliberazioni Registro “Ospedale 20”) alcuni terreni di questa località risultano di proprietà della “donna di frate Bindo”, oblato del Santa Maria della Scala “che la donna che fu di frate Bindo da’ Servi abi a vita tucte le processioni da Sovignano che fuoro del nipote di frate Bindo per quattro fiorini d’ oro l’ anno a suo rischio, cominciando l’anno a Ognisanti passato MCCCLXXX e, pagando in fine dell’ anno e che ella abbi cinque fiorini per aconciare la casa che fu del detto nipote di frate Bindo, e
l’avanço sia dello spedale, e che ella facci aconciare la casa”. Nel 1400, Sovignano, Comunità oltre le Masse, paga libre 5, soldi 10 (“diece”). Nel 1461 (dal vol. di M. Ginatempo: “Crisi di un territorio” pag. 604), i Comunelli pagavano delle cosiddette “Tasse Ordinarie” divise per classi (ad esempio la prima classe ordinaria andava da “1 a 3 paia di buoi, la seconda da 3, 5 a 8 paia di buoi e la terza da 8 a 17”. La tariffa era di 3 lire per paio di buoi. Tra i Comunelli appartenenti alla terza classe ordinaria (quindi da 8 a 17 paia di buoi), vi troviamo: Caggiolo d’ Arbia, Casale d’ Arbia, Montautolo Ioseppi, Monteroni d’ Arbia, Palmolaia e Grotti, Quinciano, Radi di Creta, Saltennano, S. Maria a Larnino, Sovignano al Pino. Nel 1489, lo stesso, passa sotto il Vicariato di Buonconvento. Nel 1525 il comunello di “Sovignano a Pino” paga tasse per 14 paia di buoi. Nel 1561 (Volume Tra Siena e il Vescovado pag. 623-F. Valacchi), vengono create nuove circoscrizioni giudiziarie ed Sovignano, indicato insieme a Radi come comunità di “Radi di Creta e Savignano”passa sotto la Podesteria di Buonconvento. Nel 1676 ( Estratto della Visita fatta dall’ illustrissimo signor Bartolomeo Gherardini Auditore Generale in Siena nel 1676 ASS, ms. D. 83, cc.15ss) “Il Comune di Sovignano è composto da anime 38, maschi 21, femmine 17, da comunione numero 24, che non si comunicano 14. Nel 1777, con Regolamento Granducale del 2 Giugno 1777 vengono aggregati alla Comunità di Buonconvento le Comunità di Lucignano d’ Arbia e Serravalle ed i seguenti “Comunelli”: Bibbiano Guiglieschi, Caggiolo val d’Arbia, Campriano, Casano d’ Asso, Casano, Casano di sotto e di sopra, Castelrosi, Curliano, Fontanella, Grotti e Palmoraia, Monte Orgiali (del Vescovado), Monteroni d’ Arbia, Monte Rosoli, Mugnano di Creta, Pieve SS. Innocenti Petrucci, Pino a Sorra, Pino a Villa, Poggio a’ Frati, Ponsano, Querciole di Val d’ Arbia, Quinciano, Radi di Creta, Saltennano d’ Arbia, S. Giovanni a Pompeggiano, S. Lazzarello, S. Maria a Larnino, S. Innocenzio de’ Vecchi, S. Sano Gherardi, Sovignano, Stine e Noceto, Tavena, Villa al Colle, Villa al Piano, Villa Randagia.
Ma la Tenuta di Sovignano è sempre stata composta da diversi poderi che intorno al 1600 erano almeno sei. Erano posseduti da potenti famiglie quali i Mignanelli, i Piccolomini, ed in parte anche dai Tolomei e i Saracini. La parte più cospicua era comunque dei Mignanelli che ne possederono il Palazzo principale almeno a partire dal 1400. Da un documento del 1438 (ASS, 15 Novembre) emerge che Beltramo di Lonardo Mignanelli e suo figlio Tederigo vendono a Cecco di Cristofano di Cenni Pacini una possessione posta nel Comune di Sovignano di proprietà Nicoluccia, sua futura moglie, per il prezzo di 100 Fiorini alla presenza di Simone d’Andrea di Ghino de’ Saracini.
Il vicino podere denominato Belvedere invece era nel 1692 (Rete Poderale dati elaborati da ASS, Quattro Conservatori 1894, anno 1692 podesteria di Buonconvento) della famiglia Piccolomini ed aveva in quell’anno una rendita di Scudi 36. Il podere detto Ghirlanda (un tempo Grillanda) era anticamente formato da due unità abitative: l’una detta “Casa al Bosco”, più vicino alla fattoria, sempre di proprietà dei Mignanelli, che aveva nel 1692 una rendita di 75 Scudi, mentre l’altra (Grillanda) era dei Piccolomini e rendeva 50 Scudi.
Nel 1845, la comunità di Sovignano contava 114 individui.
La Chiesa di Santo Stefano, accanto alla fattoria e testimoniata fin dai primi del 1200, orbitò per molti anni sotto l’influenza del Vescovado (di Murlo). Ad essa fece riferimento anche una importante Confraternita: la Compagnia del Santissimo Sacramento fin dagli inizi del 1600. Nel 1606 a questa chiesa fu annessa anche quella di S.Lucia in Villa, altrimenti detta S. Giovanni a Pompeggiano (oggi Villa Petroni).
Questa Parrocchia contava nel 1640 circa 45 persone, nel 1745 ne aveva 109, nel 1769 ne aveva 90, nel 1833 circa 97 e nel 1843 almeno 111.